Il Boxy Silent Live Un'area del tutto simile a una sala prove è insonorizzata e separata dal pubblico attraverso una grande vetrata. Il lavoro è stato fatto dall'azienda B-Beng e ha lo scopo di migliorare l'esperienza d'ascolto per gli avventori, contenendo i volumi, oltre a rendere il suono più controllabile da parte dei musicisti.
Musica e rumore Sentire termini come "rumore" o "inquinamento acustico" legati alla più antica delle arti fa male e, per quanto i musicisti se ne sentano sviliti, per regolamentare la pressione sonora di un evento si usano proprio parole del genere. Questo è il primo punto su cui il popolo musicale del web si è indignato, e la premessa è doverosa.
Le Critiche Ai musicisti piace fare casino, inutile negarlo. La musica va suonata e ascoltata al volume che richiede, e se il bassista ti suona quel giro particolare che si incastra alla perfezione con la cassa del batterista, è giusto che ogni nota ti risuoni dritta nello stomaco come una scarica di pugni. Questo almeno è quanto ritengono musicisti e audiofili. Il Comune e i vicini non la pensano quasi mai così. La trovata de Il Faro, club di Piombino che sperimenterà il live "sotto vetro", non è necessariamente castrante per i musicisti. Lo sono, più che altro, le norme che in alcune città impongono orari di silenzio ridicoli al pari di un coprifuoco e livelli di rumore consentiti... pardon, di "pressione sonora"... capaci di mettere in crisi anche una semplice esibizione unplugged.
La tua musica appartiene a un'altra epoca Strumenti come batterie e chitarre elettriche sono nati per necessità. All'alba del '900 i palchi si ingrandivano, il pubblico diventava folla e la musica doveva arrivare il più lontano possibile attraverso le pelli dei tamburi e i coni degli altoparlanti. Oggi ci si trova a suonare in piccoli club musica nata per gli stadi, a sordinare batterie per non disturbare la gente ai tavoli e a tenere i full-stack al minimo del volume pur di sentirsi gli Eddie Van Halen del circoletto. Ogni musica è figlia della propria epoca, e forse i locali non hanno più bisogno di certi tipi di musica. Non tutti, almeno.
Toglie spazio alla musica dal vivo? Quante volte vi siete trovati a uscire da un locale durante un concerto per far riposare le orecchie qualche minuto con la scusa della sigaretta? Quante volte avete visto coppiette alzarsi e andarsene perché avrebbero voluto fare solo una cenetta tranquilla? Diciamoci la verità: della musica live non frega più a nessuno, non come un tempo almeno, e non sarà certo un concerto a basso volume dietro un vetro a darle il colpo di grazia. Semmai, potrebbe darle una boccata d'ossigeno rendendo lo show più godibile per il pubblico. Vi piace sentire l'aria della 4x12 dietro i calzoni? Benissimo, potrete farlo più che mai nel gabbiotto insonorizzato. Vorreste allungare la mano e toccare il pubblico in delirio al termine del vostro assolo di dieci minuti? Spiacente, siete nati nel decennio sbagliato.
Siamo destinati a suonare così? Un dettaglio che è sfuggito a molti è che Il Faro non è un locale aperto al pubblico, bensì un club privato, dove soci tesserati si radunano per delle tranquille serate in cui ascoltare una musica dal vivo che, probabilmente, altrimenti non sarebbe stato possibile suonare in quel luogo. Qualcuno avrebbe rinunciato all'idea di avere della musica live nel proprio club, qualcun altro avrebbe limitato le esibizioni alle piccole formazioni smooth jazz non amplificate o agli acustici. Grazie a una soluzione simile non si disturba il vicinato e non si rischia di violare alcuna legge ma, soprattutto, si può suonare finalmente quello che si vuole al volume che si desidera. Ci penserà il tecnico in sala a rendere l'ascolto godibile per tutti, come già fa negli stadi e come *dovrebbe* nei locali tradizionali. Certo, vedere la gente che ti balla sotto il palco e che sgomita in una grande hall è un'esperienza impagabile ma, come si può immaginare dai tavolini visibili in foto, Il Faro non è una sala da concerti. Ai musicisti piace vedere il pogo, ma per fare pogo ci vuole pubblico, e finché ci sarà pubblico desideroso di pogare, non sarà certo un club privato insonorizzato a decretare la chiusura delle vere sale da concerti tradizionali. |