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Firebird 1976 Bicentennial: un bicentenario di rock sudista
Firebird 1976 Bicentennial: un bicentenario di rock sudista
di [user #43441] - pubblicato il

La Firebird non è stata capita dal primo momento, ma nei decenni è diventata un simbolo per molti musicisti rock, blues e southern. Alla ricerca di un pezzo unico, ci si può imbattere in un esemplare d'annata appartenuto a un noto rocker italiano e dedicato a 200 anni di storia americana.
Dopo avervi lasciato un paio di settimane per riflettere su gli anni settanta con la mia Stratocaster "palettona", oggi sono di nuovo qui a scrivere di un altro oggettino recentemente portato a casa con una cifra interessante. È un'icona del rock e del blues, una chitarra che ha scritto pagine di storia della musica, weapon of choice di molteplici chitarristi southern rock. Signori e signore, giù il cappello, arriva la Firebird!
 
Questa nobile signora entra in scena nel 1963 in quattro livree: a un pickup (Firebird 1), a due pickup (Firebird 3 e 5) e a tre pickup (Firebird 7). L'idea in casa Gibson è proporre qualcosa di radicale al fine di soffiare un po' del bacino di utenza di casa Fender.
Provate a immaginare le "cazziate" che volano in Gibson a quel tempo: la Stratocaster la fa da padrone e la Telecaster ha praticamente assorbito il mercato del country, per non dimenticare come i modelli Jaguar e Jazzmaster stiano portandosi via anche il mercato dei jazzisti e dell'emergente surf. La Les Paul per come la conosciamo non è più in produzione e il vecchio Les non ha concesso i diritti del nome per l'SG.
Qui urge una piccola precisazione: avrete spesso sentito la storiella che il modello SG non piaceva al grande vecchio e di conseguenza lui non aveva concesso il nome, vero? Breaking news ragazzi, le cose non stavano così: questa è la storia imbastita all'epoca da Gibson per salvare le apparenze. In realtà il nostro Lester stava divorziando da Mary Ford, e sapete come vanno queste cose. Una moglie che divorzia negli States ti può mettere in mezzo a una strada, con una mano davanti e una dietro. Nell'ottica quindi di abbassare il reddito e salvarsi dai canini acuminati dei famelici avvocati divorzisti, il nostro andò in fretta e furia da Gibson per cancellare il nome dalle chitarre (tanto poi lo riprenderà alla fine degli anni '60).
Dopo questa breve digressione da consumarsi davanti a tè e biscotti, torniamo alla Firebird.
 
Firebird 1976 Bicentennial: un bicentenario di rock sudista
 
Viste la vendite della concorrenza, bisogna correre ai ripari sfornando un pezzo che muova l'acquolina in bocca ai musicisti fedeli al brand e conquistasse nuovi adepti, rubati alla concorrenza. Salta quindi fuori questo gioiello futurista, con caratteristiche di gran liuteria. Una chitarra leggera, in mogano, con il prestigioso sistema di manico attraverso il corpo, qualitativamente superiore anche alle set neck cui si era abituati a casa Gibson e con pickup mini humbucker che fino ad allora si erano visti solo sulle Epiphone.
Puoi scegliere il modello base a un pickup, l'intermedio con finitura dot o più costosa con i trapezi stile Les Paul ed infine il modello super lusso con tre pickup, hardware e Vibrola dorati (da bava alla bocca). Questa volta i progettisti del nostro marchio sono convinti di aver assestato una mazzata decisiva alla concorrenza. Ahimè no.
All'epoca non viene capita e forse neanche dopo avrà il successo meritato. Fatto sta che le vendite non sono neanche lontanamente vicine alle cifre che si prevedevano e costa un sacco a produrla. Così nel '65, solo un paio di anni dopo, Gibson prova un restyling meno dispendioso, proponendo la non-reverse con le stesse livree e in più la possibilità di averla con i P90, che costano meno e hanno venduto tantissimo nel corso degli anni. Purtroppo, nonostante l'abbattimento dei costi (non dimentichiamo che la non-reverse torna a essere una set-neck e, con i P90, diventa un'alternativa all'SG Special e niente più), la situazione vendite non migliora e ne vengono prodotte poche.
Nel '68, quando ritorna a furor di popolo la Les Paul a noi tanto cara, di Firebird non se ne vedono più.
Tornano nel 1972 più belle che mai con la serie "Medallion", cosiddetta per una pacchianissima moneta dorata incastonata nella spalla superiore e con i famosi mini humbucker embossed, che sono sempre dei patent number ma con la scritta Gibson incisa sulla copertura nichelata. Un solo aggettivo: stupende.
 
Firebird 1976 Bicentennial: un bicentenario di rock sudista
 
Prescindendo dai dati di vendita, che alla fine ci interessano relativamente, possiamo sostenere che la Firebird è comunque una chitarra che ha lasciato un bel segno nella storia della musica, passando fra le mani di Clapton, Brian Jones, Phil Manzanera,Gary Moore, Jorma Kaukonen, Keith Richards, Ronnie Wood e Stephen Stills, giusto per citarne qualcuno che forse vi era sfuggito, ma vogliamo forse non nominare James Hetfield e Dave Grohl?
"Ok, ma blues e southern rock dove sono finiti?" mi direte voi. La signora Firebird si è solidamente fatta una reputazione fra le mani di Johnny Winter, l'albino del Texas ahimè recentemente scomparso, icona rock blues dei primi anni '70, Clarence "gatemouth" Brown, bluesman di categoria che ha sempre avuto una non-reverse fra le mani ma anche i Lynyrd Skynyrd o gli Allman Brothers (versione Warren Haynes) e i Gov't Mule, i Black Crows, gli Outlaws, insomma i gruppi che hanno segnato la storia del southern rock.
 
La Firebird è la penna con cui sono scritte alcune delle più belle pagine del firmamento del rock.
 
 
Veniamo ora all'analisi della signora in questione. Iniziamo col dire che se volete vedere proprio lei in azione vi posso consigliare il video di Vasco: "Buoni o cattivi". Sì, è proprio lei.
Nata nel 1976 col nome di Bicentennial per celebrare i 200 anni d'indipendenza americana, questa in particolare è stata acquistata nel 1992 o giù di lì dal nostro beneamato Maurizio Solieri e pochi giorni fa, dopo un tortuoso giro e alcuni tentativi andati a vuoto, finalmente è arrivata a casa mia, dove penso soggiornerà per un lungo periodo.
 
 
Bellissima e leggera, è sbilanciata come tutte le Firebird, con quel suo collo lungo che sembra uscito da un quadro di Modigliani. Quando l'annusi riesci ancora a percepire quei sentori di cioccolato che hanno le verniciature di casa Gibson. Senti la storia della chitarra appena la prendi fra le mani, hai la sensazione di muoverti sul manico di una Stratocaster ma con la classe della casa di Kalamazoo e senza quell'effetto falegnameria che contraddistingue la casa rivale (che per altro a me piace comunque tantissimo).
Non riesco a trovarle un difetto, se non che quando l'attacco ai miei ampli tweed non smetterei più di suonarla. Per me il suo suono è quello che esce da un tweed, quella tipica pasta "brown" che solo i tweed Fender hanno e quel crunch naturale che salta fuori quando alzi il volume e saturi la valvola. Chiamatemi antiquato, ma gli ampli fighetti con mille regolazioni, puliti cristallini e distorti sfonda timpani che per tirar fuori un suono decente ti serve un manuale di istruzioni che sembra un'enciclopedia della Treccani, li lascio ai nerd diversamente machos e attivamente glamour. Io sono un rozzo zappatore che fatica ad ascoltare musica scritta dopo la metà degli anni '70 e che ama la pacca bastarda di questi pezzi di storia.
Chiusa la rapida digressione, sottolineo che quanto sopra è scritto con ironia volutamente provocatoria, in realtà ognuno ha i suoi gusti e io li rispetto tutti, ma faceva molto "red neck bastardo" e mi andava così.
 
Firebird 1976 Bicentennial: un bicentenario di rock sudista
 
La mia nuova signora è nera e lucida come una pantera. Per altro, per i collezionisti sintonizzati, è piuttosto rara e costosa in questa colorazione. Nel '76 la maggior parte uscì sunburst, un altro bel po' natural, pochissime nere e ancora meno bianche.
 
Di fatto siamo di fronte a una Firebird 3 con hardware dorato e l'aquilotto del battipenna con i colori della bandiera Americana e la data ('76) nella pancia dell'uccellaccio.
Il suono pulito è rotondo e ben definito, lo direi caldo. Mini humbucker sì, ma Big sound. Quello che però mi colpisce sono la pienezza e la definizione che mantiene quando si fa saturare l'ampli e lei passa con disinvoltura da un crunch molto bluesy a un distorto super rock che puoi infilare in qualsiasi contesto, da un glam tipo "Strutter" dei Kiss a un atmosfera decisamente alla Metallica, fino a un grunge potente in stile Foo Fighters.
 
Firebird 1976 Bicentennial: un bicentenario di rock sudista
 
Scusate ma a guardarla mi commuovo. È di un'eleganza rara, ha tutti i suoi bei segni di usura, l'oro si sta consumando ma questo non la deturpa, le dà solo più carattere. Me la immagino da nuova, intonsa e profumata, la potreste paragonare a Demi Moore in Ghost nella scena dove impasta il vaso. Ora immaginatela come la vedo oggi, più vecchia e più battagliata, ma sempre tirata da guerra, come Demi Moore in Striptease nella scena del palo.
 
Siamo di fronte a una chitarra da applausi. Se vi piace il genere con un oggetto simile c'é da andare giù di testa, se non amate il genere vi state perdendo qualcosa ma comunque chapeau, i gusti non si discutono, alla fine questa è una chitarra per gourmet che non ha mai attirato le masse e, se siete di piccola taglia, per come è costruita vi calzerebbe pure grande, come all'amico che me l'ha ceduta dopo lunghe peripezie. Ma credetemi, se ve ne capita una fra le mani e avete la tasca carica, non pensateci neanche un secondo o qualcuno ve la potrebbe soffiare sotto il naso. A cosa raccontare a casa a mogli, compagne o genitori (ma dovete essere ragazzi fortunati per avere tasca a sufficienza), ci penserete dopo e al limite preparatevi una serenata e tenete i soldi per una cena degna di un S.Valentino.
Quando e se ne avrete una: ampli a palla e rock a gas aperto!
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di Spacecaster [user #42955]
commento del 24/03/2016 ore 07:59:58
Giorgione che dire...sei di più di un semplice appassionato.Questo è amore.
Ami le chitarre e i suoni quelli veri.Semplicemente grazie per l'articolo.
P.S. la Firebird è una delle chitarre più belle e allo stesso tempo cazzute mai prodotte.Tienila cara.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 09:00:28
Direi che starà con me per luuuuuuuuuuungo tempo! E sempre grazie per i complimenti. Cerco di scrivere articoli piacevoli e che vi facciano passare qualche istante a cercare di provare un'emozione. Spero di esserci riuscito.
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 24/03/2016 ore 08:46:20
ne ho sistemata una del '68 con due P90 e vibrola....l'ho tenuta per due giorni e ho cercato di comprarla...ma niente da fare :(
semplicemente meravigliosa, nonostante i tantissimi segni del tempo che aveva addosso!
che dire, tu ormai ne hai talmente tante che potresti pure pensare a fare un po' di beneficenza...
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 09:03:37
Beh, purtroppo non posso permettermi di regalare le mie "bambine" , però tento di regalare le emozioni che provo. 68 con vibrola e p-90...goduria totale
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 24/03/2016 ore 15:12:45
aveva una grinta che difficilmente riesco a trovare in quelle moderne. forse (forse) il vintage non è sempre una sciocchezza :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 15:26:33
Non so darti una risposta certa e indiscutibile. Di certo hanno un certo fascino e sono quelle dei dischi che abbiamo nelle orecchie, quindi il nostro giudizio non può prescindere da questo dato di fatto. Oggi i materiali non sono esattamente identici e si cercano caratteristiche differenti da allora. Non dimenticare che negli anni 70 e 80 si guardava a sonorità che oggi sono obsolete e ci fanno spesso inorridire. Si cercava la potenza con pick ups ceramici che oggi snobbiamo ma che un domani potrebbero tornare di moda. Cerchiamo il suono dei les paul del 59 che negli anni 70 da noi erano snobbati e li capivano solo i rockers di alcune band americane. Tutto questo per dire che magari oggi sottovalutiamo ciò che ci passa di frequente per le mani e mitizziamo le cose più rare,ma un domani potremmo farlo con la produzione odierna.
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 26/03/2016 ore 08:47:08
certo, il tuo ragionamento non fa una piega.
il punto è che, indiscutibilmente, un operaio (ma mi piace sempre chiamarlo "artigiano") che 50 anni fa doveva assemblare 4 pezzi di legno aveva più tempo e "rilassatezza" per farlo al meglio delle sue possibilità, considerando la domanda sicuramente inferiore rispetto a quella di oggi. ecco allora che la firebird del '68 che ho "resuscitato" risultava essere ancora perfettamente intonata, ecco che i suoi splendidi P90 avevano ancora una botta e una "freschezza" di suono da fare invidia...
ma oggi? per motivi di lavoro me ne passano a decine, di chitarre "importanti" sotto le mani...ebbene, in alcuni casi non ho problemi a dire che, essendoci oggi una domanda mostruosa, non è raro né scabroso trovare esemplari poco riusciti. non sono mai stato un amante del vintage a tutti i costi, ma cazzo....quella firebird lì sembrava or ora posata in custodia da johnny winter....
ancora complimenti a te per la passione e la splendida collezione :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 26/03/2016 ore 10:00:36
Intanto ti ringrazio per i complimenti, poi per aggiungere ancora qualcosa vorrei dire che per esempio, alla Fender,quando uscirono le prime vintage replica, valsi a dire le famose "Fullerton", ora ambitissime dai collezionisti, lavoravano al progetto, non più di 10 persone. Quindi le potremmo considerare quasi delle masterbuilt del custom shop attuale. Anche se avendone avute un po (ora rivendute), devo dire che all'epoca non le trovavo così entusiasmanti dal punto di vista sonoro. Però in linea di massima erano fatte bene. Certo è che massificazione produttiva e globalizzazione, in questo caso (mi riferisco alle chitarre ben fatte) non giova. Sono comunque fermo sul fatto che ogni chitarra é un mondo a sé e nella peggiore delle ipotesi anche dal concime può nascere un bel fiore.
Rispondi
di MatteoTo [user #43243]
commento del 24/03/2016 ore 08:57:44
Complimenti per l'articolo (come tutti quelli che hai scritto) e per lo strumento strepitoso. Seguo Maurizio Solieri (che reputo un grande chitarrista) e ho già visto la chitarra in questione: compare nel dvd didattico"Tracce per il Rock &Roll" dove esegue alcune interpretazioni di assoli classici con alcuni suoi strumenti vintage.
vai al link
Il suono che si sente e' bellissimo, (l'interpretazione magistrale...) insomma, mi sono innamorato di questa chitarra...
Grazie per la condivisione delle tue conoscenze, i tuoi articoli sono da vetrina.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 09:06:12
Grazie a te e grazie per il video di Maurizio. Così si sente un po il suono della "bimba".
Rispondi
di Sparklelight [user #41788]
commento del 24/03/2016 ore 13:06:28
Bella storia e gran chitarra, dovrebbero bannarti per tutti gli attacchi di gas che provochi :-D
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 14:54:08
Lo prendo come un complimento. Se ami le Les Paul sto lavorando ad un articolo in due puntate. la prima la invio in questi giorni. Questo è un articolo di pura passione per una chitarra sottostimata, con il prossimo penso di movimentare le acque.
Rispondi
di MetalPaul utente non più registrato
commento del 24/03/2016 ore 14:10:46
Hetfield con la Firebird? Ma non era l'Explorer? :/
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 14:51:45
vai al link

Comunque è vero che usa più spesso le explorer
Rispondi
di lupin81 [user #3206]
commento del 24/03/2016 ore 17:01:01
Ti faccio i complimenti perchè alcune settimane fa avevo messo anch'io gli occhi su quella chitarra presso un noto negozio bolognese specializzato in vintage.. Citandoti, peccato che non avessi la tasca carica e la scusa pronta con la moglie! ;)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 20:07:23
Vedi che ho fatto bene a darmi una mossa... Se avevi un po'di tasca in più adesso l'articolo l'avresti scritto tu. Comunque il passaggio in negozio fa appunto parte delle lunghe peripezie che ci sono volute per aggiudicarsi il pezzo e se vai a rileggerti i miei articoli noterai che in quel negozio qualcuna è ritornata....ahimè
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 24/03/2016 ore 18:20:01
Posso solo dire che... te le meriti tutte!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 20:08:59
L'importante è riuscire a trasmettervi qualcosa e farvi passare qualche istante nel magico mondo di queste chitarre. Grazie.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 25/03/2016 ore 09:51:20
Ci riesci perfettamente. Grazie a te!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 13:12:57
A breve terminerò un articolo che ti dovrebbe piacere. Stay tuned!
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 26/03/2016 ore 09:10:04
Mamma mia. Temo di avere intuito l'argomento... :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 26/03/2016 ore 09:39:41
;-)
Rispondi
di jakeelee [user #34260]
commento del 24/03/2016 ore 20:40:59
Leggerti è davvero un grande piacere.
Grazie mille!!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 21:07:12
Grazie a te!
Rispondi
di sidale [user #29948]
commento del 24/03/2016 ore 22:36:21
Amo la firebird per le sue forme sinuose e sono ormai deciso a provarla per capire se anche il suono è all'altezza,i modelli ora sul mercato montano pick up ceramici molto spinti e non ho idea di come suonino veramente(di you tube non mi fido).La tua ha magneti in alnico?
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 24/03/2016 ore 23:40:00
Assolutamente sì. All'epoca erano in alnico come nel les paul deluxe con l'unica differenza che non avevano le viti a vista. Quando levi la copertura,vedi solo le bobine con una barra centrale ,attorno alla quale si avvolge il filamento di rame. Tieni presente che farsi un idea del suono ascoltando youtube è come sentire Pavarotti che canta con al posto del microfono un telefono. Non rende esattamente uguale,non trovi? Il mini humbucker è un pick up fantastico ma ahimè poco capito, ha un suono meno grosso di un humbucker ma pastoso e ricco di armonici. Puoi farlo suonare twangoso come una telecaster o tirarci fuori il suono un po cupo e nasale del pick up al manico della strato di Hendrix, oppure schiarirlo moltissimo per fare del country. Insomma a me piace molto perchè lo trovo versatile. A patto che ti fermi un po' per capirlo. Senti qui allen collins nell'a solo di free bird: vai al link o il vecchio Johnny winter: vai al link per altro totalmente diverso in questa versione: vai al link o qui: vai al link Qui si sente un poco meglio il suono: vai al link vai al link Naturalmente tenendo presente che dal vero è decisamente meglio
Rispondi
di sidale [user #29948]
commento del 25/03/2016 ore 02:48:32
Conosco bene gli artisti che mi hai segnalato e amo il loro suono e il loro tocco,mi spiace che alla Gibson montino pick up "scorretti" dal punto di vista sonoro snaturando così la chitarra,comunque molti produttori di magneti propongono prodotti fedeli alla tradizione.Scoccia il fatto di acquistare una chitarra nuova e doverla subito modificare,grazie per le precisazioni e complimenti per il tuo magnifico strumento.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 07:31:54
Grazie. Per quanto riguarda le politiche aziendali di casa Gibson, capisco e condivido per certi versi il tuo disappunto, d'altra parte mentre una volta vi era un a sola linea di produzione per lo più costosa,che obbligava il cliente a spendere parecchio dando in cambio uno strumento professionale. Oggi vi sono linee di produzione quasi per tutte le tasche e per farlo, da qualche parte devono "limare" i costi o, come direbbero loro, "darti un'alternativa". Senza contare i cambi di esigenze dei chitarristi e soprattutto la volubilità della nostra categoria.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 25/03/2016 ore 15:45:48
Il mini-HB ha di mini solo le sue dimensioni. Avendo una LP Deluxe asserisco che è forte per pilotare pedalini e preampli più di un PAF su LP Standard. Sono sicuro che MAI li cambierai sulla Firebird. Ho visto una non-reverse a 3 P90 - l'aveva comprata a Londra un amico di Venezia. Non gli è poi piaciuto il design ma gli ho detto di tenersela.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 15:52:45
Grande Claes!! Ben arrivato. Direi che tanto per cambiare siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Lunga vita al mini Humbucker!!
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 25/03/2016 ore 17:35:02
Vi sono innumerevoli varianti del PAF. Il mini è però sottovalutato... troppo! Ne spieghi bene il potenziale :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 17:45:18
Il mini humbucker è un pick up super cool, come direbbero oltre oceano. Nel mio prossimo articolo mi dilungherò un po' a spiegare perchè e forse stuzzicherò più di qualcuno.
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 26/03/2016 ore 08:50:31
e di un'accoppiata P90/mini HB che ne dite :) ?
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 26/03/2016 ore 09:48:56
La firebird 3 di Allen Collins dei Lynyrd Skynyrd...stupenda e gran suono vai al link vai al link
Rispondi
di diaul [user #33456]
commento del 25/03/2016 ore 00:26:42
Complimenti per l'acquisto!
Per curiosità, visto che la tua ha i pup in alnico, hai per caso avuto modo di compararla con una equipaggiata con i ceramici? Se si, che differenze hai notato? Te lo chiedo perché la mia monta i ceramici, hanno una bella dinamica per dire il vero, però.....sarei tentato di provare a montare qualcosa in alnico.
Ciao
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 00:55:51
In effetti sì. Ho provato circa un annetto fa una firebird studio che credo monti pick up ceramici. Nella fattispecie non mi aveva entusiasmato, ma in realtà la cosa poteva dipendere anche dal tipo di ampli che se non erro era un Marshall combo di cui non ricordo il modello. Però non sottovaluterei il pick up ceramico, che forse sacrifica un po'di corpo in favore di un attacco e un'uscita più decisi. Alla fine se dovessi consigliarti, ti suggerirei una prova comparata utilizzando il tuo ampli di riferimento, in modo da avere parametri attendibili. Tieni presente che sono molto legato a sonorità dagli anni 70 indietro e magari il mio giudizio è un po' troppo di parte, nonostante io cerchi sempre l'obiettività. Se ti capita credo che la produzione custom shop preveda pick ups in alnico, potrebbe essere l'occasione giusta. Un'ultima cosa, se la tua chitarra è bella, tienila così e magari affiancale un pezzo con caratteristiche differenti. Quando invecchiano, gli strumenti tutti originali sono sempre più quotati.
Rispondi
di diaul [user #33456]
commento del 25/03/2016 ore 01:04:38
La mia è del 91, sicuramente monta i ceramici, che sui suoni aggressivi son molto efficaci, però su quelli clean e leggermente crunchati (quelli che adoro) secondo me mancano un po' di "crema". Di fatto mi hai confermato quanto sospettavo.
Penso cmq che per Natale mi regalerò una coppia di pup in alnico e poi vedremo.
Resta inteso che conserverò i suoi originali.
Grazie per la dritta.
Ciao
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 01:09:10
Dovere! Keep rockin' bro!
Rispondi
di diaul [user #33456]
commento del 25/03/2016 ore 12:46:19
;-)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 13:11:09
Curiosando in rete,ho scoperto che le firebird tribute 70 montano p.u. in alnico. Se provi a sentire non dovrebbero costare un'esagerazione.
Rispondi
di diaul [user #33456]
commento del 25/03/2016 ore 13:39:49
Buona questa dritta, anche perché mi stavo guardando in giro (Lollar, Klein, ecc) e son costosetti!
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 25/03/2016 ore 14:13:44
Volendo c'è anche l'alternativa classica dei Duncan vai al link (mai provati, probabilmente inferiori a Lollar, ma comunque con prezzi non insostenibili)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 15:28:28
Personalmente ritengo la serie Antiquity molto interessante, tuttavia probabilmente due gibson su ebay, levàti da qualche tribute li ho visti a circa un cinquantello l'uno,che non é una cifra drammatica. Mi sa che duncan o lollar richiedono non meno del doppio. Da valutare i kent armstrong che non conosco ma sembrano avere prezzi bassi.
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 25/03/2016 ore 16:35:58
I KA sono coreani, non sono male, meglio di alcuni pickup standard "di marca" ma non eccezionali. I Lollar viaggiano a 179USD l'uno ;-) Direi che l'alternativa dell'usato è sempre buona, segnalavo i Duncan perché il sito dà i non-antiquity in alnico a 80USD che sono tutto sommato ragionevoli, e probabilmente offrono comunque una buona qualità.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 25/03/2016 ore 17:11:04
La mia personale esperienza con i duncan in generale è ottima. A un prezzo di solito non esorbitante con duncan non si sbaglia mai. Ottima qualità a cifre accessibili,soprattutto nell'usato.
Rispondi
di diaul [user #33456]
commento del 29/03/2016 ore 13:45:41
Conoscevo la serie Antiquity, ma non quella "standard".
Grazie!
Rispondi
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