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Tre buone ragioni per avere una Tele
Tre buone ragioni per avere una Tele
di [user #116] - pubblicato il

Diego Geraci è un chitarrista da urlo. Il suo "RoadHouse Stomp" ha impazzato in redazione per diversi mesi sommergendoci di frizzantissimo rock’n’roll e country. Sarà uno sballo sentirlo dal vivo a Custom Shop e vederlo strapazzare le sue Telecaster, chitarre che per lui sono un'autentica fede.
Come saranno impostate le tue esibizioni a Custom Shop? 
Beh, farò quello che mi riesce meglio: suonare! Ovviamente la mia deformazione di “club rocker” mi impone di dialogare con il pubblico, tra una battuta e l’altra, citando la genesi di ogni pezzo che suonerò. Suonerò dei brani con una sezione ritmica che adoro, ossia Andy Caligaris al rullante..

Come al rullante?
Sì, hai capito bene, solo il rullante; suonato con le spazzole, con le bacchette, con le fruste, accompagnato con le maracas, ma sempre e solo rullante. E poi Roberto Marmieri al contrabbasso. Roberto è un contrabbassista italiano storico, probabilmente il migliore, membro degli Starliters, la formazione western swing famosa in tutto il mondo.

Cosa farai sentire?
Suonerò degli strumenti vintage e artigianali che mi saranno forniti da Francesco Balossino di C’esco’s Corner. Voglio far sentire le sfumature degli strumenti di alta qualità, che essi siano d’annata o di razza. 

Tre buone ragioni per avere una Tele

Che chitarre ti vedremo al collo?
Porterò la telecaster artigianale costruita per me da Custom Relics Guitar. E’ uno strumento da battaglia che mi permette di smontarlo facilmente quando viaggio in aereo su compagnie low cost, senza perdere un briciolo della grinta tipica degli strumenti dal sapore vintage; poi mi porto la BroncoCaster, uno strumento “zero” sul quale nascerà una linea di strumenti molto particolari. Di base è una tele ma con una scelta di pick up ambiziosa, una linea del manico molto particolare e un suono che lascia a bocca aperta. Paolo Lardera, di BlackBeard Guitars mi ha inoltre preparato una delle sue telecaster “rustiche”, con un carattere da archtop, un look mozzafiato e la suonabilità che contraddistingue i suoi strumenti.

E questa parata di telecaster dove la attacchi?
L’ampli sarà un RL Technology, una testata da 30watt interamente valvolare con un cabinet con due coni da 12 pollici. Roberto Lavorgna, il “boss” dietro la RL, vive a 5 km da casa mia e costruisce degli ampli con un suono incredibilmente trasparente e dinamico. Poi avrò tra le mani qualche chicca di Francesco, roba vintage da far salire l’adrenalina! Insomma ci sarà da godere, per gli amanti del vintage e non….

Quando imbracci una di quelle chitarre modernissime, super tecnologiche, che cos'è che non ti fa sentire a casa e rimpiangi le tue "vecchiette"?
Beh sicuramente i manici! Redd Volkaert, alla mia domanda “Quale è la ricetta della telecaster perfetta” ha risposto “il manico generoso al primo posto”. Credo che le chitarre di concezione moderna abbiano dei manici troppo sottili per il suono che cerco. Un manico “gigantesco” è sinonimo di suono gigantesco. Armoniche, sustain, attacco, carattere dello strumento, credimi, risiedono tantissimo nella costruzione del manico. Ovviamente sto parlando del mio suono, dove prevale la chitarra e l’amplificatore, suono pulito, ricco di twang e reverbero. Un’altra cosa sono i pick up. La ricerca della “pompa” a tutti i costi ha un poco appiattito il suono generale. Non mi fraintendere, sono un chitarrista e so benissimo che il volume non è mai abbastanza, ma preferisco che i pick up abbiano un’uscita ragionevole e magari non siano proprio a filo con le corde, ma un pizzico “annegati” nel body, giusto per dare respiro allo strumento. Steve Ray Vaughan aveva dei pick up molto potenti, ma erano quasi in linea col battipenna, diceva che si sentiva il carattere del legno dello strumento, non so se è vero, ma basta poco per cambiare il suono alla propria chitarra.

Tre buone ragioni per avere una Tele

Tre buone ragioni per cui ogni chitarrista dovrebbe avere una telecaster...
Intanto perché è uno strumento che non perdona, se usato correttamente. Se impari a suonare bene una telecaster sarà come aver guidato sempre su strade sterrate e poi fare un viaggio in autostrada, una volta che imbracci un altro genere di chitarra, tutto filerà liscio! Il secondo motivo è che è uno strumento veramente versatile. Il pick al manico, se settato correttamente, suona come una archtop. La combinazione dei due pick up ricorda il suono delle Gretsch di Chet Atkins, e il pick up al ponte è un vulcano di suoni: aperto e pulito è il legame con tonnellate di musica degli anni 50 e 60, se chiudi leggermente il tono suona come una Bigsby nelle mani di Grady Martin, se aumenti il drive, con questo preset, sembrerà un p90. Se lo porti in crunch o in elevata saturazione puoi tranquillamente suonare rock and roll di spiccata matrice americana. Il terzo motivo è semplice: anche se è stata concepita quasi 70 anni fa, è ancora uno strumento comodo, maneggevole, ed una base perfetta per ogni tipo di customizzazione. E’ come la Ford-T, macchina proletaria, ma ricca di fascino, usata sia in ambiti eleganti, che trasformata in mostro da corsa dagli hot rodders degli anni 50.

In che progetti musicali sei coinvolto al momento?
Per adesso sono interamente coinvolto nel lavoro col mio trio, il Don Diego Trio, un combo dove suono country “alla vecchia”, rockabilly, honky tonk e western swing. Siamo appena tornati dal Texas dove ci siamo divertiti da matti a suonare la “loro” musica a casa “loro” e sto progettando di ritornarci presto. Ci aspetta una primavera e un’estate molto intensa, dove siamo chiamati, oltre che per fare il nostro spettacolo, a fare da backing band per diversi artisti stranieri che, per esigenze logistiche, arrivano in Italia (o in altri stati europei) senza la loro band, e tocca a noi farlo! Parallelamente suono con un altro trio, The Grill Bills, dove suono rockabilly nudo e crudo, perchè mi piace da matti! Avrei mille altre idee in testa, tipo uno show da solo, alla Merle Travis, o fare una formazione di puro western swing, con lap steel, violino e un paio di voci, ma le giornate si dovrebbero allungare di altre 7 ore!

custom shop milano 2016 don diego geraci interviste
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