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AAA suonasi Nocaster del 1951, unico proprietario
AAA suonasi Nocaster del 1951, unico proprietario
di [user #4093] - pubblicato il

Scovare una Fender Nocaster, forse la più anziana e ricercata tra le solid body, che sia appartenuta a un solo uomo è già una rarità, ma poter suonare quella parentesi di storia tra Broadcaster e Telecaster per condividere l'esperienza è un'occasione unica.
Durante la mia visita al suo negozio sono state due le rarissime chitarre presentatemi da Steve, il proprietario di Austin Vintage Guitars. Avevo appena lasciato andare una bellissima e intonsa Stratocaster del gennaio del '57, uno strumento con un suono grintoso e incredibilmente moderno, ma quella che vi vado a raccontare è qualcosa che ho sempre e solo visto in foto, ossia una rarissima Fender Nocaster del 1951 che può vantare un solo proprietario.

Per dovere di cronaca, è giusto dire che la Nocaster in realtà è uno strumento che "non esiste", nel senso che questo nome gli è stato affibbiato dai collezionisti in seguito a una specifica vicenda, ed è anche giusto aggiungere che la Nocaster è in realtà una Fender Broadcaster ma senza questa scritta sulla paletta.
La storia penso che la sappiamo tutti, ma è giusto ripassarla, facendone un piccolo riassunto, per entrare nel vivo dello strumento.


Correva l’anno 1951, Leo Fender aveva appena lanciato la sua creazione, quella che sarebbe poi diventata la Telecaster. L'aveva chiamata, in origine, Broadcaster in onore al trend del momento, ossia la televisione: broad è la contrazione di "Broadcast", ossia trasmissione televisiva. Era lo strumento su cui stava puntando tutte le sue forze e le sue risorse, quello con cui era deciso a invadere il mondo. Era una chitarra che non fischiava, con un look accattivante, un suono che bucava lo spettro sonoro e, particolare non trascurabile, una realizzazione semplice e adatta all’imperversante moda del consumismo. Peccato che Gretsch, colosso del tempo nel campo degli strumenti musicali, costruiva un kit di batteria denominato "Broadkaster". Non passò molto tempo quindi che Leo si vide recapitare in azienda una lettera da Gretsch che gli faceva "notare" che il nome era troppo simile al loro kit, e che il loro nome era già stato registrato. Leo avrebbe anche potuto intentare una causa, ma aveva paura di perdere con un'azienda gigantesca come Gretsch, armata di buoni avvocati e ingenti risorse. Ha preferito quindi, di fretta e furia, tagliare la dicitura Broadcaster dalle decal già pronte, finire e consegnare gli strumenti già in ordine, e nel mentre pensare a una soluzione che lo potesse rimettere in carreggiata quanto prima.
Sapeva che il suo prodotto non sarebbe stato affossato da una bega legale o da una piccola defiance dovuta a un errore banale, quindi nei primi mesi del 1951 un numero imprecisato di strumenti (tra i 275 e i 400, fondamentalmente delle Broadcaster) uscì dalla fabbrica col solo logo Fender sulla paletta. Nessuna dicitura rimandava al modello di riferimento. Da qui, i collezionisti, negli anni le hanno denominate Nocaster.
Se dal punto di vista sonoro e costruttivo siamo a pochi millimetri da una Telecaster (il nome scelto dopo un'attenta riflessione, anche qui con chiaro tributo alla televisione) e da una Broadcaster, da quello collezionistico siamo di fronte al "Gronchi Rosa" degli strumenti musicali.
La chitarra è diventata l’ossessione per alcuni proprio per la rarità e quel velo di incertezza e paura con cui era stata assemblata. Immaginate il panico che si doveva essere scatenato ai vertici Fender! Tutte le ambizioni sarebbero potute crollare in un attimo se solo una costosa e lunga bega legale avesse rallentato, in favore di altre grandi marche, la corsa allo strumento solid body definitivo (per il tempo). Sono piccoli aspetti che un collezionista guarda con attenzione quando stringe tra le mani una testimonianza di un’epoca come una rarissima Nocaster. Ironia della sorte? Adesso Fender possiede Gretsch! Quindi la storia ha sempre dei risvolti da romanzo.


Quella che mi sono trovato davanti, oltre che una chitarra rara, è anche una chitarra che ha avuto, dal 1951, un solo proprietario. Il boss di Austin Vintage Guitars ha comprato questa chitarra dalle mani della figlia di colui che, fin quando la morte non è sopraggiunta, l’ha usata quasi giornalmente. Le condizioni sono quelle di uno strumento che ha suonato, e suonato, e suonato, ma sempre nelle stesse mani! La tastiera è quasi scavata in alcuni punti (uno scallop naturale oserei definirlo). Il manico (quello delle prime Broadcaster e quindi pure delle Nocaster) era noto per essere una specie di mazza da baseball, grosso e con una bella sezione a U eppure, passandoci il pollice per delle decadi, si è leggermente assottigliato.
Il peso è quello di una piuma. La suonabilità non è facile, sia chiaro. Ma, una volta presa la mano, diventa un piacere.
L'elettronica è molto particolare, perché il circuito delle Nocaster-Broadcaster è leggermente diverso da quello delle Telecaster. Alla posizione 1, quella più vicina alla paletta, abbiamo il solo pickup al manico con il filtro dei bassi inserito. È un suono che in molti definiscono muddy, fangoso, scuro. Originariamente era stato concepito per i chitarristi che dovevano imitare le linee di basso, supportando con degli accordi ogni tanto. È stato però quasi un flop, perché quasi nessuno lo usava: troppo cupo e troppo basso nel mix generale. La seconda posizione, quella intermedia, ha invece il pickup al manico diretto all’uscita, senza il controllo di tono attivo. La terza posizione attiva il pickup al ponte, e quello che conosciamo come il controllo di tono è in realtà un controllo del mix tra il pickup al manico e quello al ponte (blend). Una soluzione geniale (che andrebbe rivalutata su qualche replica secondo me) ma che è stata soppiantata da quella che conosciamo ormai tutti sulle Telecaster, anch'essa geniale visto che permette gli swell col tono, nel tentativo di imitare una lapsteel.
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Carico di fascino è anche il corredo originale: la custodia "thermometer", che oggi chiameremmo semplicemente "custodia sagomata", ma che un tempo, visto che la forma ricordava un termometro a bulbo, era stata così simpaticamente rinominata. La bellissima tracolla in pelle e il cavo a mollettone di un grigio che non si vede più da anni. E infine lo scratch sul retro del body, che non nasconde le generose dimensioni del suo proprietario, che doveva essere uno di quei "ciccioni buontemponi", visto che i segni della sua fibbia (sono certo che fosse una di quelle ampiamente decorate, da buon signore texano) si trovano in una zona a dir poco inconsueta.


Non riesco a non pensare alla fedeltà dimostrata dal suo possessore verso questo strumento. Avrebbe potuto rivenderlo già vent'anni fa per ricavarci un gruzzoletto niente male. Eppure l’ha tenuta con se! Dubito che abbia avuto altri strumenti dopo (i segni del tempo "suonato" sono veramente tanti), ed è improbabile (visto l’età dello strumento in questione) che possa aver avuto altre chitarre elettriche prima. Siamo di fronte a un rarissimo esempio di strumento per tutta una lunga vita. E mettergli le mani sopra, ora che ci penso, è stato quasi un sacrilegio. Scusami signore texano di cui non so nemmeno il nome!
chitarre elettriche fender nocaster vintage
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di eugenio01 [user #39191]
commento del 13/04/2016 ore 16:22:04
non vedevi l'ora di arrivare al pu al ponte :-)
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di Don Diego [user #4093]
commento del 13/04/2016 ore 18:14:42
il Twang è la mia droga! eheheeh
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di swing [user #1906]
commento del 13/04/2016 ore 16:46:34
Finalmente ho scoperto da dove arriva il nome Telecaster! Ora vorrei sapere cosa c'è dietro a Stratocaster :)
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di Don Diego [user #4093]
commento del 13/04/2016 ore 18:15:45
detto fatto: strato stava per "stratosphere", un legame con la moda per la fantascienza degli anni '50. Anche nella scelta dei nomi il grande Leo ci azzeccava sempre!!!
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di tittis [user #28285]
commento del 13/04/2016 ore 22:07:54
per quel che ne so io, tele era riguardo alla televisione : una novità per l'epoca. Strato : stava per stratofortress, i bombardieri B52, tutto quà ...
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di Spacecaster [user #42955]
commento del 13/04/2016 ore 18:22:04
stava per stratosphere! Leo era lungimirante
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di Don Diego [user #4093]
commento del 13/04/2016 ore 18:42:02
eeheheheeh abbiamo risposto quasi in contemporanea! con lo stesso riferimento e lo stesso pensiero verso il grande Leo!
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di Spacecaster [user #42955]
commento del 13/04/2016 ore 18:47:27
Grande Diego! hai risposto prima tu però...devo ammetterlo :-)
Gran chitarra la nocaster...quando si mettono le mani sulla storia è sempre un'immensa emozione
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di brucefan [user #12231]
commento del 13/04/2016 ore 18:37:42
CHE MERAVIGLIA !!
Uno dei rari casi in cui provo “INVIDIA” per qualcuno !!! In senso buono … si intende !!
Quanto è bella sta chitarra !!!
Dalle venature il body sembra a pezzo unico … sarebbe un’ulteriore rarità …
Domande: vista l’usura della tastiera immagino sia stata ritastata … o così sembra dalle foto … giusto ? Sai il prezzo ?
… Metti che faccio sto benedetto sei al superenalotto … mi fiondo ad Austin con il primo aereo !!! :) :) :)
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di Don Diego [user #4093]
commento del 13/04/2016 ore 18:39:5
penso sia stata ritastata, e cmq un lavoro fatto benissimo! il prezzo non era sicuramente quello alla portata di tutti.....si parla di 37.000 dollari mi pare.....li vale? per me si! sarebbe come avere un quadro di Picasso in casa di una persona che ama la pittura del '900......non sono soldi sprecati insomma
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di nawa utente non più registrato
commento del 13/04/2016 ore 18:57:36
non vorrei sbagliarmi ma c'è una nocaster messa solo leggermente meglio a 75000 dollari circa.
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di brucefan [user #12231]
commento del 13/04/2016 ore 18:57:07
... sto dicendo un'eresia ... ma per i soldi che ci vogliono per un Picasso sai quante pareti riempirei di queste meraviglie ... e poi vuoi mettere il fatto che il Picasso non puoi tirarlo giù dalla parete e suonarlo :)
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di Don Diego [user #4093]
commento del 13/04/2016 ore 18:57:54
la penso esattamente come te.....ma shhhhhhh,.....che se ci legge un culture dell'arte ci manda i sicari a casa! hahahah
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 13/04/2016 ore 22:49:01
Poi un giorno vieni a casa mia ;-)
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di Don Diego [user #4093]
commento del 14/04/2016 ore 09:41:39
sono già sotto casa tua! fai il caffè e apri il portone!!!!
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 14/04/2016 ore 10:27:
hahahaha... OK. Scaldo la Nocaster e la 64 Fiesta red.
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di Don Diego [user #4093]
commento del 14/04/2016 ore 12:02:22
una fiesta red è come il cacio sui maccheroni!!!!
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di brucefan [user #12231]
commento del 14/04/2016 ore 19:40:09
... se mi metto in un angolino e non disturbo posso venire anche io ? :) ... porto una bottiglia di Jack Daniel's ... :)
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di mmas [user #15948]
commento del 14/04/2016 ore 12:57:27
mamma mia ragazzi...
complimenti Diego bell'articolo, grazie per averlo condiviso e per le foto
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di Don Diego [user #4093]
commento del 14/04/2016 ore 13:52:48
grazie per le belle parole! adoro fare male ai pensieri dei miei amici chitarristi eehehehe
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di Benedetto utente non più registrato
commento del 14/04/2016 ore 18:28:27
Apprezzo sempre i tuoi articoli, anche perché tratti la mia materia preferita, però dai video che fai il tuo modo di suonare (bello molto bello) prevarica sempre sullo strumento. Hai personalità e in mano a te suonano tutte bene ste chitarre...anzi sembra sempre la stessa chitarra (e qui forse ho esagerato un pò...). Ciao e grazie!
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di Don Diego [user #4093]
commento del 15/04/2016 ore 10:25:29
Ciao Benedetto! Grazie per le parole verso il mio playing! Sicuramente io tendo a farle suonare tutte simili perchè sono un "mestierante" che suona dal vivo per 150 sere l'anno da più di 20 anni....però cerco sempre di fraseggiare alla stessa maniera proprio per far sentire le micro sfumature tra i vari pezzi che recensisco! Considera un'altra cosa: quelle che sentirai sono SEMPRE belle chitarre che suonano bene! Se mi metti in mano uno strumento che non risponde il mio playing si va a far benedire ehehehehe......stay Twang!!!!
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di nozzi [user #9429]
commento del 14/04/2016 ore 19:27:01
Anch'io non riesco a smettere di pensare al proprietario, quest'uomo che per una vita ha suonato e suonato e suonato la sua chitarra. E che chitarra. Ma quella che ci ha raccontato Diego stavolta non è la solita recensione di uno strumento (per quanto pazzesco e desiderabilissimo come questa Nocaster) ma la storia, il romanzo, del legame che ci può essere fra una persona e quel particolarissimo oggetto che è uno strumento musicale. Un dialogo fitto e continuo, un pescare ogni giorno dal pozzo dell'anima, uno zappare quotidiano, una consuetudine. Poi, per noi mortali, arriva la morte. Le chitarre, invece, salvo eccezioni ci sopravvivono. E chissà se qualcosa di noi sopravvive in esse. Io sono convinto di sì. E anche Diego. Se no non avrebbe sentito il bisogno, in quella bellissima frase finale, di scusarsi con il precedente proprietario della Nocaster in questione. Mi ha ricordato una storia. Sono sardo, e una volta per un festival di poesia capitai in un gioiellino di paesino nel centro dell'isola, Seneghe: fui ospite per alcuni giorni a casa di una gentilissima e sensibile signora di Milano. La casa, mi spiegò, l'aveva comprata dagli eredi di una signora morta alcuni anni prima. Prima di trasferirsi, chiese e ottenne una foto della precedente proprietaria, la fece incorniciare e la appese nella stanza principale, quella col caminetto. E lì me la mostrò. Pensai che davvero fosse un gesto importante e profondo: nelle case che sono state abitate così a lungo da altri si dovrebbe entrare in punta di piedi, chiedendo permesso. E così, in punta di dita, si dovrebbe fare con una chitarra come questa. L'ho fatta lunga, scusatemi :-) Buona musica a tutti
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di Don Diego [user #4093]
commento del 15/04/2016 ore 10:28:06
Grazie! Hai carpito, forse meglio di me, il senso di questa esperienza! Quasi mistica....che ho ragionato e capito solo dopo qualche settimana, mentre scrivevo l'articolo! Perchè sul momento ero assorbito dallo strumento stesso! E devo dire che quando sono entrato nel famoso negozio di vintage texano, ho chiesto al proprietario "fammi sentire degli strumenti che abbiano una bella storia da poter raccontare", e devo dire che ha scelto due pezzi veramente "pesanti"......ciao e grazie di nuovo!
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di garp57 [user #997]
commento del 18/04/2016 ore 14:21:26
Ne ho una anch'io, eredità di mio zio che la comprò usata a New York nel 1961. Non so di chi era prima che la comprasse mio zio, ma poi è rimasta sempre a lui fino al 1972 quando, purtroppo, morì e passò a me. Non ho il fodero originale. Da tre anni è di mio figlio (che suona molto ma molto meglio di me e molto più di me e siccome le chitarre devono suonare l'ho passata a lui). Sulle emozioni che da e su come suona hai già scritto tutto tu magnificamente. Negli anni ho ricevuto offerte di denaro a palate ma non l'ho mai venduta e mio figlio non ha nessuna intenzione di venderla.
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di Don Diego [user #4093]
commento del 18/04/2016 ore 15:08:42
queste sono le tradizioni di famiglia che più preferisco!
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