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Riflessione semiseria sulle nostre aspettative in campo musicale
Riflessione semiseria sulle nostre aspettative in campo musicale
di [user #35616] - pubblicato il

Qualche tempo addietro ho letto un articolo proprio qui su Accordo che trattava l'argomento delle cover, un argomento scottante con un concreto rischio di creare quelle care, amabilmente violente e sterili polemiche uguagliabili soltanto da discorsi che toccano ambiti politici o sportivi.

Ovviamente se si tratta di fare polemica ho la tendenza a prodigarmi, ma oggi non è questo il mio scopo. La discussione riguardante le cover band e soprattutto i relativi commenti mi hanno fatto riflettere su quelle che potrebbero essere le nostre aspettative in campo musicale.

Stiamo pur sempre parlando di una passione che per molti di noi deve venire relegata al ruolo esclusivo di hobby, facendo obbligatoriamente i conti con il tempo libero che possiamo dedicare a essa. Alla luce di questa premessa posso sostenere che tutti coloro che, come me, fanno musica per hobby possono permettersi il lusso di suonare quello che vogliono e smettere nel momento stesso in cui il divertimento viene a mancare, cosa che magari uno che vive di musica non può fare.

Ma voi, invece, che aspettative avete? 
Propongo un'ironica riflessione, semiseria ovviamente come tutti i miei articoli, prendendoci un po' in giro su quelle che possono essere le delusioni che derivano da aspettative troppo alte (che magari sono direttamente proporzionali ai sacrifici e alla nostra passione, ma decisamente diverse da quello che offre la "piazza" musicale italiana). L'unico intento è quello di strappare un sorriso e, chissà, un pizzico di sana autocritica che non fa mai male.

Partiamo dalle basi

La strumentazione
Aspettative: qualunque sia il livello del musicista in questione, costui cerca una cosa sola: il sacro Graal in campo musicale, lo strumento che suona meglio al mondo! Se siete alle prime armi qualsiasi strumento nelle vostre mani vi sembrerà suonare malissimo, poi lo prova qualcuno di capace e vi rendete conto che il problema non è lo strumento. Se avete già un po' di esperienza invece, quando prendete in mano uno strumento nuovo cercate il colpo di fulmine, una sensazione nuova e al tempo stesso familiare che vi fa stringere le budella e vi illumina l'anima. E' una sensazione forte, ma che cresce lentamente mentre state provando lo strumento giusto per voi. Iniziate a percepirla e, a mano a mano che suonate, il sorriso sulla vostra faccia si allarga. Diventate perfino gelosi di quello strumento e se nel negozio c'è qualcuno che lo guarda o che sta aspettando per poterlo provare gli rifilate il vostro sguardo più truce. I più emotivi e intraprendenti possono anche lanciarsi in piccole effusioni amorose o in fiumi di lacrime di gioia.

Realtà: la realtà per il musicista amatoriale è quasi sempre amara e obbliga ad aggiungere un piccolo ma fondamentale corollario alla precedente formula di ricerca: si vuole lo strumento che suona meglio al mondo, nel proprio risicato budget di spesa. Le emozioni che ho descritto nel paragrafo precedente esistono davvero e le lacrime fuoriescono quasi sempre dopo aver provato lo strumento giusto, solo che di solito escono alla cassa e non sono di gioia.

Riflessione semiseria sulle nostre aspettative in campo musicale

Lo studio a casa
Aspettative: sentite un pezzo che vi piace e decidete di studiarlo. Prendete la chitarra e iniziate a tirarlo giù a orecchio perché si sa, i tabulati sono una ciofeca e gli spartiti sono freddi e non contengono la dinamica di un pezzo, che è la sua vera essenza. Dopo meno di un'ora di studio già padroneggiate il pezzo e lo sapete suonare così bene che scrivete una mail dal tono sprezzante all'autore con le vostre correzioni.

Decidete finalmente di registrarvi perchè solo registrandosi si riesce a percepire la reale bontà dell'esecuzione. Vi impegnate, inspirate a fondo e partite con la registrazione. Quando la risentite potete finalmente apprezzare tutte quelle sfaccettature stilistiche che avete pensato e magistralmente inserito durante l'esecuzione del pezzo e il risultato è un incrocio tra i rumori soavi della natura e il canto ipnotico delle sirene, una sorta di armoniosa carezza sul vostro volto solcato dalle rughe dello studio.

Realtà: sentite un pezzo che vi piace e decidete di studiarlo. Prendete la chitarra e iniziate a tirarlo giù a orecchio. Dopo due ore siete ancora fermi a cercare di capire quale diavolo sia il terzo accordo della progressione armonica, però non vi perdete d'animo, d'altronde ne mancano solo altri 32 per finire il pezzo.

Alla fine scaricate i tabulati perché si sa, tanto vale sfruttare il lavoro di qualcuno che si è già sbattuto prima di voi. Gli spartiti nemmeno li prendete in considerazione perchè non li sapete leggere. Sul tabulato il famigerato terzo accordo non vi torna e suona male e quindi lo sostituite con uno a caso (di solito una variante del "MI minore" che fa sempre figo e non impegna). Dopo ore e ore di studio decidete finalmente di registrarvi. Vi impegnate, inspirate a fondo e partite con la registrazione. Quando la risentite potete finalmente apprezzare tutte quelle sfaccettature stilistiche che avete faticosamente studiato e il risultato è un incrocio tra i rumori tellurici del rifacimento del manto stradale, l'espletamento di funzioni corporee e lo stridio dei rebbi di una forchetta passata su un piatto.

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Le prove col gruppo
Aspettative: prove? quali prove? Nessun componente del gruppo ha bisogno di provare. Sono tutti dei professionisti che hanno imparato perfettamente tutti i pezzi e li sanno eseguire alla perfezione. Si proverà tutti insieme due giorni prima del concerto, più che altro per studiare una coreografia degna di nota.

Realtà: prove? quali prove? Il batterista fa il metronotte e non c'è mai, al suo posto di solito manda un sostituto, un pupazzo raffigurante una scimmia che suona i piatti. Il cantante ha la raucedine, deve far riposare la voce e assumere dosi industriali di propoli e se viene in sala può al massimo sospirare sconsolato. Il chitarrista solista ha preso fuoco mentre studiava l'ultimo velocissimo assolo di Malmsteen e ora è talmente pieno di bende che sembra appena uscito da un sarcofago egiziano. Il chitarrista ritmico soffre di depressione e di mancanza di autostima ed è occupato a tentare per l'ennesima volta il suicidio (riuscendo solo a farsi molto male). Chi manca? Ah si, il bassista, che è l'unico in sala prove, ma alla fine le prove saltano perchè i bassisti possiedono il super potere dell'invisibilità rumorosa (un bizzarro super potere. Non li vedete, ma quando iniziano a suonare ti teletrasportano immediatamente all'interno di un'industria siderurgica).

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La fase pre-concerto
Aspettative: non fate nulla per ricercare una data in un locale, penserà a tutto il vostro manager. Voi siete dei musicisti e dovete concentrare i vostri sforzi solo nella musica, tutto il resto sono solo delle inutili distrazioni.

Realtà: nella realtà la band amatoriale che si propone in un locale subirà sempre la stessa domanda: "Quanta gente mi porti?". Lo so, è un po' come se uno entrasse in profumeria e chiedesse al commesso: "Quante donne farà cadere ai miei piedi questo profumo?", con l'unica differenza che il profumo ha una discreta pubblicità a supporto, mentre voi no. Esattamente come il profumo, però, se la risposta è qualcosa del tipo "non saprei" l'affare non si conclude. Quindi, sia che voi siate dei musicisti amatoriali o dei commessi in una profumeria, rispondete sempre con questa frase: "Scommettiamo che saranno più di cento?", male che vada, se i numeri non saranno dalla vostra parte, ve la caverete con un semplice "ok, ho perso la scommessa".

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Il concerto
Aspettative: tutti i soldi, il tempo e il sudore speso in tanti anni può venire ripagato solo da un evento dal vivo come si deve al palazzetto sportivo locale, con decine di migliaia di persone che urlano e ballano sulle note delle vostre canzoni. Arrivate alla location con una buona mezz'ora di ritardo perchè nella vostra magnanimità vi siete fermati a firmare autografi e fare foto con i fan. I vostri tecnici vi hanno già montato tutto il necessario sul palco e hanno effettuato il setup della vostra strumentazione seguendo le meticolose istruzioni che avete fornito loro. Vi rilassate nel backstage e, anche se avete a disposizione un frigo bar pieno di bevande e una serie di piatti degni dei migliori ristoranti del mondo, rimanete a digiuno e preparate il vostro corpo e la vostra mente con degli esercizi di stretching muscolare e di yoga.

Alla fine salite sul palco e si scatena il delirio. Vi hanno messo a disposizione un impianto talmente potente che mentre suonate quelli della prima fila si devono aggrappare alle transenne per non venire sbalzati via, generando un coreografico effetto banderuola. Suonate al meglio delle vostre capacità, cioè in maniera disumana visto che le vostre capacità sono nettamente superiori a quelle di qualsiasi altro essere umano. Vicino al palco potete ammirare uno stuolo di fanciulle dalla bellezza mozzafiato che vi lanciano indumenti intimi come palese dimostrazione che sono pronte a darvi un figlio, ma voi non vi scomponete perchè ci siete abituati.

Finito il concerto scendete dal palco e vi appare il fantasma di Jimi Hendrix che vi consegna una chitarra costruita e forgiata direttamente nell'Olimpo dei musicisti. Tornati nel backstage gli organizzatori del concerto vi riempiono di complimenti e insistono nel voler corrispondere un generoso extra al vostro già lauto compenso e voi chiaramente, accettate per non offenderli e mentre le vostre quattro massaggiatrici ufficiali (ex top model di fama mondiale) si occupano di rilassare i muscoli e i tendini delle vostre preziosissime mani, vi annunciano che si terrà una festa in vostro onore nella discoteca di tendenza vicino allo stadio. Siete un pochino stanchi e siete consapevoli che se non dormite le vostre 11 ore poi vi si arruffano i capelli, ma ci andrete lo stesso perchè la vostra professionalità non ha limiti.

Realtà: tutti i soldi, il tempo e il sudore speso in tanti anni può venire ripagato solo da un evento dal vivo come si deve al pub di "Gigi 'o zozzone" con decine di persone ubriache e moleste che urlano e barcollano sulle note delle vostre canzoni. Arrivate alla location con mezz'ora di ritardo perchè la macchina non partiva, la strada era molto trafficata e vi siete anche dovuti fermare a fare 10 euro di benzina che eravate in riserva fissa. Il locale possiede delle comodissime scale a chiocciola per raggiungere il piano superiore dove è presente il palco e dopo esservi spaccati la schiena per trasportare tutta la vostra strumentazione scoprite che "Gigi 'o zozzone" non ha un palco, ma semplicemente ha spostato due tavoli per farvi un po' di spazio in fondo al locale. Montate faticosamente tutto quanto, riuscendo incredibilmente a svilupparvi più in verticale che in orizzontale visto il poco spazio a disposizione (il cantante si mette sulle spalle del chitarrista, il bassista nella nicchia vicino al bagno inagibile del locale e il batterista sfrutta ingegnosamente le scale a chiocciola).

Vi preparate al soundcheck, accendete gli amplificatori ma non appena appoggiate il plettro sulle corde "Gigi 'o zozzone" vi urla dal piano sottostante che siete troppo alti e dovete abbassarvi. Abbassate tutti i volumi e date al batterista delle bacchette di marzapane e riuscite a finire il soundcheck (tanto tornerete a volumi adeguati appena inizierà il concerto). Finito il soundcheck tornate al vostro tavolo e vengono a prendere le vostre ordinazioni per la cena. Avete a disposizione un piatto di pasta scotta al pomodoro rancido e una birra annacquata, tutto il resto si paga. Ripulite il piatto di plastica come se fosse il vostro ultimo pasto e preparate la vostra mente e il vostro corpo per il concerto facendo a gara di rutti con gli altri componenti della band.

Alla fine cominciate a suonare e nessuno vi degna di uno sguardo, anzi sono decisamente infastiditi dal fatto che debbano alzare la voce per parlare tra di loro. Cercate di suonare al meglio delle vostre capacità, ma poichè sul palco non sentite gli altri componenti, andate per lo più a memoria tenendovi il tempo nella testa e dopo pochi minuti avete la totale certezza che ogni componente della band stia suonando una canzone diversa. Vicino al palco potete ammirare delle fanciulle dalla dubbia moralità e una in particolare vi lancia inequivocabili sguardi languidi, ma osservandola bene non siete certi che si tratti di una femmina.

Finito il concerto smontate tutto quanto e andate dal gestore per tirare le somme. "Gigi 'o zozzone" si dimostra alquanto affabile e generoso. Vi paga metà del cachet pattuito, piangeno miseria e decurtando delle non ben precisate spese insieme a tasse dagli strani acronimi, oltre a farvi pagare tutte le volte in cui avete usufruito dei servizi igienici (dannata birra annacquata!). A fine serata siete un pochino stanchi e siete consapevoli che se non dormite almeno 4 ore il giorno dopo a lavoro sarete dei cadaveri ambulanti, quindi correte sotto le coperte.

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Il dopo-concerto
Aspettative: troppo facile. Il grande concerto fa schizzare alle stelle il vostro morale e volete scrivere nuovi pezzi, pervasi da una forza vitale che vi fa sentire dei ventenni, ma prima vi godete il meritato riposo. Nel frattempo il vostro manager vi sta organizzando il tour negli States. Una nuova, brillante rockstar è nata e sarà la più splendente di tutti i tempi.

Realtà: il difficile concerto vi demoralizza ancora di più e vi prendete del tempo per riordinare le idee. I vostri compagni spariscono nel nulla e non riuscite a organizzare altri concerti. Incolpate facilmente gli altri per il vostro fallimento. Dallo scarso coinvolgimento dei vostri compagni, alle misere possibilità date da una società che in campo musicale offre solo una distesa arida e silenziosa. Non vi sentite parte di questo mondo e chiudete il vostro strumento in uno sgabuzzino buio, incastrandolo tra la frustrazione e la delusione e ricoprendolo da una coperta ricamata di dubbi, incertezze e perfino rimorsi. Forse rimarrà lì per un po' di tempo, ma la musica è una fiamma che non si estingue facilmente e, se ce l'avete dentro, prima o poi finirà col bruciare di nuovo perché si alimenta con qualcosa che non potete abbandonare: la vostra anima. Queste persone sono le vere, uniche rockstar.


Riflessione semiseria sulle nostre aspettative in campo musicale

Conclusione
Se siete arrivati a leggere fino qui significa una cosa sola: oggi non avevate proprio una mazza da fare!
Le aspettative sono sempre diverse dalla realtà, ma nessuno ci vieta di sognare e di lavorare duro per ottenere qualcosa di più. Nella musica purtroppo la passione da sola non basta, ma coloro che continuano a divertirsi e a rimanere umili facendo musica, nonostante tutto, sono le vere rockstar e al giorno d'oggi se ne vedono sempre di meno.

musica e lavoro
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di Sparklelight [user #41788]
commento del 06/04/2016 ore 07:59:55
Hihihi ;-P
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 06/04/2016 ore 08:03:4
Simpatico articolo...ma vorrei fare una precisazione:
30 anni fa il mondo dei gruppetti non era così. Quando ho cominciato a suonare ci hanno dato in affitto una stalla col tetto a volta. L'abbiamo ripulita e sistemata con un po' di insonorizzazione. Quando aprivamo la porta era come quando mollano per le strade i tori a Pamplona. Ci fiondavamo sugli strumenti e via a suonare. Nonostante le nostre ridotte capacità musicali in due prove si tirava giù il pezzo e lo si eseguiva. Quando suonavi dal vivo ti mollavano 200/250.000 lire, che non erano poche. Ancora adesso non vedo l'ora che sia Venerdì per "scavalcare la recinzione" (della vita familiare) e andare a suonare.
Sai perchè era così? Perchè c'era l'entusiasmo, sia dei musicisti che del pubblico. Avevamo pure i fans e riempire i locali non era un problema. Adesso è tutto diverso, c'è di più ma si fa di meno. Anche l'attenzione alla musica è cambiata perchè il mondo inevitabilmente è cambiato. Non so se adesso è meglio o peggio. Io, nel frattempo, continuo a suonare e divertirmi.

Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 08:59:20
Ciao! Capisco e condivido il tuo appunto, ma sai forse qual è la vera differenza rispetto a 30 anni fa? Che l'entusiasmo era sufficiente per divertirsi, andare avanti e fare dei bei concerti anche a livello amatoriale. Oggi non credo che basti più il solo entusiasmo perchè bisogna scontrarsi con un pubblico latitante e poco avvezzo (qui in Italia almeno) alla musica dal vivo dei gruppi emergenti. I talent ci stanno lobotomizzando con personaggi con innegabili doti canore, ma senza alcuna personalità o reale talento nel song-writing (anche gli "inediti" sono praticamente delle cover). Le band amatoriali vengono seguite dagli amici e da chi ama veramente la musica (che spesso sono altri musicisti), il pubblico in generale non ha più quella passione di scoprire la musica dall'ambiente underground e i locali si sono un po' adeguati a questa filosofia e investono poco nei concerti dal vivo. Infine le band, e qui sono d'accordissimo con te, perchè i gruppi in cui vedo la vera passione (quella che ti porta a vivere la musica a 360 gradi, investendo non poco tempo e denaro in essa) sono davvero pochi e molti finiscono con il suonare quando non hanno altro da fare.
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 06/04/2016 ore 09:21:39
Io dico che la passione la vince su qualsiasi difficoltà. Se hai voglia di fare fai. Tutto qui. Anche nei locali, se ti presenti come si deve suoni. Non è che una volta suonavi dove volevi neh...
C'erano posti che se non avevi fatto il disco non entravi se non come consumatore. E' che la gente si propone a c...o e pretende che la facciano suonare. Le cover vanno un po' interpretate e rivisitate altrimenti non le caga nessuno. Io di sentire il clone di tizio o caio non ne ho nessuna voglia. Comunque se non si hanno pretese e si ama la musica ci si diverte..questo è l'importante.
Rispondi
di MatteoTo [user #43243]
commento del 06/04/2016 ore 17:56:3
Ciao, faccio una domanda da 1 milione di dollari: come si deve presentare un gruppo che fa un misto di cover rock commerciali?
Oltre a curare l'esecuzione intendo...
Questa sarebbe una bella discussione da aprire per un confronto.
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 18:11:36
In base alla mia esperienza posso dirti che ci sono due metodi per ottenere una data in un locale: il metodo lento e il metodo veloce.
METODO LENTO:
- Curate l'esecuzione dei pezzi e la pulizia dei suoni. Un minimo di tecnica prima di tutto.
- Create dei personaggi. Sul palco bisogna apparire.
- Registrate qualcosa. I video sono ancora meglio dei cd musicali nell'ultimo periodo.
- Andate tutti di persona al locale una sera in settimana, mangiate e bevete qualcosa e poi parlate al proprietario raccontandogli di voi e cercando di convincerlo a vedere subito il vostri video o ad ascoltare il vostro cd.
- Ripetere il punto precedente finchè il gestore del locale non cede. Solitamente la tattica dello sfinimento funziona.
METODO VELOCE:
- Prendete una vostra amica, la più formosa che conoscete.
- Fatele indossare degli abiti succinti.
- Mandatela a chiedere una data per voi al locale elargendo sorrisi e sguardi languidi.

Rispondi
di MatteoTo [user #43243]
commento del 06/04/2016 ore 20:38:08
Ah ah ah! Bello il metodo veloce.
Grazie per la dritta, ora ho qualche idea in più (per tutti e due i metodi).
Rispondi
di keithtaylor [user #9519]
commento del 09/04/2016 ore 15:13:02
garantisco che funzionano entrambi i metodi, sopratutto se miscelati insieme.
Con un vecchio gruppo avevamo la cantante gnocca e notevolmente insistente, i gestori li prendeva per sfinimento ma lei da sola aveva il suo perche'.
Alla fine eravamo noi che dovevamo tenerla sotto controllo perche' altrimenti ci avrebbe fatto suonare 2 volte a settimana
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 07/04/2016 ore 07:39:58
E che ne so !!! Io salgo sul palco come sono nella vita normale. L'importante è che il cantante sia un po' simpatico e parli col pubblico. Suoni a posto e volumi non esagerati e, soprattutto, ben dosati. Secondo me bisogna anche dotarsi di un impianto decente. Molti flop sono dovuto all'utilizzo di attrezzature scarse trovate in loco. Lo stesso vale per la strumentazione personale.
A me per esempio è capitato di trovare quell'impianto Bose con le colonnine e il subwoofer che fa veramente cagare (E' roba da chitarra acustica e voce). Dopo 5 minuti di prove audio siamo saliti in macchina e siamo andati a prendere le due FBT da 350 watt col cono da 15" e abbiamo risolto.
Se poi avete intenzione di fare molti concerti dovete mettervi in regola con le scartoffie varie, ENPAL e in caso di concertti con enti pubblici avere una società che sia almeno un ONLUS come fanno dei miei amici.
Rispondi
di biolotti [user #13907]
commento del 01/01/2017 ore 11:30:07
Io utilizzo: "Classic Cover Rock Band"
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 08/04/2016 ore 11:51:31
"Le cover vanno un po' interpretate e rivisitate altrimenti non le caga nessuno" assolutamente d'accordo (io faccio inediti e qualche cover rifatta a modo mio) però non è poi così vero purtroppo. Un sacco di gestori preferiscono e continuano a chiamare e richiamare anche band e tributi che non solo non sono nè preparati nè uno spettacolo ma alla fine a volte non hanno nemmeno grandi seguiti.
Il punto è che la gente già dentro al locale conosce la canzone e la segue - o meglio almeno non sbraita mentre stai suonando - e il gestore stesso è della stessa pasta.
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 06/04/2016 ore 08:06:31
Hahahaha!! Bell'articolo, l'ho letto volentieri e un po'...un bel po', mi ci sono rispecchiato.
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 06/04/2016 ore 08:28:41
Divertente tutto questo ed e' inesorabilmente vero !
Ma in fondo parlando di aspettative , io dico che non c'e' proprio nulla da aspettarsi .
Se il fuoco sacro ti prende gia' all'eta' di 12 anni e non hai altro pensiero per la testa se non imbracciare lo strumento , io dico che hai una possibilita' ( e saranno anche gli altri a renderti consapevole), ma e' comunque l'amore per la musica che ti muove , lo stesso amore che muove noialtri hobbisti che per un motivo o un'altro ci siam svegliati tardi e i nostri sogni son rimasti nel cassetto del mobiletto riposto in soffitta!! ;)
W la musica e ....che sia per hobby o professione , l'mportante e' divertirsi , perche' in ogni caso anche se non vivi di quello , almeno almeno si ha quel cantuccio confortevole dove lasciare pensieri e frustrazioni!!
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 09:08:06
Non potrei essere più d'accordo! :-)
Rispondi
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di wilbur [user #19390]
commento del 11/01/2017 ore 10:14:49
Bravo Oblio!!
Condivido ogni parola, anche se ho letto solo ora (come per la musica, in fondo mi son svegliato tardi).
Complimenti Endyamon!!
Bellissimo articolo che rispecchia benissimo la realtà. L'ho letto divertendomi fino in fondo.
Rispondi
di marcomo utente non più registrato
commento del 06/04/2016 ore 09:06:06
bellissimo!
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 06/04/2016 ore 09:21:35
Clap clap clap.
Fantastico e scritto benissimo... tutto tristemente vero! :D
Rispondi
di prada [user #19807]
commento del 06/04/2016 ore 09:46:43
Bravo!
Il guaio è che descrivi molto bene quello che a (quasi) tutti noi è capitato e capita ancora (e l'Italia è piena di Gigi o' zozzone). Complimenti ancora.
Rispondi
di sundayplayer [user #13160]
commento del 06/04/2016 ore 10:00:18
Divertente davvero, vita vissuta.... La morale che ne traggo io è quella di non perdere tempo con le aspettative e divertirsi. Finchè non si parla di doversi mantenere con la musica si tratta di gioco, amicizia e passione.
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 10:09:5
Bravissimo, è esattamente così!
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 06/04/2016 ore 10:37:48
Fantastico :D
Rispondi
di MojoKingBee [user #39456]
commento del 06/04/2016 ore 12:08:07
hahaha, simpatico articolo.
mi ci riconosco (nello studio a casa).
Rispondi
di Zango [user #42812]
commento del 06/04/2016 ore 13:32:1
Articolo fantastico ma, mi dispiace fartelo notare, hai scritto una grande falsità:
"Dopo due ore siete ancora fermi a cercare di capire quale diavolo sia il terzo accordo della progressione armonica"
In realtà sappiamo tutti benissimo che ci fermiamo al primo di accordo! :-)
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 14:03:46
Ahahaha, stai dicendo che sono un inguaribile ottimista? :D
Rispondi
di Zango [user #42812]
commento del 06/04/2016 ore 15:21:32
Se dopo 2 ore stai ancora cercando quell'accordo sei l'ottimismo fatto a chitarrista.
Io avrei rinunciato molto prima! :-)
Rispondi
di Bitis [user #40450]
commento del 06/04/2016 ore 20:33:3
Hahaha !
Giro il link dell'articolo agli altri componenti della mia band. ;-)
Grandissimo !
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 22:18:17
Gira gira! Poi organizziamo una data insieme da "Gigi 'o zozzone"! ;-)
Rispondi
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 06/04/2016 ore 21:33:1
E se il contesto del rock classico commerciale fosse strasaturo di band che propongono le stesse cose? Personalmente,ogniqualvolta mi trovo in un locale con musica live nel 90% di i casi mi è dato ascoltare cover di led zeppelin,Guns n roses, ac/dc,ligabue e Vasco rossi,più brani inediti ritagliati su misura sulle cover in scaletta. Quale è il senso di chiedere una data a un locale su questi presupposti? Su queste basi, anche il pub di Gigi lo zozzone è da considerarsi il san siro.
Due anni fa con altri due musicisti ho lavorato a un progetto totalmente strumentale di sonorizzazione di un film del 1916. Tutti a dire "non troverete mai un posto dove proporlo. Troppo ardito. Troppo noise". Ebbene, le porte in faccia sono state pochissime e abbiamo anche avuto modo di spostarci in varie zone dello stivale.
Detto questo,articolo godibilissimo.
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 06/04/2016 ore 22:17:1
Non so se ti sia mai capitato di ascoltare un concerto di musica classica. A me è capitato e mi ha lasciato dentro un sentimento indescrivibilmente travolgente. L'orchestra sinfonica di Berlino fa cover, ma non ci permetteremmo mai di definirla una band di "serie B". Perchè invece per il rock c'è questa discriminazione? Certamente l'offerta in termini di band è davvero vasta e si può avvertire un senso di "saturazione" come hai notato tu, ma alla fine i generi sono tanti, nel caso di cover le canzoni tra cui scegliere sono davvero tantissime e alla fine non stancano facilmente (io da ragazzo le ascoltavo a ripetizione, ora le suono a ripetizione e mi diverto sempre e per radio le passano spesso e me le ascolto volentieri). Se il genere piace, io credo che faccia sempre piacere sentire della musica dal vivo fatta bene. Alla fine riduco tutto il mio giudizio ad un fattore soltanto: l'emozione che mi suscita. Siano cover o inediti non mi interessa, io scelgo la musica e basta.
Rispondi
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 06/04/2016 ore 22:45:55
Sono certo che quella sulla Berliner Philharmoniker sia una provocazione, pertanto poco passibile di dibattito. Riguardo a ciò che affermi quando scrivi: "nel caso di cover le canzoni tra cui scegliere sono davvero tantissime", rispondo: sì, ma in teoria. Le cover degli zeppelin sono 4/5, così come 4/5 sono quelle tratte dal repertorio di altre band. Tante possibilità che i gruppi stessi finiscono per non sfruttare.
Sul discorso relativo all'empatia,figuriamoci:ognuno ascolti tranquillamente ciò che ama
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 07/04/2016 ore 09:11:38
No, no, nessuna provocazione, davvero. Il mio era solo un esempio "estremo" che ho tirato proprio perchè la discriminazione tra "cover band" e chi fa inediti va oltre la mia comprensione. Non può essere per un fattore tecnico, perchè io suono da sempre entrambe le cose e riproporre come si deve dal vivo delle canzoni che conoscono in tanti (magari anche dei fan sfegatati iper-pignoli), fatte da musicisti con stili diversi, non è affatto banale. Così come non è banale il lavoro che sta dietro allo scrivere delle canzoni proprie che abbiano davvero un senso. Io discrimino, invece, il livello di passione nella musica. Sul palco si percepisce chi non ha la passione o non si diverte ed è in quel caso che sono d'accordo con te quando dici che il pub di Gigi è già tanta roba. Tu, nonostante tutto, hai portato avanti il tuo progetto e hai fatto benissimo (tra l'altro io adoro il concetto di "musica creata per un contesto"), hai dimostrato di avere passione e di credere in quel che fai e hai avuto le tue soddisfazioni. Ma cosa avresti fatto se, per qualsiasi motivo, non avessi potuto portare avanti il tuo progetto? Oppure se il responso del pubblico fosse stato scarso? Il mio articolo voleva far riflettere anche su questo.
Rispondi
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 07/04/2016 ore 10:00:37
Il senso dell'articolo mi era chiaro. Ho portato nella discussione una testimonianza diversa da quelle esposte fino a quel momento.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 07/04/2016 ore 16:49:51
"la discriminazione tra "cover band" e chi fa inediti va oltre la mia comprensione. "

Non credo sia semplicemente tutto qui: cover vs inediti. Penso che la differenza la faccia il tipo di proposta, l'idea, l'originalità, e soprattutto il grado di professionalità. Ci sono band che fanno cover ma quando te le trovi davanti percepisci che hanno quel qualcosa in più che le distingue tra altre cento.

Non basta saper suonare 4 accordi (e qui cade la provocazione sui Berliner Philharmoniker, cioè il divario spaventoso di preparazione) tirarsi giù qualche song trita e ritrita per suscitare interesse. La maggior parte delle band, ad esempio, non sa intrattenere il pubblico a nessun livello.
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 07/04/2016 ore 17:43:12
Il dettaglio che hai aggiunto (riassumiamolo per semplicità nel concetto di "personalità di una band") è applicabile sia a chi fa pezzi propri sia alle cover band. Mi spiego meglio: non credo che la sola originalità dei pezzi autorizzi una band ad arrogarsi il diritto di guardare dall'alto verso il basso le band che fanno cover (a dire il vero credo che questo diritto non ce l'abbia nessuna band). E questo proprio perchè, come hai detto tu, non basta suonare 4 accordi per scatenare un pubblico ma occorre l'energia giusta (e per citare un altro esempio gli AC/DC ci insegnano che con 4 accordi si possono smuovere le masse). In realtà, suonando sia cover sia pezzi inediti, ho subito sulla mia pelle i lati positivi e negativi di entrambi i mondi e non è totalmente vero che non capisco la discrimazione (dovuta a quello che hai detto tu, ma anche ai locali che spesso prediligono le cover band e altri aspetti legati al contesto che alimentano la diatriba): è che semplicemente non la condivido.
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di Guycho [user #2802]
commento del 07/04/2016 ore 20:09:23
"applicabile sia a chi fa pezzi propri sia alle cover "

E' quello che ho detto.

Però se fai musica originale hai come minimo il merito di averci provato e di esserti messo a nudo, sei comunque un musicista, c'è un afflato artistico.

La cover band invece punta a intrattenere, quindi sono già due cose diverse. Fatto sta che la maggior parte delle CB (e sono infinitamente di più delle originali) sono veramente imbarazzanti e prive di qualsiasi elemento spettacolare. Sono per lo più formate da dilettanti che imparano meccanicamente (ripeto: meccanicamente) i pezzi dei loro idoli; io non li considero musicisti. Non sanno stare sul palco, non sanno suonare niente altro che il loro stra-provato repertorio. Quando una CB è professionale lo senti subito: c'è animazione, energia, la gente si diverte, e, se particolarmente bravi, anche emozione. Ho assistito a esibizioni di CB dove la gente avrebbe pagato per farli smettere.

Potresti dirmi che anche molti gruppi di inediti sono insopportabili, ma devi sempre apprezzare lo sforzo di cui dicevo sopra, la voglia di mettersi in gioco, la capacità di mettere in piedi una canzone, pur se brutta (tra l'altro de gustibus...).
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di BlackST [user #41209]
commento del 08/04/2016 ore 11:53:47
Quello che dite è sempre molto bello... resta il fatto che al 90% dei gestori non frega una mazza di quello che suoni... quando porto il nostro cd in giro mi dicono: "non lo voglio sentire: se hai pubblico suoni altrimenti stai a casa..."
E' questo il vero problema della musica live amatoriale... Oggi i gestori dei locali sono sempre meno imprenditori (o, quantomeno, sono imprenditori con il culo degli altri...)
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di mattconfusion [user #13306]
commento del 08/04/2016 ore 11:59:16
Bing! Centrato il punto. Oddio, c'è anche chi non è così e vuole PER FORZA il cd... ma sinceramente nell'epoca della musica in streaming per farti una idea su un demo o un disco pretendere il cd a fronte di nessuna garanzia mi sembra allo stesso modo una cosa non necessaria. Comunque è una cosa che si estende anche molto al di fuori dei confini italiani. La musica non ha valore oggi, e questo è solo uno dei riflessi.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 08/04/2016 ore 12:48:04
Scusami se te lo dico, ma il cd sono anni che nessuno lo vuole più. Non c'è cosa più inutile.

Devi promuoverti in altri modi.
Rispondi
di BlackST [user #41209]
commento del 08/04/2016 ore 13:33:33
@Guycho, ho scritto cd per intendere qualsiasi modo possa permetterti di farti ascoltate, sia esso un supporto fisico o digitale o online... il punto del mio discorso non è legato alle modalità di promozione ma al fatto che, quando dici al gestore che tipo di musica suoni, lui ti risponda: per me puoi suonare anche Mario Merola, non me ne frega nulla, mi importa solo quanto seguito hai. Naturalmente è ovvio che il mio discorso valga in termini generali. Come ho scritto, merito a quel 10 per cento di piccoli imprenditori che ancora credono nel valore aggiunto della musica e che programmano la stagione come si deve...
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 08/04/2016 ore 16:10:4
Bè, in realtà i locali che chiedono solo il pubblico sono i locali in cui è più facile suonare. Basta organizzare una prima data decente, portare un po' di persone e se la serata va bene, il locale ti da un'altra data al 100%. Facile. Ma di solito questi sono i locali che non hanno un folto pubblico e si affidano al pubblico delle band, quindi non sono locali così ambiti in cui suonare.
Ci sono locali che hanno un loro pubblico e una loro qualità nella scelta musicale, dove non suoni se prima non ti hanno sentito e non hai un prodotto di valore e questi sono locali dove non solo c'è una forte (e giusta) selezione per entrare nel roster, ma anche per rimanerci.
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 08/04/2016 ore 15:42:25
Sono d'accordo con te. La preparazione langue. Ci sono tanti autodidatti, pure bravi, ma li si fermano. Io nel mio piccolo mi sono preso la briga di studiare un po' di musica. Non ho fatto molto ma almeno ho capito alcuni concetti fondamentali che fanno la differenza. Ho imparato dal mio maestro ad usare Sonar che attualmente uso come strumento per provare a casa e come didattica. Le band che non sono andate a scuola sono piatte da far schifo. Dinamica (del gruppo intendo) zero. Sanno solo (e male) cos'è la dinamica dell'ampli. Io spesso dico alla nostra cantante: "Ma se urli già alla prima strofa alla terza che fai? Ti butti giù dal palco?".
E poi la botta del gruppo si ha solo con un sincronismo perfetto, e anche qui a volte ci metto svariate prove per approfondire un passaggio fino a che viene come si deve.
Quindi non si può pretendere di suonare se non si è adeguati. Tutto qui. Poi che ci siano gestori ignoranti e con la vista corta questo è pacifico. Per la cronaca io ultimamente suono gratis (cena e caffè) così non ho discussioni. Per me è una passione e mi va bene anche così.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 09/04/2016 ore 09:16:32
"Ci sono tanti autodidatti"

Non credo sia questa la discriminante.
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 09/04/2016 ore 14:50:56
Lo studio, ben fatto, ti porta più in là. Fattene una ragione. Di gente che sa suonare bene da autodidatta ne vedo poca. Ovvio che se sei una capra, anche studiando la rimani.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 09/04/2016 ore 16:45:30
"Lo studio, ben fatto, ti porta più in là."

Nessuno dice di no (qualcuno lo dice pure, non a torto) , ma si può studiare musica da autodidatti con ottimi risultati. Basta studiare.

"Fattene una ragione."

Cioè?
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 09/04/2016 ore 17:21:48
Forse non si è capito. Non ho mai escluso lo studio da autodidatta. Anche questa è una forma di studio. Io sono uno di quelli. Ma i mie libri me li sono letti e quel poco di solfeggio che ho fatto l'ho imparato a lezione da un maestro che conoscevo. Diciamo che la partenza è meglio farla con qualcuno un po' svegliotto, poi si può proseguire anche da soli.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 10/04/2016 ore 09:47:56
Non si era capito, perchè hai scritto: "Ci sono tanti autodidatti, pure bravi, ma li si fermano."

Per questo ho puntigliato sulla cosa.

Però non credo che sia quello che fa la differenza quando suoni dal vivo.
Rispondi
di biolotti [user #13907]
commento del 01/01/2017 ore 11:59:28
Interessante anche questo aspetto dell'intrattenimento. Effettivamente su questo le band non si preparano minimamente
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 08/04/2016 ore 11:55:57
assolutamente d'accordo. il punto non è tanto il genere di un inedito - ok, è roba trita e ritrita magari - ma anche come viene scritto e suonato. Poi per le cose più di nicchia comunque se in quel momento è la nicchia giusta si trova spazio. D'altronde devi interessare pur qualcuno. Ora senza fare lo snob, però la qualità di quello che proponi è specchio di cosa e soprattutto COME ascolti.
Rispondi
di biolotti [user #13907]
commento del 01/01/2017 ore 11:40:54
Trovo questa idea semplicemente grandiosa. Complimenti, abbinare un video non noto al pubblico con la vostra musica lo trovo perfettamente in linea con le esigenze del momento. Anche i musicisti già famosi si appoggiano costantemente ai video per destare interesse e collocare i propri brani. Bravi
Rispondi
di rockspirit [user #44300]
commento del 07/04/2016 ore 08:34:34
tutto vero....ma non usiamo il termine hobby per la musica...e molto di più che occupare il tempo libero....se sono libero 5 minuti non penso: a ok e ora che faccio?quasi quasi suono....al contrario guardo la mia chitarra che mi chiama e in un batter d' occhio mi trovo a guardare l orologio mentre la suono e mi accorgo che sono passate due ore non 5 minuti...questo non e hobby....hobby e' andare in palestra andare a pesca o che so io....la musica per la maggior parte di noi non è hobby è molto di più è passione è stile di vita...considerando che se non si suona musica, la si ascolta per ore...suonare con gli altri poi ti forma come uomo imparando a tollerare i difetti degli altri molto più di quanto uno sport possa fare...quando suoni con gli altri in sala si scappa tutti insieme dai mille problemi per quelle due ore senza contare che affrontare un live anche davanti a dieci persone fortifica il gruppo e il singolo...cresce l'uomo,cresce la rockstar dentro di noi.
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 07/04/2016 ore 09:25:3
Sono d'accordo, ma è proprio questo il concetto di hobby: qualcosa che non è un lavoro e che fai nel tuo tempo libero con passione e dedizione. Il grado di impegno, il tempo che ci dedichi e tutto il resto dipendono chiaramente dal tempo libero a disposizione (che purtroppo non è mai abbastanza). La musica è una cosa fantastica ed è vero che ci insegna ad essere migliori, ci accompagna sempre e soprattutto è una valvola di sfogo incredibile. Però, dai, anche lo sport (quello vero, non il calcio in tv) riveste la stessa importante funzione e rispetto alla musica ha un ulteriore vantaggio: se quando suono mi scasso di schifezze e di birra al pub, è solo grazie allo sport se non sono ancora diventato un dirigibile! ehehehe :D
Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 07/04/2016 ore 13:28:02
oh..parole d'amore..benissimo e bravo :-)
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 01/01/2017 ore 12:47:18
Bravo! Revitalizzi un dibatto fortissimo :)
Rispondi
di 7cordista utente non più registrato
commento del 07/04/2016 ore 10:11:23
Sul batterista metronotte l'articolo ci ha azzeccato in pieno. Purtroppo in ambito musicale ci sono un sacco di perditempo, che creano solo casino. Per quanto riguarda il suonare in oramai se non fai cover trovi difficilmente date in Italia, perché il pubblico é molto ignorante, e di sbattersi ad ascoltare inediti non ha voglia. Rimane molto la mentalità del consevatorio in Italia, dove si diventa anche bravi esecutori, ma assoluti incapaci a scrivere die brani...
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 07/04/2016 ore 10:30:22
Il pubblico potrebbe venire "educato" usando metodi che in alcuni locali all'estero oramai sono consolidati: fanno suonare il gruppo che tira gente (cover band o gruppo un minimo famoso) e come "gruppo di spalla" fanno suonare una band emergente che fa inediti sullo stesso genere, di modo da promuoverli.
Rispondi
di 7cordista utente non più registrato
commento del 07/04/2016 ore 16:27:33
Concordo sul suonare con un gruppo famoso, meno mischiare coveristi con chi fa inediti... La mia é proprio una allergia alle cover, tribute e cazzi e mazzi band.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 07/04/2016 ore 13:50:11
Covers: si possono rirarriangiare, cambiare accordi, stile e BPM e il momento che parte il canto tutti ricoscono il pezzo.
Rispondi
di Cym utente non più registrato
commento del 07/04/2016 ore 13:55:17
Simpatico il confronto tra realtà e aspettative, sono riuscito a leggerlo tutto! In tante cose mi ci sono visto nel passato. Gli amici nelle prime file a fare da fans, il consumo di birra e cibo che supera il guadagno della serata, l'impianto voce del locale con una potenza irrisibile, il componente della band che suona alla cazzo, c'è raramente, e quando c'è si porta 4 ragazze al seguito come una rockstar. Bello, mi sono comunque divertito tanto. Alla fine ho suonato e suono tutt'ora uno strumento mi ha sempre dato tanto a livello emozionale.
Rispondi
di irmo [user #17391]
commento del 07/04/2016 ore 18:48:14
A mio avviso una scaletta va preparata intelligentemente e fare solo cover o solo pezzi propri
non e' una scelta tanto azzeccata. Molto piu' costruttivo intercalare pezzi propri a cover. In questo modo si cattura l' attenzione del pubblico con le cover e " lo si costrige " poi a prestare piu' attenzione ai propri pezzi inediti o comunque poco conosciuti. D'altronde non fanno cosi' anche le grandi star quando devono promuovere ad un concerto un nuovo lavoro inedito ? ( o forse per noi di accordo - che per la maggior parte siamo emeriti sconosciuti - deve funzionare diversamente ? ) Non dimentichiamo poi che chi entra dal Gigi o zozzone di turno lo fa per bere una birra , stare in compagnia, fare due chiacchere, l' ultima cosa a cui puo' essere interessato e' l' acculturarsi, per questo ci sono posti piu' idonei e , tassativamente ( secondo me ) non il venerdi' o il sabato.
Rispondi
di MrGi [user #33656]
commento del 08/04/2016 ore 10:45:23
La discussione ha colto un tema importante: la PREPARAZIONE del concerto.
parliamoci chiaro, qualsiasi locale, che sia un buco o l'Hard Rock Cafè, propone musica dal vivo con un solo unico scopo: VENDERE PIU' CONSUMAZIONI AL BAR.
pertanto che tu sia un solista, una cover band o un gruppo trash metal, ti daranno spazio in funzione di quanto riesci a fargli guadagnare in consumazioni.

E' il mercato, è cosi' ed ha senso secondo me.

A questo punto la regola è una sola: i concerti vanno PREPARATI.
Avete una pur vaga idea della preparazione che c'è dietro un concerto professionale?
Voi andreste in un locale dove suonano dei perfetti sconosciuti che hanno suoni tutti impastati tra loro, che sbagliano, che non intrattengono e stanno fermi sul palco a suonare guardando in terra?(e non dite che non ce ne sono che fanno così)?

Nel mondo "dilettantistico" spesso si tende a considerare un concerto come un ritrovo tra amici attorno ad un fuoco.
Non è così: state andando in un locale e state chiedendo alla gente di venire in quel locale perchè ci siete voi.
dovete proporre qualcosa che giustifichi il fatto di venire lì invece di andare altrove.

Questo vuol dire PREPARAZIONE.
tutti i componenti della band devono scendere dal piedistallo e STUDIARE. Le esecuzioni devono essere curate negli arrangiamenti, nei suoni, e devono essere PROVATE.

possiamo permetterci di fare poche prove solo se il concerto è già impostato, provato e digerito da tutti

Noi facciamo così: ogni anno prepariamo e proponiamo uno show, sempre quello, con una scaletta sufficientemente ricca per poter essere adattata in lunghezza a varie esigenze, ma non ci sognamo MAI di andare a suonare, neanche da Gigi 'o Zozzone, senza l'adeguata preparazione.
E' una forma di rispetto del pubblico e del gestore.

Devo dire che la cosa paga. abbiamo più richieste di quello che riusciamo a gestire e tutti i locali ci hanno sempre richiamato, ci siamo sempre divertiti e abbiamo sempre suonato con la giusta confidenza e sicurezza di quello che facevamo, cosa che ha contribuito molto al risultato finale.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 08/04/2016 ore 11:34:18
tra l'altro per quel poco che so (non per esperienza diretta sia chiaro) del mondo professionale (non al livello delle superstar), le aspettative elencate attorno al pre-concerto, concerto e dopo concerto sono anche lì delle illusioni, e la realtà anche per quelli che magari ci mangiano (come una persona normale, non come un milionario) è abbastanza dura.
Io ho deciso di viverla in questo modo: fare in modo che coi miei budget e i miei tempi possa tirare fuori il massimo dalla musica che suono e che scrivo, con la (magra?) consolazione di aver fatto qualcosa di cui andare fiero.
Rispondi
di BlackST [user #41209]
commento del 08/04/2016 ore 11:57:37
Non sono d'accordo con chi dice che sia giusto dare spazio a chi porta più prenotazioni... una volta il gestore/imprenditore dava la possibilità di esibirsi per far maggiore pubblicità al proprio locale, garantendo agli avventori quel qualcosa in più che gli altri non davano. Oggi il gestore non si appoggia sul proprio pubblico, non fa pubblicità, non ti paga sulla gente che porta lui e, soprattutto, non vede la musica dal vivo come un valore aggiunto a quanto già possiede. Oggi il musicista è sempre più un p.r. e sempre meno un musicista...
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 08/04/2016 ore 12:07:00
Dipende da che persona è il gestore in realtà. Mettiamo che lui comunque deve aumentare la sua clientela, non ci piove. Se volesse farlo con la musica farebbe diventare il suo posto un posto con una programmazione sensata, dove uno va perchè i concerti sono curati, la proposta appassiona perchè lui ha la passione.
Ci vuole tempo, ed è un azzardo.
Oppure può dire: io chiamo chi mi riempie il locale, sempre, da subito. A questo punto può si fare una programmazione, ma di questo tipo di contenuto musicale. La gente che arriverà o saranno gli amici di chi suona (e magari sono tanti) o gente che genericamente vuole sentire la musica che già conosce. Il suo locale non sarà particolare ma l'azzardo è minore.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 08/04/2016 ore 12:11:57
Comunque io una cosa non concepisco: posti che fanno suonare e che però "l'impianto voce lo dovete portare voi". Non capisco, mi incazzo... vuoi la musica live, compra l'impianto voce. Non ti chiedo la backline, puoi anche non avere il microfono ma l'impianto è come la spina della birra, o le sedie.
La cosa che più mi fa incazzare è che per certa gente che suona è normale, condivisibile, "fan tutti così" eccetera. Portiamoci anche il palco allora, già che ci siamo.
Insomma dobbiamo portare la gente e l'impianto: già abbiamo gli strumenti, la band, la musica. Tanto vale fare un concerto illegale da qualche parte ; )
Rispondi
di MrGi [user #33656]
commento del 08/04/2016 ore 15:29:56
su questo sono d'accordo al 100%. Io mi preparo e ti garantisco uno spettacolo + persone. Tu almeno uno spazio decente e un'impianto voce me lo devi garantire!

anche qui abbiamo adottato una politica di business: vuoi che mi porto anche l'impianto? lo paghi parecchio, se non sei disposto, allora non vengo..ecchecazzo se sono un dilettante potrò fare un pò di filtro sui posti dove vado no?
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 08/04/2016 ore 16:00:55
Non so se sia una cosa corretta o meno che il locale abbia l'impianto voce, non entro in questa discussione. Però, onestamente, non ci vedrei nulla di male se i cantanti finalmente si adeguassero agli altri componenti della band, comprandosi il necessario per la propria amplificazione. E' anche un discorso di bontà del suono: affidandosi all'impianto voce del locale non si ha la garanzia di uscire bene con la voce (le casse gracchiano, il mixer non ha gli effetti, i cavi sono vecchi, ecc). Io, come chitarrista, non mi affiderei mai ad un amplificatore che non conosco per un concerto.
Rispondi
di irmo [user #17391]
commento del 09/04/2016 ore 00:10:37
Hai perfettamente ragione, ti immagini Gigi o Zozzone improvvisarsi tecnico del suono.
No ,neanch'io affiderei il mio suono ad altri, men che meno Gigi.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 09/04/2016 ore 12:23:48
attenzione: non ci si aspetta che Gigi sia un fonico, due suoni decenti se li fa la band in una situazione del genere. Ci si aspetta però che siccome Gigi sul fatto che tu suoni lì e ci porti i tuoi amici ci guadagna, e che siccome Gigi non ha solo te in calendario ma altri 6 solo sto mese, beh Gigi due soldi per l'infrastruttura che gli garantisce la gente nel locale li DEVE spendere.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 09/04/2016 ore 11:19:51
ehm no, secondo me sei fuori strada. Un cantante usa il microfono - e averlo suo personale è una cosa corretta - , ma l'impianto, le spie, il banco mixer non lo usa solo lui. Non serve nemmeno solo alla band: serve al pubblico. Non è proprio la stessa cosa della relazione chitarra + ampli. Anche perchè gli impianti di amplificazione di un locale vanno posizionati eccetera...
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 09/04/2016 ore 11:43:31
Bisogna differenziare i vari tipi di palchi. Su un palco grande è ovvio che serva una strumentazione adeguata e non mi riferisco solo all'impianto voce + mixer, ma ci deve essere tutto (luci e service compresi). Su un palco piccolo, invece, le spie non servono al pubblico, servono al cantante e al massimo ai musicisti per sentire il cantante (ma dipende da molti fattori). L'impianto voce e il mixer serve per far sentire il cantante al pubblico, così come tutti gli altri amplificatori, quindi è condizione necessaria per la riuscita del concerto. Non ci sono differenze per funzionalità alla combinazione preamp + finale + cassa per chitarrista/bassista. Al chitarrista, batterista, bassista nemmeno serve il mixer o le casse (se non sono microfonati, ma nel classico pub non serve microfonarsi), al limite serve al tastierista. Se poi tutti passano dall'impianto, allora a maggior ragione si fa valido il mio discorso di avere un impianto proprio per essere sicuri di proporre un certo tipo di suono.
Quindi, da ogni punto di vista, l'impianto voce del locale è una comodità per i cantanti e per i musicisti nel caso di microfonazione, ma continuo a ritenere che debba essere a carico della band piuttosto che aspettarsi che sia il locale a metterlo a disposizione (se poi c'è ed è anche buono tanto meglio). Inoltre, per questa comodità, molti cantanti ignorano completamente l'importanza delle casse nel proprio suono (così come fa cambiare completamente la risposta e l'equalizzazione di uno strumento, funziona allo stesso modo per la voce).
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 09/04/2016 ore 11:48:31
"Se poi tutti passano dall'impianto, allora a maggior ragione si fa valido il mio discorso di avere un impianto proprio per essere sicuri di proporre un certo tipo di suono." per me è uguale a dire che se un cliente al pub vuole la sedia che se la porti. L'impianto voce è il mezzo per il quale il pubblico riesce a sentire l'offerta musicale, che è uno dei servizi offerto da un locale che vuole fare musica.
Comunque sono in tanti a pensarla come te e infatti i locali si sono adeguati e adesso per fare un concerto modesto in posti che pure hanno una programmazione live assidua per spostarsi ci vuole un furgone. Di fatto, gli abbiamo tolto almeno l'obbligo di investire seriamente sulla loro infrastruttura prima di proporre a caso la serata live e lasciare che la solita guerra dei poveri faccia il resto.
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 09/04/2016 ore 15:50:42
"L'impianto voce è il mezzo per il quale il pubblico riesce a sentire l'offerta musicale", così come gli amplificatori, ma quelli li deve portare la band e nessuno si è mai lamentato. I pub che hanno l'impianto voce di solito si prendono un mixer e due casse economiche che sono imbarazzanti, che sono usate da tutti (a più riprese) e in maniera ben poco delicata. Certo, per i gruppetti live della domenica vanno più che bene, ma la serietà di un gruppo si vede anche dalla strumentazione con cui si presenta (e significa investire nel gruppo stesso) e i gruppi seri si portano la propria strumentazione (tutta, non solo un pezzo). Poi, ripeto, se il locale mette a disposizione un impianto voce decente, allora tanto meglio, ma affidarsi totalmente all'impianto del locale (e se non ce l'ha non si suona) è una bella comodità ma molto limitante secondo me. Non so, forse essendo un chitarrista, sono abituato a riporre una certa attenzione nel suono e ci tengo ad avere i suoni che dico io per ogni concerto live (non è un divertimento portarsi 20 kg di roba ogni volta) e per questo preferisco usare strumentazione che conosco.
Tu dici che sono in tanti a pensarla come me, invece io ne sento molto pochi e sento spesso band che si lamentano se il locale non ha l'impianto (o ha un pessimo impianto), se il palco è piccolo, l'acustica non è perfetta, manca il fonico, fa suonare solo cover band (o solo band di inediti), paga poco, o se quella sera non c'era gente, e così via, tanto che ho maturato l'idea che le band odierne forse vogliano un po' tutto e subito, senza compromessi, sbattimenti o impegni troppo grandi e spesso ce la prendiamo con dei capri espiatori (e qui mi ci metto anche io perchè ci caschiamo tutti).
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 10/04/2016 ore 21:57:42
Non è questione di volere tutto. Il fatto che come manca spesso la serietà nelle band e siamo d'accordo, manca molto più spesso l'impegno da parte di chi gestisce i posti. Comunque cosi come vanno avanti le band che si impegnano, restano sulla piazza e nel cuore i locali che hanno un approccio serio.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 11/04/2016 ore 16:55:33
Matt, non sei confuso e riassumi bene la questione del "servizio", poi "impianto" e in versione internazionale "PA" (sta per Public Address). Il dibattito su questo argomento partito da un ironico e umoristico articolo di Endyamon (forte!!!) ha molti risvolti tra cui questi:
Il locale: quelli piccoli devono avere un impianto dimensionato al loro locale - punto a capo. È da quello che passa il convento e nessun fonico. Se non avete un fonico vi toccherà fare un preset voi stessi. Mica facile! Facendo prove in un locale vuoto non avete la possibiltà di avere l'acustica come quando il locale è zeppo di gente.
Manager? Bands poco affermate non ne hanno... tra l'altro un manager ha una percentuale da detrarre dalla vostra paga però assicurerà che siete pagati il 100% della paga pattuita in un contratto con firma e controfirma. Un vantaggio è di avere uno della band che può gestire queste cose.
PR: la promozione è da essere per iniziativa vostra e a carico vostro. Un set-up per un fan club è di aiuto - i membri faranno promozione spargendo la voce tra amici vicini e i loro contatti in rete utili per quando andate in luoghi distanti. Ne ho esempi lampanti! Un contingente di massaggiatrici è vantaggioso e Endyamon lo fa notare a ragione.
Covers o...: The one-million-dollar question! Se siete una tribute band avendo una chiara referenza in un vostro nome attrae fans del complesso originale ovunque siate. Covers sparse, soprattutto riarrangiate, sono interessanti per bands che non hanno una identità del tutto precisa.
Pezzi inediti: un problema risolvibile tramite fan club e pezzi vostri in rete. Facile non è! Cioè comporre pezzi vostri - trovatevi un paroliere se non ne avete nella band.
La logica economica di un locale: beh... semplice! Si deve guadagnarci sopra!!! Non vi sono biglietti da prenotare né bagarini - entrata gratis. Come ben fa notare Endy sono dunque le consumazioni a pagare le spese del locale... sperando che tuttora non vi siano soldi extra da pagare per "protezione".
Coreografia: "shoe-gazers" - quelli che si guardano le scarpe - non sono attraenti dal vivo. Si sopravvive con una buona coreografia anche con chitarre scordate. L'elemento primo è chi canta e non solo per mosse a sottolineare il senso di testo/pezzo. L'importante è rivolgersi al pubblico tra un pezzo e l'altro in maniera divertente, incitare il clapping e cantare in coro (a seconda dei pezzi). È vietato arrivare in palco se non con costumi coordinati. Stile e colori devono combaciare e i colori delle vostre chitarre sono un elemento. Trovatevi qualcuno che se ne intende per quanto riguarda colori e costumi. Per chitarristi è ideale poter suonare senza guardare la tastiera dall'inizio alla fine. Guardare in faccia il pubblico e zoomare la vista su persone in giro assicura applausi e fans extra. Che qualcuno scriva un intero libro sul mondo dello spettacolo e i moltissimi dettagli che implica farne parte - Endy ha lanciato un dibattito davvero interessante!!!
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di eugenio01 [user #39191]
commento del 11/04/2016 ore 20:26:15
Boy band for dummies ?
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di aghiasophia utente non più registrato
commento del 09/04/2016 ore 12:32:17
A questo giro sono io ad essere perfettamente d'accordo con te.
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di blues65 utente non più registrato
commento del 11/04/2016 ore 19:49:25
Io penso che se uno si diverte ancora (suonando) riesce a superare con facilità tutti quegli ostacoli scritti nell'articolo!!! Per quanto riguarda il problema di cover o musica propria preferisco di gran lunga quelli che suonano nei locali la loro musica. Stanco di sentire cover bands con sempre gli stessi pezzi e stanchissimo infine di sentire sempre gli stessi pezzi... Avrò sentito da 200 gruppi diversi 200 versioni di "Comfortably Numb" dei Pink. Preferisco di gran lunga sentire un gruppo che fa una cover ma alla sua maniera in modo che mi lasci qualche sensazione (positiva o negativa che sia), ma che appunto mi lasci qualcosa!!! E invece questi giù la cover fatta precisa con lo stesso suono, lo stesso solo ecc ecc... Se voglio sentire i Pink metto il cd e mi sento gli originali tanto poi, parliamoci chairo... tutto il tempo perso dietro le tablature o sulle lessons su Youtube per quello che i gestori pagano è solo fatica e tempo buttato al vento... PS: per non parlare del fatto che poi i pezzi imparati a memoria li devi ripassare frequentemente altrimenti te li dimentichi in fretta!!! :)
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di Srdjan [user #34796]
commento del 12/11/2016 ore 01:33:42
vero e perfetto commento....
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di magheggio [user #10968]
commento del 20/04/2016 ore 11:08:0
Fantastico, mi sono fatto delle grasse risate che non mi facevo da un po'.

Da oggi sei il mio idolo!
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di Claes [user #29011]
commento del 29/04/2016 ore 11:51:18
Ho letto-riletto l'articolo e mi piace sempre di più l'ironia che ci hai messo! E i molti commenti utili da parte Accordiana :)
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di endyamon [user #35616]
commento del 29/04/2016 ore 12:28:19
Si, è vero, si è creata una bella discussione! Inizio a pensare che forse dovrei essere più attivo e scrivere articoli più frequentemente! Eheheh ;-)
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di Claes [user #29011]
commento del 29/04/2016 ore 13:39:50
Articoli: DEVI scriverne!!! Hai una angolazione veramente interessante - non si può vivere solo di distorsori. Sei metodico in quanto a organizzare le cose per facile lettura. Ho da imparare da te.

Il dibattito su questo articolo merita di riaprire!
Rispondi
di endyamon [user #35616]
commento del 29/04/2016 ore 14:08:45
Ehehehe, sei troppo gentile! E sei anche un ottimo motivatore! :D
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 29/04/2016 ore 15:01:53
OK, scriverai :)
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