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Valvolari Geloso: vecchiume italiano ottimo per la chitarra
Valvolari Geloso: vecchiume italiano ottimo per la chitarra
di [user #39846] - pubblicato il

Si parla sempre di british e american sound e troppo spesso si dimentica del passato glorioso dell'elettronica made in Italy. Un vecchio amplificatore Geloso si può acquistare per una cifra esigua e bastano poche modifiche per farne un valido componente del proprio rig.
Gli amplificatori Geloso sono un pezzo di storia d'Italia, ed ecco come queste mitiche testate possono essere usate in ambito chitarristico.

Innanzitutto bisogna dire che Geloso, nonostante una produzione molto differenziata che andava da giradischi a registratori a bobina, non ha mai prodotto amplificatori dedicati a strumenti musicali.

Gli amplificatori valvolari in esame venivano prodotti per essere utilizzati come impianto voce, di cinema, di manifestazioni varie e in particolare di chiese. Queste ultime sono le vere e proprie miniere di amplificatori Geloso. Vi consiglio una visita al vostro parroco, anche se non vi vede dalla cresima: magari ha un bel valvolare dimenticato in sagrestia.

Geloso ha prodotto amplificatori di varie potenze e possiamo suddividere le testate in base alle valvole finali montate: 6L6, EL34, EL84, 6V6, 807.
Io ho due amplificatori Geloso, il G260 da 75 Watt che monta le 807 e il G226 da 25 watt che monta due 6L6G come finali di potenza.

Valvolari Geloso: vecchiume italiano ottimo per la chitarra

Per essere usato con la chitarra, il G260 è stato modificato in modo abbastanza marcato cambiando in particolare il tonestack, copiandolo dal circuito classico Fender, e ora suona con un pulito cristallino ed è dotato di moltissima headroom (riserva di pulito) anche grazie ai suoi 75 watt. Potete sentirlo suonare qui.


Il G226 che è l’amplificatore del quale parleremo in modo più diffuso, non ha avuto bisogno di grosse modifiche e suonava già bene così, appena attaccata la chitarra.

Come molti altri Geloso, il G226 ha tre entrate, due per il microfono e una da utilizzarsi per il piatto, registratore eccetera. Per essere utilizzato come testata da chitarra, la prima cosa da fare consiste nel sostituire l’entrata del microfono con una jack femmina: bastano due saldature e saremmo già pronti per suonare. Oltre a questa modifica è comunque necessario mettere in sicurezza l’apparecchio sostituendo la presa con una provvista di messa a terra e cambiando i condensatori elettrolitici vecchi.

Per fare queste modifiche, bisogna essere pratici del mestiere o è necessario rivolgersi a un tecnico specializzato, perché nei circuiti valvolari girano tensioni che possono essere letali. Pertanto attenzione. Io ho la fortuna di avere un suocero che faceva questo mestiere e quindi tendo a sfruttarlo per i miei progetti chitarristici.

In linea generale il circuito del G226 trova qualche similitudine con quello del Fender Super Reverb anche se monta delle valvole preamplificatrici octal, le 12SL7, al posto delle 12AX7. Il mio progetto iniziale, infatti, era quello di modificare il circuito originale in modo da renderlo il più vicino possibile a quello del Fender, ma quando abbiamo cominciato a cambiare il tonestack e altre cose sostanziali mi sono accorto che l’ampli suonava peggio, così siamo tornati indietro e ci siamo limitati a pochissime modifiche.

Valvolari Geloso: vecchiume italiano ottimo per la chitarra

Oltre alla messa in sicurezza, sono stati sostituiti alcuni condensatori e resistenze nel tonestack originale (piccolissime modifiche), ed è stata aumentata una resistenza nella parte preamplificatrice per diminuire il segnale, così da aumentare l'headroom perché l’ampli tendeva a saturare molto presto.

Il suono del mio G226 è molto bello, pieno con una bella pasta sui puliti. Le 6L6 finali ricordano le sonorità americane fenderose e hanno una incredibile saturazione quando si aumenta il volume. In particolare, quando si gira la manopola del volume, le finali vanno in saturazione in modo molto progressivo restituendo un suono cremoso. Basta girare la manopola e da una saturazione appena accennata si passa a un crunch leggero, bellissimo per il blues, fino ad arrivare a distorsioni importanti.

Veniamo alle prove effettuate sostituendo le valvole originali.

Con l'ausilio di adattatori octal-noval ho provato a sostituire le preamplificatrici 12SL7 con le ECC83 (12AX7) per rendere l’ampli più Fender-style, il risultato è stato pessimo, suono bruttino e molto distorto anche a bassissimo volume.

Ho provato quindi a mettere valvole con guadagno minore e ho sostituito le 12SL7 con le ECC81 (12AT7), il risultato è stato buono: suono pulito, un po’ più di bassi e aumento dell'headroom.

Sempre con l’adattatore, ho provato anche a sostituire la valvola pilota 6SN7 con una 12BH7: non ci sono state grosse differenze, forse il suono sembrava leggermente più compresso.

Infine ho sostituito le finali 6L6G con delle 6L6GC, ebbene tra le G e le GC c’è una grossa differenza. Sono valvole molto diverse come caratteristiche elettriche: le più moderne 6L6GC, montate negli amplificatori Fender e in molti altri marchi, hanno potenza anodica maggiore e in generale sopportano maggiori tensioni, pertanto è possibile sostituire le 6L6G con le GC ma non il viceversa. Il suono è cambiato in maniera radicale, con le 6L6GC l'amplificatore suona più forte ed è molto più cattivo.

Valvolari Geloso: vecchiume italiano ottimo per la chitarra

Non ho ancora provato gli amplificatori più piccoli da 15 Watt che montano le 6V6 o le EL36, ma da quanto si legge in giro sembra che vadano molto bene.

Insomma, se si riesce a trovare una testata Geloso per un prezzo accettabile, vale sicuramente la pena spendere qualche soldo per rimetterla in sesto e adattarla per chitarra. L'ampli vi darà grandi soddisfazioni e, secondo me, non rimane dietro ai soliti marchi attualmente in commercio per prezzi ben più elevati.
amplificatori g226 g260 geloso gli articoli dei lettori
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 25/04/2016 ore 09:33:2
Noi italiani in passato abbiamo sfornato dei gioielli meravigliosi. Questo ne è un esempio come il mio insospettabile Ekosonic 120.
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 25/04/2016 ore 09:35:42
Bravo,articolo molto interessante ! Non so se ho letto in maniera affrettata, ma che cassa hai collegato al tuo Geloso ?
Rispondi
di Baden [user #39846]
commento del 25/04/2016 ore 12:51:00
Non ricordo bene ma credo che il Geloso del video di YouTube, il G260, lo avevo collegato ad una cassa con un cono Vintage 30, mentre il G226 che uso abitualmente lo collego ad una 1X12 con cono Eminence Swamp Thang.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 25/04/2016 ore 10:53:15
Venezia, circa '65: passando a Stereo, mi padre mi ha rifilato un ampli Geloso, piccolo, e erogava a orecchio e croce al massimo 3W. La cassa era autocostruita in cartone, aperta dietro e un altoparlante che penso sia più piccolo di un 8". L'input microfono era DIN mono con un cavo modificato a jack per l'output della chitarra.
Il sound era tutt'altro che "piccolo"! A manetta, era da triplo stack Marshall e distorsione appunto "cremosa". Ah, che ricordi mi metti in mente adesso che caro Baden hai scritto questo articolo! Per i miei sarà stato un vero supplizio doversi sorbire uno che, tentennando, si stava auto-imparando a suonare la chitarra elettrica...
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 25/04/2016 ore 12:05:0
Concordo sul paragone con i Marshall... Anche il mio con il volume tirato per bene raggiunge un piacevolissimo crunch marshall/orange... L'unico problema è che, essendo un 20w, ogni volta rischio di buttar giù le pareti ahahahah :)
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 25/04/2016 ore 12:01:49
Bellissimi Amplificatori. Ho un G1/1020A sistemato da Carmine Gravina ed è un bellissimo amplificatore, specialmente se suonato al giusto volume.

Suonato con una Italiana sua coetanea vai al link vai al link

vai al link vai al link
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 25/04/2016 ore 14:05:13
Faccio prima una domanda: l'anno scorso tra la roba vecchia trovai un piccolo ampli con una piccola valvola, molto vecchio e probabilmente con dei condensatori da cambiare. Sfidando un po' la fortuna (sperando di non prendere come minimo una scossa da 220V) lo provai con la chitarra attaccandolo ad una 1x12 ed il suono era bellissimo, però il circuito in questione era sprovvisto della messa a terra, cosa che mi fece desistere dall'usarlo ancora. Lo portai quindi da un tizio che aggiusta amplificatori (credo solo a transistor) e mi disse che non c'era nulla da fare per metterlo a "norma" si sarebbe dovuto cambiare tutto il circuito...a questo punto mi viene il dubbio che il tizio non se ne intendesse dato che è una cosa che a quanto leggo è stata fatta su uno di quei Geloso. Qualcuno mi sa dire qualcosa a riguardo?

Come seconda cosa faccio un piccolo racconto: leggendo la storia del parroco e della sagrestia, mi viene in mente che anni fa nella chiesa della cittadina dove ogni tanto andavo a trovare i nonni, c'era un organo Hammond d'epoca, ebbi anche l'occasione di accenderlo e farci due note (pur non essendo un tastierista mi divertivo). Chiesi quindi al parroco da dove arrivasse e mi disse che glielo aveva regalato uno dei paesani che lo aveva in soffitta. A quel punto la domanda fu:" lo vuole vendere?", lui disse:" lo venderei volentieri perché è roba vecchia, e poi è robaccia da rocckettari, ma siccome è un regalo non me ne posso disfare"...dopo qualche anno non lo vidi più, evidentemente qualcuno era riuscito a portarselo via.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 25/04/2016 ore 14:58:5
Non so aiutarti perchè non ho competenze tecniche. Non posso che consigliarti, se sei interessato, di contattare Carmine Gravina che è il mio tecnico di fiducia ed è specializzato in "vecchiume" :)
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 25/04/2016 ore 15:40:25
La mia prima elettrica era un Eko (semi / look vagamente LP) in prestito e in cambio di servire la messa e suonare all'oratorio dove avevano un paio di ampli Eko - look grigio, dimensione AC30 più piccolo con meno Watt. La chiesa era SS Giovanni e Paolo a Venezia. Vi sarà di certo parecchia roba in cantina nelle chiese grandi a sufficenza da essere equipaggiate di un oratorio. Buona caccia!
Rispondi
di Baden [user #39846]
commento del 25/04/2016 ore 16:45:1
I due ampli di cui si parla nell'articolo il G260 ed il G226 sono stati messi in sicurezza da mio suocero, è bastato mettere la nuova presa con la messa a terra ed eliminare due condensatori elettrolitici che erano collegati dove arrivava il vecchio cavo dell'alimentazione.
Non sono un tecnico e di più non ti posso dire, ma mi sembrava un lavoretto abbastanza semplice.
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di vicky utente non più registrato
commento del 25/04/2016 ore 17:32:22
Dipende. Negli anni '50 e '60 era tipico costruire radio e amplificatori di piccola potenza, con una max 2 valvole, dove al posto del classico trasformatore di alimentazione (dove il primario 220V è elettricamente isolato dal secondario) veniva usato un autotrasformatore (dove primario e secondario non sono elettricamente isolati).
Nel secondo caso succede che la fase, o il neutro della 220V a seconda di come viene inserita la spina nella presa di rete, vengono collegati al telaio di massa con evidenti problemi di sicurezza. In più oggi abbiamo tutti il differenziale di protezione (che in quegli anni non esisteva, sugli impianti civili non si sapeva nemmeno cosa fosse la terra) per cui sarebbe un attimo farlo scattare.
Detto questo, non è vero che non si puo' fare niente su un ampli come il tuo, ci possono essere due soluzioni:
1) misurare le tensioni di uscita dell'autotrasformatore e sostituirlo con un trasformatore compatibile (o farselo costruire appositamente) , il tutto dopo anche aver eseguito una verifica dello schema.
2) alimentare l'amplificatore con un trasformatore 220 primario, 220 secondario. Con quest'ultimo si alimenta l'autotrasformatore dell'amplificatore e contemporaneamente si mette il telaio a terra.

p.s.. ma il tuo Geloso, che modello è esattamente? In rete si trovano gli schemi e pertanto è abbastanza facile capire se è necessario fare uno dei due punti sopra oppure monta già un trasformatore per cui c'è solo da mettere il telaio a terra come descritto sopra da Baden.
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 26/04/2016 ore 10:07:1
Ti ringrazio per la risposta. Se il tuo p.s. era rivolto a me, il piccolo ampli che ho trovato in garage non è un geloso, ma ora non so dirti di che marca fosse, tra l'altro non ha nemmeno lo chassis, era su una base con tutti i componenti a vista. A questo link (a patto che si apra) c'è una foto: vai al link
Se non è raggiungibile e ti interessa vederlo la posso mandare via mail, magari può servire anche per me per avere qualche suggerimento in più o pareri tecnici.
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 26/04/2016 ore 10:27:25
ciao, si il ps era rivolto a te. La foto l'ho vista e come supponevo è un amplificatorino di quelli usati nelle radio a valvole o nelle vecchie fonovalige. La possibilità che utilizzi un autotrasformatore c'è ma così a vista non è possibile stabilirlo. Bisogna provarlo con un multimetro nella portata in ohm e verificare che non ci sia continuità tra primario e secondario.
p.s.2: per ragioni di sicurezza sostituirei il raddrizzatore al selenio dell'anodica, è quel componente grigio in alluminio posto sotto il grosso condensatore elettrolitico. Quando va in corto emette fumi tossicissimi.
p.s.3 anche il grosso elettrolitico è da sostituire, rischia di fare il botto ed inoltre essendo collegato direttamente al raddrizzatore sopra menzionato....
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 26/04/2016 ore 10:34:16
Wow! Ti ringrazio molto per le dritte
P.S.2: Ho individuato il raddrizzatore, tu con cosa lo sostituiresti? A casa ne ho qualcuno però più piccolo di quello (sicuramente al silicio) Deve avere delle specifiche di corrente massima supportata o va bene qualsiasi raddrizzatore?
P.S.3: Il grosso elettrolitico è "doppio" non so se se ne trovano ancora (?!?) posso sostituirlo con due di pari valore?
P.S. MIO: Quale dei due trasformatori devo misurare in ohm ed in eventuale continuità?
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 26/04/2016 ore 10:46:17
- raddrizzatore: basta da 1A ma con tensione inversa alta, da 600V in su
- condensatore: si puoi usarne due separati ma di pari capacità/tensione
- è il trasformatore di destra, quello con tanti fili e il cambia tensione. P.s. ho dimenticato di specificare che la prova deve essere fatta ad amplificatore spento.
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 26/04/2016 ore 10:49:14
Hihi, ti ringrazio per la dritta, ma non avevo assolutamente intenzione di provarci ad ampli collegato alla rete! E' già stato tanto che abbia provato a mettere le mani sulle corde della chitarra per provarlo :D
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 27/04/2016 ore 15:09:48
Tra l'elettronicume ho trovato questo: 1KAB100E, i data sheet mi danno tensione inversa di picco a 1000V. Mi pare possa andare bene no? Se nel trasformatore che mi hai indicato non trovo continuità tra primario e secondario dovremmo quasi esserci vero? In tal caso, dopo aver sostituito il raddrizzatore ed il condensatore come dovrei procedere?
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 27/04/2016 ore 15:32:03
si, va più che bene, è 1000V e 1,2A.

Sostituiti i componenti metterei il tutto in un contenitore, non è molto sano lasciarlo così nudo. Presa per la corrente vai al link con interruttore, la terra la colleghi al telaio metallico. Metti i jack di ingresso chitarra e di uscita altoparlante e provi
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 27/04/2016 ore 15:40:07
Ti ringrazio molto, nei prossimi giorni proverò la questione della continuità sul trasformatore. Se è tutto a posto l'amplino è già quasi fatto :) se invece non dovesse essere così credo che la soluzione più semplice sia la seconda di un tuo post precedente: inserire tra la rete e l'ingresso 220 dell'ampli un trasformatore 1:1 e collegare quello a terra.
Sei stato molto gentile ed esaustivo.
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 27/04/2016 ore 17:32:15
Ah, scusami, un'altra piccola domanda: in che modo mi posso assicurare che l'impedenza di ingresso sia corretta per la chitarra? Se era un piccolo ampli da radio probabilmente accettava segnali con una impedenza ed un valore di tensione diversi.
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 28/04/2016 ore 08:22:06
come impedenza non scenderei sotto i 470Kohm. POtresti tirare giù lo schema, non dovrebbe essere tanto diverso da questo vai al link o da questo vai al link
Rispondi
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 26/04/2016 ore 08:28:20
E' una cosa che si fa tranquillamente e si deve fare sulle vecchie apparecchiature. L'ho fatto anche sul mio Ekosonic che dicevo sopra. Basta semplicemente collegare il centrale della presa alla massa (allo chassis per intenderci). Niente di più facile. Se hai dispersioni di corrente e l'amp scarica sullo chassis scatta il salvavita perchè la corrente va "a terra". Questo detto in soldoni... :D Occhio sulle vecchie apparecchiature. Non è insolito trovarci fili rosicchiati, componenti spaccati e simili... può essere molto pericoloso.
Rispondi
di maddog [user #21222]
commento del 25/04/2016 ore 15:03:06
Articolo interessante. Ho un Geloso da 15W con le 6V6 di cui ho provato a modificare il tonestack, ma non sono soddisfatto.
Faccio una domanda: togliere il tutto e montare un circuito 5e3 visto che le valvole sono le stesse? Lo ha fatto già qualcuno?
Rispondi
di Baden [user #39846]
commento del 25/04/2016 ore 17:03:38
Dunque, sul tone stack ci sarebbe da scrivere un articolo nuovo, ma vediamo di riassumere le mie esperienze. La maggior parte degli amplificatori Geloso ha solo la regolazione degli alti e dei bassi, ha un circuito tone stack chiamato Baxandall o James. Questo circuito è molto interessante così com'è. All'inizio non lo avevo capito e provavo scimmiottare il tone stack Fender con risultati altalenanti, poi ho scoperto che alcuni vecchi Orange avevano proprio il circuito Baxandall. Ebbene, il risultato migliore l'ho ottenuto lasciando la tipologia di circuito così com'era e sostituendo i valori dei condensatori e resistenze copiandoli dallo schema di un Orange Graphic da 120 watt.
Il risultato è stato ottimo, il suono pulito prima un po' troppo compresso si è aperto ed è diventato molto più brillante e ricco di armoniche, ora sono soddisfatto.
Quindi ti consiglio, prima di procedere con il progetto 5e3, di provare a copiare il tone stock dei vecchi Orange.
Rispondi
di maddog [user #21222]
commento del 25/04/2016 ore 19:28:07
Grazie, provo questa soluzione.
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 25/04/2016 ore 19:35:31
scaricatevi questo sw qui vai al link è molto interessante. POtete cambiare valore ai componenti, regolare i potenziometri e vedere le curve di risposta
Rispondi
di Baden [user #39846]
commento del 26/04/2016 ore 00:22:59
Si è una figata e c'è anche il tone stack tipo Geloso, qui chiamato James.
Rispondi
di ontheroad [user #44323]
commento del 26/04/2016 ore 00:41:26
a leggere l'incipit pare quasi l'abbia scritto io. da qualche anno ho parcheggiato su uno scaffale un geloso g227a, regalatomi dal mio parroco al quale ingombrava lo sgabuzzino da una ventina d'anni abbondante. completamente originale, è li fermo principalmente per mancanza di tempo da dedicargli, oltre all'eterna diatriba: restauro o cannibalizzo?
per cannibalizzo, intendo l'andarci giù pesantemente con le modifiche (come già visto per esempio qui: vai al link ottimo lavoro, ma dell'originale non è rimasto quasi nulla...), mentre restaurando dovrei mantenere il più possibile l'originalità dei componenti, oltre che dell'estetica (lavoro non lungo, di più, basti pensare ai soli condensatori da sostituire con componentistica moderna ma inserendoli nei case originali).
alla fine opterò per una via di mezzo, chiamiamola ripristino funzionale: sostituzione dei componenti come da schema originale, qualche modifica per la sicurezza come l'aggiunta della messa a terra. e tutto il materiale rimosso tornerà in archivio in attesa di un restauro più approfondito.
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 26/04/2016 ore 09:31:34
Ho un G 221, quello che poteva essere alimentato anche a 12 Vcc da batteria auto, aveva un microfono magnetico già collegato mediante cavo schermato uscente di lato rispetto ai due ingressi, phono e micro, con prese geloso a tre il secondo e tipo spina 6 A il primo, monta 2 X 6V6 in finale, una 12AT7 in ingresso ed una 12AX7 come invertitrice, ha un relè con zoccolo octal per la formazione dell'onda quadra a 12 V, più un commutatore ruotante a 3 posizioni per le alimentazioni. Ho dovuto sostituire gli elettrolitici ed il ponte con 4 X BY127, il commutatore che non era l'originale ma aveva molte più posizioni, il cavetto del micro con l'applicazione di una presa Jack femmina da pannello e lì inserisco le chitarre; unica cosa è abbastanza rumoroso ma suona ( come valvolari ho due Fender Vintage, cioè un Bassman 100 con 4 X 6L6 del 1969, un Supertwin 180 con 6 X 6L6 del 1979, più una testatina Epiphone Valve Junior con una EL84 ed una ECC83/12AX7, da 5 W ma sapessi come urla sulla mia cassa Marshall 1912 ), ciao da FBASS. PS) faccio riparazioni dal lontano 1971 però me è passata la voglia.
Rispondi
di geppo_27 [user #38040]
commento del 26/04/2016 ore 15:43:47
Complimenti per l'articolo Baden!
Anche io sono un fortunato possessore di un Geloso G298-A, eccolo qua:
vai al link

Ciao ciao
Rispondi
di Baden [user #39846]
commento del 26/04/2016 ore 16:59:55
Bello, come va con la cassa Marshall? Hai fatto qualche modifica al tone stack?
Rispondi
di geppo_27 [user #38040]
commento del 30/04/2016 ore 23:54:40
Grazie ;-)
Con la cassa Marshall a me piace molto, anche sui puliti, è tosto. Per quanto riguarda il tone stack non ricordo; mi sono fatto aiutare da un amico che lo ha revisionato ed ha sostituito solo la componentistica non funzionante (+ qualche modifica tipo 2 ingressi jack + 1).
Ciao
Rispondi
di Les Strat [user #47361]
commento del 23/11/2017 ore 18:52:22
Visto un Geloso G221 sul marketplace di FB,dato il prezzo di 100 euro mi chiedo se può svolgere un lavoro diverso,una breve ricerca mi porta a quest'articolo che guarda caso ne elogia le qualità proprio in ambito chitarristico,interessante.
Rispondi
di Baden [user #39846]
commento del 23/11/2017 ore 19:14:22
Il g221 non lo conosco, dallo schema vedo che monta due 6v6 cme finali. Potrebbe essere interessante come ampli piccolo ma non troppo, tipo 5e3, anche se sono necessarie delle modifiche al tone stack.
Facci sapere come butta.
Rispondi
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