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Lo strano caso dell'Afterneath Reverb
Lo strano caso dell'Afterneath Reverb
di [user #16167] - pubblicato il

Scoprire cosa fanno i sei controlli dell'Afterneath Reverb di Earthquaker Devices è avvincente quasi quanto leggere un romanzo di Sherlock Holmes. Ogni nome un indizio e ogni movimento una sorpresa. Ci abbiamo giocato un po' con Michele e una Gibson 335 ed ecco il risultato.
Chiamarlo riverbero, in effetti, è riduttivo. La realtà è che l'Afterneath è un effetto complesso, che utilizza diversi riverberi e short delay per creare risultati pazzeschi e spesso incontrollabili. Con le sei manopole si può fare veramente di tutto. Fare rimbalzare il sound su una moltitudine di pareti, oppure mandarlo in oscillazione. Si può sia impostare un suono e utilizzarlo, sia modificarlo in tempo reale giocando con i potenziometri come si farebbe con un delay analogico. Possono controllare praticamente ogni parametro dell’effetto.
Il Length interviene sulla lunghezza del decay del riverbero. Diffuse invece ne varia l’ambiente. Se lo si chiude si avrà un risultato più secco e con più attacco, al massimo invece trasporterà la chitarra in una chiesa con pareti altissime. Il tono è qui chiamato Dampen e interviene sull’equalizzazione. Drag è forse uno dei potenziometri più importanti. Man mano che lo si aumenta, incrementa il numero di delay che entrano in funzione. Questo trasforma il comportamento dell'Afterneath e lo rende più etereo, impazzito, a tratti ingestibile, soprattutto quando lo si utilizza in combo con il Reflect, che aumenta i rimbalzi, la regeneration, arrivando fino all'auto-oscillazione se portato al limite.

Lo strano caso dell'Afterneath Reverb

A riportare tutto con i piedi per terra ci pensa il mix, che miscela il suono dry a quello effettato, in modo da poter utilizzare in maniera estrema l'Earthquaker ma con un risultato blando.

Per provare l'Afterneath non si può fare altro che aggiungerlo e cominciare a giocare con i potenziometri. Conviene sicuramente partire regolandoli tutti al minimo e muovendoli uno per volta. Tra loro infatti interagiscono, e trovare un risultato soddisfacente potrebbe essere difficile.

Dopo i primi momenti di sbandamento ecco però che ci facciamo prendere dalla scimmia della sperimentazione. È un attimo, ci si lascia andare ad accordi dissonanti, cercando di fare il possibile per non far smettere mai di vibrare i coni della 4x12. Dobbiamo ammettere che non è difficile, in effetti, ottenere un suono continuo e stralunato. All'aumentare delle riflessioni si dà il via a un effetto ping pong degno di una finale dei mondiali di tennis da tavolo. Di contro, ottenere un semplice riverbero, un plate per esempio, è pressoché impossibile. L'Afterneath è qualcosa di diverso, un effetto con cui sperimentare e, perché no, divertirsi.


Ci abbiamo messo un po' a capire come venire a capo di questo riverbero digitale. Un riverbero che riverbero non è, perché è un insieme di effetti pronto a dare del suo meglio con i settaggi più estremi. È decisamente un prodotto di nicchia, non solo per il risultato timbrico, ma soprattutto per il prezzo di circa 250 euro. Se però si ha bisogno di qualcosa di estremo, l'Earthquaker Afterneath fa decisamente al caso.
afterneath earthquaker
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