Da un certo punto di vista, una chitarra è un oggetto con una fisicità reale costituito da estetica e comfort. Dall'altra parte è qualcosa che produce una materia eterea e ricca di soggettività: la musica!
Un liutaio sa che dovrà scontrarsi con questi due orizzonti e superarli, sa che i due parametri sono difficili da tenere solidamente uniti, sopratutto quando si è di prima esperienza, perché a volte la suonabilità e il comfort fanno a botte con il lato estetico o che con la produzione del suono, ma nella Sciàtt ramata che i visitatori del hanno potuto ammirare lo scorso 20 marzo nulla è lasciato al caso. Vediamo come, cosa e perché.
Lo strumento si presenta con forte decisione estetica. A partire dal colore e non da meno per la forma, la Sciàtt non passa indubbiamente inosservata.
Imbracciata, risulta più comoda e confortevole di quello che pensavo prima di prenderla tra le mani, il manico un 24 fret con tastiera in palissandro indiano è subito confortevole e della giusta curvatura. La comodità di solito è la prima cosa che osservo: sono sempre della filosofia che una chitarra ti deve far suonare bene e poi indubbiamente avere anche un bel timbro.
Mi ha positivamente colpito l'atteggiamento di Giacomo Salmoiraghi, . Carico di entusiasmo e passione, mi racconta dei pickup avvolti a mano da Paolo Lardera, del P90 con bobina splittabile a metà per avere un suono che possa andare dalla Telecaster alla Les Paul Jr. Il Filer'tron al manico invece è una replica in Alnico 2.
Il ponte di tipo rapround è un Gotoh, come le manopole dei controlli e stessa cosa i clip per la tracolla. Le meccaniche sono Kluson e risulta interessante la scelta del capotasto in osso. Il body è in pioppo nero.
Nel provare la chitarra, ho cambiato un paio di amplificatori. Nel primo usciva una voce molto grintosa, asciutta e definita, a tratti spigolosa ma non fastidiosa, di fatto come una voce grossa e rock dovrebbe essere. Sul secondo, invece, sebbene il timbro di base sia rimasto lo stesso, si è confezionato un sound più morbido anche se sempre grintoso se spinto nei terreni ricchi di gain. È quello scelto per la registrazione in video effettuata nella sala prove dello scorso Custom Shop.
Lo strumento è scorrevole, intonato preciso come deve essere un oggetto fatto a mano.
Senza dubbio, rifiniture sempre più preziose saranno frutto degli anni e dell'esperienza nell'intagliare e trattare il legno. Giacomo, per quel che mi riguarda, vince a piene mani andando al sodo di uno strumento funzionale, indubbiamente appariscente quel che basta, dal suono e suonabilità che rientrano tranquillamente in una fascia alta di produzione.
Adoro il rapporto che si può creare tra il musicista e un liutaio, scambio di competenze e informazioni simbioticamente necessarie a entrambi. Bravo Giacomo, avanti così, prima o poi passerò a trovarti in laboratorio! |