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Dreamaker Reverb Dream 20, un sound da sogno
Dreamaker Reverb Dream 20, un sound da sogno
di [user #16167] - pubblicato il

In studio con Michele abbiamo messo alla prova una testatina da 20 watt ma con un sound enorme. Un bel riverbero a molla e Il look particolare la rendono una vera chicca, ma è quando si inizia a suonare che comincia a stupire davvero.
La Reverb Dream è leggera, pesa non più di 15kg e all’interno della sua circuitazione ospita un trio di 12AX7 nel pre affiancate a una 12AT7. Il finale, invece, è composto da due 6V6, con una GZ34 come rettificatrice. 

Lo chassis in legno è rifinito con cura e ricoperto da un tolex nero western black in rilievo (è disponibile anche con tolex classico). I comandi sono raccolti tutti nella placca in metallo a semicerchio, che dona un aspetto molto personale non solo alla Reverb 20 ma a tutta la serie di piccole testate Dreamaker. 

Nello specifico, sul pannello, troviamo cinque potenziometri, con manopole belle grandi e perfettamente abbinate al look dell’amplificatore. Da sinistra a destra volume, alti, bassi, medi e riverbero. La 20 è una monocanale semplice e facile da usare. L’unica aggiunta sul modello in prova, rispetto al modello standard, è uno switch che interviene sui medi, una sorta di boost. 

Sul retro non ci sono grosse sorprese, giusto le connessioni per gli speaker (con impedenza selezionabile tra 4, 8 e 16 ohm) e l’ingresso per il footswitch con cui si può attivare e disattivare il riverbero a molla lunga. 


Dreamaker Reverb Dream 20, un sound da sogno

La Reverb Dream è una testata facile facile, ma efficace. Lo si capisce subito quando la si accende e il led blue diventa luminosissimo. Non serve far altro che aprire il volume e lasciare in flat l’eq per avere già tra le mani un sound pazzesco. I single coil della Gretsch non sono tra i più delicati al mondo, ma comunque non riescono a fare crunchare i 20 watt. Le valvole resistono e restituiscono un clean davvero rispettabile, grosso quanto basta e con uno spiccato accento bluesy. La voce della chitarra non viene per nulla mascherata, ma anzi viene resa ancora più vigorosa e personale dalla circuitazione dreamaker. L’eq interviene in maniera precisa e non si fatica a limare eventuali picchi nello spettro sonoro, ma fa il suo dovere anche quando lo si usa in maniera spinta per snaturare il timbro della chitarra. 

Passiamo alla LP, la Gold Top che ci accompagna da tempo assieme a Michele nelle prove. La situazione si fa davvero hot. Il clean sparisce e diventa un crunch corposo, per niente delicato, che si fa ancora più incazzato se si aprono un po’ i medi. La Reverb Dream fa la voce grossa e ha una bela pacca. Con un colpetto al volume, però, si può sempre tornare in zone clean, tanto che si riesce a fare un po’ di funk senza remore anche con degli humbucker. Mandare a fondo corsa il volume è davvero un'esperienza mistica. La volumata che esce dai coni della 4x12 non è enorme, di più. Sempre caratterizzata da una splendida definizione, la Dreamaker garantisce sempre un'ottima dinamica. Risponde al tocco e restituisce tanto gain quanto forte si pesta sulle corde. Bisogna giusto imparare a gestire la cattiveria dei 20 watt che scalpitano nella piccola Dreamaker.  



La Reverb Dream 20 è una testata made in Italy che ci ha lasciato davvero stupiti. Un sound di qualità e 20 watt in grado di sembrarne anche 50 all’occorrrenza. Il look è dalla sua e la rende personale e accattivante. Anche il prezzo pende verso i pro, perché il modello base è venduto a 1390 euro che per un amplificatore boutique realizzato a mano in Italia è un signor prezzo. 
 
dreamaker reverb dream
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