Per i musicisti meno esperti e per i non professionisti - per i quali esibirsi non è una routine lavorativa ma un’attività piacevole praticata però raramente - quella del riscaldamento è una fase ancora più delicata: con gran probabilità, infatti, si dovrà anche fronteggiare anche l’agitazione, l’ansia da prestazione e il timore del confronto con il pubblico.
Ovviamente, non esistono regole assolute per riscaldarsi al meglio e ognuno, nel tempo e con l’esperienza, maturerà le abitudini a lui più funzionali per prepararsi ad affrontare il palco o la registrazione.
Ci sono musicisti che raccomandano di non scaldarsi mai eseguendo o provando il repertorio che si sta per eseguire. Si rischierebbe solo di innervosirsi, stancare le mani o – peggio ancora – di sparare le cartucce migliori nel camerino invece che di fronte al pubblico. Per questo, il suggerimento è quello di eseguire dei semplici basilari esercizi di tecnica, dei rudimenti, che sciolgano in maniera graduale le meccaniche del playing senza affaticare o innervosire il musicista.
Viceversa, c’è anche chi raccomanda di non deviare la concentrazione dal repertorio che si sta per eseguire e di scaldarsi proprio eseguendo quello, magari a velocità ridotta e limitandosi a marcare le parti più importanti e gli obbligati.
Infine c’è chi, proprio come racconta in questa sua interessante prima pillola didattica, ritiene che la cosa migliore sia lasciare il proprio strumento sul palco prima dell’esibizione. Così da dedicare gli istanti prima della performance, unicamente a raccogliere idee ed emozioni da raccontare, da lì a poco, al pubblico attraverso la propria musica.
è uno dei migliori chitarristi acustici in circolazione. Il suo ultimo disco si chiama ed è una raccolta - suonata in maniera deliziosa - di brani composti ed eseguiti assieme a dodici chitarristi diversi tra cui Walter Lupi, Don Alder, Adam Morkus, Massimo Varini, Maneli Jamal e Vicki Genfan. Siamo felici di accoglierlo tra le nostre pagine per una serie di contributi didattici. (Gianni Rojatti)