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Paul Gilbert: che meraviglia poter cantare quello che si suona
Paul Gilbert: che meraviglia poter cantare quello che si suona
di [user #116] - pubblicato il

Paul Gilbert ci confida una delle cose che maggiorante ama nella musica blues: poter cantare quello che si fraseggia. Possibilità che, ovviamente, non era per lui così accessibile quando suonava metal e shred. Inoltre, ci racconta di come gli strumenti a fiato nella vecchia musica jazz, siano per lui una grande fonte di ispirazione.
Paul Gilbert continua a parlarci dell'importanza di saper cantare ciò che si suona, fraseggiando alla chitarra. In una precedente pillola didattica, Paul ci aveva spiegato che se non sì è in grado di riprodurre cantando, quello che si sta eseguendo alla chitarra, ciò significa che stiamo suonano a vista, senza la piena consapevolezza di ciò che si esegue: si sta facendo musica seguendo semplicemente con lo sguardo e assecondando con le dita, pattern e geometrie di scale, triadi, arpeggi.
Oggi Paul, invece, ci confida che da quando si è calato nella musica blues, gli strumenti a fiato sono diventati una grande fonte d’ispirazione per il suo fraseggio. Dice di amare in particolare i vecchi dischi jazz, degli anni '40 e '50, suonati da musicisti che quando si scostavano dal loro genere principale per infilare qualche blues, suonavano delle cose pregevoli. Tanto che sono blues che lui studia, trascrive, impara a cantare e ripropone all’interno del suo fraseggio e del suo repertorio.
 
Paul Gilbert: che meraviglia poter cantare quello che si suona

Il blues poi, nella sua formula più pura e tradizionale è un genere che poggia su melodie che si lasciano cantare, facilitando una perfetta simbiosi tra ciò che si suona e ciò che si sente e che quindi è possibile riprodurre con la voce. Saper cantare ciò che suoniamo ci aiuta inoltre a codificarne l’intenzione ritmica, l’inflessione esatta della melodia e la scansione degli intervalli. Ci aiuta a curare l’espressione e l’unicità della pronuncia.
“Non mi è mai capitato di cantare un mio assolo quando facevo shred! Ci pensi? Sarebbe impossibile cantare quelle cascate di oggi. Ma poco male, non importa, Non è necessario cantare tutto ciò che suoniamo. Sta di fatto che oggi mi diverto così tanto a suonare blues e mi piace da pazzi, mi fa stare bene, poter cantare le cose che suono.”

lezioni paul gilbert
Link utili
Il sito di paul Gilbert
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di stono [user #11272]
commento del 04/08/2016 ore 07:15:58
cantare quello che si fraseggia è una cosa naturale, credo riesca chiunque perche la musica si forma prima nella mente e poi la si suona. Io non ci trovo nulla di particolare in questo. (George Benson a parte)
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di Meo (er Canfora) [user #7845]
commento del 06/08/2016 ore 11:22:28
non credo riesca a chiunque. chi nasce con background shred ad esempio (come gilbert stesso) secondo me non ce l ha naturale. steve vai lo fa anche meglio semplicemente perchè lo ha sempre fatto fin dall inizio quando sapeva suonare solo qualche nota
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di Claes [user #29011]
commento del 04/08/2016 ore 08:36:56
La logica è di avere lo spazio per tirare il fiato - come cantando una melodia o suonando fiati. I riferimenti al Jazz come descrive l'articolo sono azzeccati. Vi passo una bordata di link:

Ella Fitzgerald: "I don't mean a thing if it ain't got that swing" vai al link

Billie Holiday: "Lady sings the blues" vai al link

Miles Davis: "So What" vai al link
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di gianz [user #34918]
commento del 04/08/2016 ore 10:12:14
dovrebbero fare un monumento a quest'uomo. da intense rock in poi,il crescendo di un talento didattico estremo. Jana, grazie.
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di franklinus [user #15063]
commento del 04/08/2016 ore 11:06:15
cantare quello che si suona è naturale per chi "scopre" di avere questa facoltà che poi diventa "normale" con l'uso e l'abuso;parlando di percentuali non matematiche e di esperienza personale ,solo il 10/100 tenta di cantare ciò che suona ed il 4/100 lo fa in modo naturale e l'1/100 è la chitarra fatta voce...bravo p.gilbert...la maturità gli ha donato saggezza e sintesi didattica,nascondendo in un cassetto i tanti prolassi chitarristici,(suoi e non suoi)che,personalmente,trovo ormai stucchevoli
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di nicolaw1 [user #5799]
commento del 04/08/2016 ore 15:03:41
Anche per me non così semplice, come minimo è richiesta una grande padronanza dello strumento e un'ottima conoscenza delle melodie.
Per quanto riguarda il Paul Gilbert cantante preferisco ricordare il suo periodo coi Mr.BIg insieme al grandissimo e sottovalutato Eric Martin.
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di Claudio80 [user #27043]
commento del 04/08/2016 ore 13:37:51
Grandissima stima per un grandissimo chitarrista che ha saputo "reinventarsi"in questa nuova veste bluesy/soul che a me piace davvero.
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di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 04/08/2016 ore 16:53:54
bah io lo trovo inutile cantare, io sono stonato ho una estensione di una ottava scarsa non sarei capace di cantare niente
Pero le note le penso, oramai quando ascolto musica in fase di cazzeggio sul brano inizio a pensare a bei soli di chitarra , prima non facevo cosi quando dovevo inventare un solo lo facevo sullo strumento e mi son reso conto che cosi rimani schiavo delle tue diteggiature, invece pensandolo sei libero e fai le cose piu disparate , poi so dolori a trascriverloo XD
Cmq Gilberto mi fa un po di tenerezza, mi sembra come quello che si è scottato con il mondo e diventa prete
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di BBSlow [user #41324]
commento del 04/08/2016 ore 17:17:10
Credo che Gilbert voglia parlare qualcosa di diverso, ovvero della possibilità (offertagli dal blues) di riprodurre con le dita una "linea melodica", un canto, che si ha in testa.
Ovvero, lasciare da parte la mera tecnica con le dita che si muovono da sole su schemi e scale e boxes più o meno conosciuti, e passare a licks / soli che nascono come "canto" nella testa e si trasformano in note sulla chitarra (in tempo reale: e qui sta la padronanza tecnica e la capacità artistica). Che poi è esattamente quel "dialogo" tra voce e strumento che caratterizza(va) i bluesmen del cd. blues rurale pre-elettrico, con la chitarra che, nei suoi interventi, agisce come una "risposta" alla melodia cantata.
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di Skadex [user #27312]
commento del 04/08/2016 ore 22:05:13
Bella forza, ha imparato a 60 anni quello che io facevo già dall'inizio!
Peccato che io a 60 anni non sappia fare minimamente quello che faceva lui all'inizio...
Vita grama.
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di francesco72 [user #31226]
commento del 05/08/2016 ore 08:59:30
Consiglio sacrosanto che però, parafrasando Skadex, è l'ABC di qualunque scuola di musica. Certamente repetita iuvant ma Gilbert mi sembra un po' di parte: anche nel jazz ci sono fraseggi di sax che bruciano le note esattamente come gli shredder fanno con la chitarra.
Quanto al saper cantare, è esattamente come saper suonare: c'è chi ha talento (nel senso di predisposizione e capacità) e gli basta poco per raggiungere il risultato, c'è chi non ha talento e deve faticare di più. Non è vero che chi nasce stonato muore così, anche il canto si studia e la voce si allena. Poi se uno ha la "voce" di Noel Gallagher non diventerà mai Pavarotti, ma per cantare i propri riff o assolo sarà sufficente.
Ciao
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di phunkabbestia [user #42918]
commento del 05/08/2016 ore 14:13:54
E' patetico che un musicista di questo livello debba condividere queste banalità come verità rivelate... vuoi suonare jazz/blues con la chitarra? Hai presente robben ford? Quando pensi di poterlo raggiungere... anche solo per un caffè!?!
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 08/08/2016 ore 17:21:18
a me gilbert in veste blues non mi convincerà mai. il blues o e l'hai, o non ce l'hai....per me è poco credibile, e non parlo certamente della ovvia capacità di suonare quel che gli pare
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