VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Cümbüş, storia di un ibrido
Cümbüş, storia di un ibrido
di [user #16167] - pubblicato il

Questa è la storia di uno strumento nato nella prima metà del 1900, in Turchia. L’ho conosciuto qualche anno fa grazie a Roberto Zanisi e non me lo sono fatto sfuggire in occasione del mio viaggio a Istanbul nei giorni scorsi, vi racconto quindi il primo incontro tra il Burats e una tastiera fretless.
Il Cümbüş (pronuncia giumbush) non è un oud, nemmeno un banjo ma neanche uno strumento tradizionale. Non è nessuna di queste cose e tutte e tre contemporaneamente. Zeynel Abidin Cümbüş lo inventò nel 1930 per ovviare a due problemi fondamentali dell’oud tradizionale, il prezzo e il volume. Stranamente la soluzione a entrambi i problemi era la stessa, un body creato utilizzando una casseruola di alluminio, sormontata da una pelle per darbouka, con un telaio per metterla in tensione. Non è difficile intuire come per creare il suo strumento Zeynel si sia ispirato al banjo, nato a sua volta per contrastare il volume degli strumenti a fiato assieme alle chitarre resofoniche. L’unione della cassa in alluminio con la pelle sintetica conferisce al Cümbüş un volume spaventoso e allo stesso tempo tutta una serie di risonanze che fan si che le note si sommino in un continuo loop quasi ipnotico. 

Sempre per contenere i costi il manico è avvitato su un supporto in metallo ed è realizzato in quello che sembra essere legno, non meglio identificabile, sormontato da una tastiera in formica, insomma il materiale dei banchi di scuola. 

Il modello standard, quello che ho acquistato io proprio presso il negozio originale di Fethi e Alizeynel Cümbüş è identico in tutto e per tutto ai primi strumenti realizzati nel 1930. Ha sei cori, ovvero sei coppie di corde, come il tradizionale oud turco. Come questo strumento, di base ha un’accordatura CGDAED ed è fretless. È questa la caratteristica principale che mi ha letteralmente fatto innamorare di questo strumento. Ho sempre invidiato un po’ i violinisti e le loro tastierine senza tasti. La possibilità di avere sotto le mani uno strumento con un sound davvero personale e fretless era un’occasione da non perdere. 

Quello che rende speciale il Cümbüş è proprio il numero di corde. Avendone 12, in coppie di due, si presta a essere accordato come una normale chitarra. Io, su consiglio sempre di Roberto Zanisi (di cui vi racconto qualcosa più tardi) l’ho subito accordato in DADGAD. Le accordature aperte vanno a nozze con il sound nasale e carico di volume del Cümbüş, ma soprattutto sono un toccasana quando tutte le corde che non stiamo pizzicando iniziano a risuonare. 

Cümbüş, storia di un ibrido

Nulla vieta, però, di accordarlo in accordatura standard. In questa maniera le posizioni delle note saranno esattamente quelle della chitarra e l’approccio sarà più semplice. Le possibilità offerte da una tastiera fretless sono davvero molte, ma sono seguite da alcune insidie, soprattutto quando abbiamo tra le mani uno strumento come il Cümbüş che non ha nessun segno sul manico. Suonare gli accordi è ben più complesso, le dita vanno messe sempre in corrispondenza dell’immaginaria barretta, a differenza di come si fa abitualmente coi tasti e quindi anche suonare un semplicissimo E- in prima posizione può rivelarsi più complesso del previsto. 

Nei prossimi giorni dedicherò qualche minuto a segnare con dei puntini bianchi la posizione dei tasti per poter iniziare a suonare in maniera meno casuale le note sulla tastiera. In attesa di diventare un pelo competente in materia vi suggerisco di dare un ascolto a questo video per capire come sia entrato nella musica tradizionale turca il Cümbüş




Come promesso però spendo due parole su Roberto Zanisi con cui ho avuto modo di lavorare più volte come tecnico audio e che, appunto, mi ha fatto conoscere questo strumento. A parlarvi della sua biografia ci penserà in maniera più approfondita la sua pagina personale, io invece dirò due parole sul suo ultimo lavoro, Bradypus Tridactylus, in cui il Cümbüş è protagonista. Roberto è un perfetto esempio di come anche da un solo strumento si possano estrarre suoni completamente diversi che, amalgamati insieme, creano atmosfere pazzesche.





Insomma questo era il piccolo racconto dello strumento in cui mi sono imbattuto a Istanbul e di come in qualche modo mi ha stregato. A questo link potete leggere la storia ben più approfondita di questo strumento che passa anche tra gli anni più travagliati della storia turca (oh beh non che adesso lo sia di meno in effetti). C’è qualcosa di affascinante nel Cümbüş che mi ha catturato da subito e a quanto pare non sono l’unico. Nel piccolo negozio in Ataturk Bulvari appeso sopra l’ingresso c’è un CD con l’autografo di Mr Steve Vai, un altro che in quanto atmosfere pazzesche non si è mai tirato indietro.
cumbus roberto zanisi
Link utili
Visita il sito di Cumbus
Leggi la biografia di Roberto Zanisi
Nascondi commenti     7
Loggati per commentare

di dale [user #2255]
commento del 16/08/2016 ore 10:02:43
Fantastiche sonorità.
Rispondi
di daron_poshikyan [user #45372]
commento del 16/08/2016 ore 12:35:20
che corde monta? nylon tipo oud?
Rispondi
Loggati per commentare

di Denis Buratto [user #16167]
commento del 16/08/2016 ore 13:49:5
no, monta corde tipo mandolino in metallo.
Rispondi
di Claudio80 [user #27043]
commento del 17/08/2016 ore 13:13:04
Molto bello!! Per "colpa tua" potrei esser vittima di un attacco di pseudo GAS....;-)
Rispondi
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 17/08/2016 ore 13:15:38
Ops! :-D
Rispondi
di gerlop [user #44005]
commento del 19/08/2016 ore 21:43:09
bel suono, sicuramente uno strumento che farebbe piacere avere e suonare ma se mi è consentito, mi piace anche la bionda ;)...
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 20/08/2016 ore 09:50:58
Mi pare utile per simulare un sound da Sitar!
Rispondi
Altro da leggere
In video le rarità vintage del museo Martin Guitar
Manuale di sopravvivenza digitale
Fundamental Ambient: riverbero sperimentale Walrus a prezzo budget
Theodore Standard: la Gibson perduta di Ted McCarty diventa realtà
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
American Series: la Soloist USA con due EMG in duplice versione
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964