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Come organizzare una band
Come organizzare una band
di [user #45405] - pubblicato il

Alla parola musicista sono spesso associate immagini distanti dalla realtà. Si pensa al musicista di successo, affermato e impegnato tra lussuosi studi di registrazione, hotel, tournée. Ma per chi si trova dall’altra parte del palco, invece, la parola musicista richiama ore di prove, pomeriggi spesi a cercare date, le innumerevoli telefonate a gestori, organizzatori, service, i chilometri macinati e, non ultimi, i chili di strumentazione da caricare e scaricare.
Alla parola “musicista” vengono spesso associate immagini molto distanti dalla realtà. Vengono alla mente gli esponenti di spicco di questa categoria, quelli che hanno raggiunto il successo, il quale, nei casi più eclatanti, ha contribuito a cristallizzare per loro un nome riassuntivo di un personaggio, uno stile, una storia. Questo succede sia nell’immaginazione di chi la musica la segue con passione, sia in quella chi l’ascolta per caso, alla radio, mentre va al lavoro o sbriga le proprie faccende quotidiane senza dare troppo peso al sottofondo.
È chiaro, molto spesso sono i musicisti stessi – o il loro entourage – a creare “il mito”, perché l’attività musicale, in particolare a quella dal vivo, è strettamente legata alla performance, alla teatralizzazione della musica. L’industria musicale esercita pressioni affinché l’artista spettacolarizzi se stesso e, di conseguenza, attui strategie di seduzione nei confronti del pubblico che, almeno in teoria, dovrebbero incidere sulle vendite.
Per chi si trova dall’altra parte del palco, invece, la parola “musicista” richiama alla mente ore di prove, solitarie o in gruppo, i pomeriggi – o spesso le nottate, perché in pochi hanno la fortuna di potersi dedicare totalmente al proprio progetto musicale – a cercare i luoghi in cui potrà esibirsi, le innumerevoli telefonate ai gestori, agli organizzatori, ai tecnici dei service, i faldoni ripieni di fogli con cui la burocrazia regolamenta l’attività del musicista, i chilometri macinati e, non ultimi, i chili della strumentazione da caricare e scaricare.
La fatica, che si intreccia con il piacere che un musicista prova nel fare per professione ciò che più gli piace nella vita, può rendersi molto più evidente in quei gruppi medio-piccoli che non possono permettersi un agente, un tour manager, un roadie, un service, ma che soprattutto devono far coincidere nel tempo e nelle energie un hobby che impegna come un lavoro con un mestiere che permette loro di sostentarsi (e spesso di mantenere anche la loro passione).
Questo testo è indirizzato proprio a coloro che fanno parte di questa categoria di musicisti, sia a quelli che stanno muovendo i primi passi nel mondo della musica live, sia a quelli che da tempo si destreggiano tra date, prove e sound-check, ma che spesso hanno avuto difficoltà a tenere insieme i loro componenti o a sentirsi davvero parte del loro progetto.
Vi sottopongo a puntate un piccolo compendio di consigli sostenuti dalla mia esperienza diretta.

Come organizzare una band

La gestione di una band - Organizzare, ispirare, divertirsi
di Sandro Benetti


PREMESSA
Ho cominciato a suonare e far parte di gruppi musicali da quando avevo quattordici anni, all’inizio in alcune realtà di tipo parrocchiale. Il mio primo gruppo era composto da più di trenta persone e ci esibivamo in teatri e luoghi della provincia quasi tutti i fine settimana. Da allora ho sempre continuato a suonare in tante realtà e vissuto tantissime esperienze. Essere membro di un gruppo musicale è stupendo, ho imparato che ogni componente è diverso, ha una propria storia in cui però il bisogno di indipendenza, e allo stesso tempo di appartenenza e di collaborazione, ha quasi sempre la precedenza sull’ego. Le band di cui ho fatto parte mi hanno fatto crescere e reso consapevole delle mie capacità di inserirmi in un gruppo in cui ogni componente è una ricchezza notevole. È bello notare che più nel gruppo si sta bene con gli altri, più il nostro ego esasperato si ritira.
In questa pubblicazione spiegherò l’importanza di avere una buona guida in un gruppo musicale partendo dalla mia esperienza personale, dopo gli anni trascorsi tra realtà musicali cittadine, con un occhio di riguardo al senso etico e al nostro interiore.
Molte volte si affianca la parola “leader” a quella di “capo”, “direttore”, “dirigente”, “presidente”… Ho preferito usare la parola “guida” al posto di “leader” perché penso vada a centrare meglio il punto. Nella realtà musicale il leader è un musicista che ha anche altre mansioni, mi riferisco quindi alla figura di guida intesa come punto di riferimento, coordinatore, persona che accompagna il gruppo in una crescita tangibile. All’interno non mancheranno alcuni suggerimenti concreti. Buona lettura. Clicca questo link.

Come organizzare una band

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
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