Cosa succede dunque a Nashville? La risposta è semplice: TUTTO! Ci son voluti giusto dieci minuti di taxi dal motel dove ho stabilito il campo base (un economico Roadway Inn, ma tutto sommato accettabile), ma una volta arrivato nella Broadway il mio cervello è andato in overload! Una miriade di locali, tutti pieni di gente e tutti con una band sul palco. Prendiamo posto io e Chiara (la vera ideatrice del viaggio) presso l’Honky Tonk. Qui l’estasi è stata totale.
Può un locale di così modeste dimensioni ospitare un palco, con band, line array e così tanta gente contenta di ascoltare musica? Ah già siamo negli States, mica a Milano dove al massimo in un posto così avrei potuto trovare un DJ, ma soprattutto il chitarrista della band (molto bravo tra l’altro) può con una Telecaster suonare "Eruption" e attaccarla in un medley infernale a "Sweet Home Alabama"? E poi qui nel Sud non si sono ancora rotti il cazzo di sentire "Sweet Home Alabama"?
Ok, sono in un mondo completamente diverso, dove mi chiedono la patente per vendermi la birra anche se credo di dimostrare (ahimè) anche più dei 28 anni che ho, dove esci dalla gelateria in cui un cono pesa mezzo chilo (e non è nemmeno quello più grande) e trovi la versione bianca dei Jackson Five, ma più country, con due gemelli trombettisti e una bimba che a sei anni dà già delle belle piste di distanza a tanti musicisti.
Nashville è un posto speciale, dove all’incrocio della strada non senti clacson, frenate e bestemmie, è un posto dove ti vengono le vertigini primo per la quantità di musica che ti arriva alle orecchie, secondo per il gelo siderale che si trova nei locali, dove l’aria condizionata ti trasporta direttamente dal sud al polo sud.
Ho cercato di riassumervi un po’ di quello che ho visto in un piccolo video, spero renda almeno un briciolo della bellezza di questo paese! Ci sentiamo presto da Memphis!
|