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In bocca al Loop
In bocca al Loop
di [user #40062] - pubblicato il

Un nostro lettore ci racconta gli esperimenti per arricchire le potenzialità espressive della sua band, mediante l’uso di un loop. La soluzione, almeno sulla carta, è allettante. Il loop offre la possibilità di costruire riff, frasi, accordi, su cui poi suonare; e questo può estendere in modo significativo le potenzialità dell’esecuzione del gruppo.
Se questa idea è ampiamente sfruttata in formazione “one man band”, volevo verificarne la fattibilità e/o i limiti che si potrebbero incontrare all’interno di un gruppo, magari un trio dove appunto l’aggiunta di un tappeto sonoro potrebbe rivelarsi molto utile. Intanto, sempre a livello teorico, ho ipotizzato che la costruzione e la progettazione dei brani debba essere funzionale all’uso e possibilità del loop, viceversa, le difficoltà aumenterebbero in modo esponenziale. Quindi, ieri, ho cominciato a mettere in pratica le ipotesi contemplate a livello teorico.

In bocca al Loop

Alternando nella prova, libera esecuzione; metronomo; drum machine; batterista, ho creato una struttura basilare, una sorta di archetipo generico (piuttosto strutturato), per tastare con mano le difficoltà del progetto: partenza con esecuzione riff da registrare con loop, frase chitarra suonata in diretta sopra il loop; stop del loop e partenza ritornello con chitarra suonata in diretta; ripartenza loop riff iniziale e via da capo, per arrivare di nuovo al ritornello all’interno del quale, mentre lo eseguo in diretta, con la funzione undo cancello il precedente riff così da poter ripartire con un arpeggio, loopparlo ed infine suonarci sopra il solo. Punto primo: intanto è necessaria una precisione chirurgica, non è ammessa la benché minima esitazione, basta un’inezia, semplicemente un tocco sul pedale poco convinto ed il loop, ad ogni ripetizione, accumulerà un ritardo rispetto al metronomo o drum machine che sia; secondo punto: c’è da ballare un discreto tip tap tra registrazione, rilascio ecc, di conseguenza bisogna sfruttare le parti dove non è presente la registrazione per utilizzare la funzione undo e per cambiare i suoni, dato che risulterebbe impossibile pilotare loop e cambiare un suono in contemporanea. Considerazioni:la situazione si presenta macchinosa, ciò richiede un allenamento ed una buona preparazione, non indifferente, ma fattibile, basti pensare a chi esegue parti di chitarra articolate e magari canta, le difficoltà dovrebbero essere più o meno sullo stesso livello; una sapiente ed oculata progettazione del brano tale da permettere spazi adeguati per tutti i cambiamenti. In alternativa le soluzioni potrebbero essere l’utilizzo parsimonioso e sporadico del loop all’interno del brano e magari l’esecuzione non a metronomo dello stesso anche se ritengo poco praticabile l’ultima soluzione, più adatta a chi suona da solo che in un contesto di gruppo, dato che le cose si complicherebbero maledettamente.

In bocca al Loop

Si, perché l’uso del metronomo risulta indispensabile, non solo al batterista, ma come minimo anche per me che devo far partire/arrestare il tutto con assoluta precisione. A questo punto mi rendo conto che il progetto assume un carattere velleitario dato che si avrebbe l’esigenza di un sistema di monitoraggio in-ear (impensabile l’uso delle cuffie e fili vari in un live), probabilmente una loop station più complessa ed efficiente (tipo Boss RC-300 Loop Station) che permetta maggiori possibilità e flessibilità rispetto ad un loop semplice. A fronte di un non indifferente e cospicuo investimento economico che tale situazione richiederebbe, ma che potrebbe solo alleviare in parte la macchinosità dell’operazione, mi piacerebbe conoscere se qualcuno ha già avuto esperienze simili per un utile confronto. Vorrei rimanere nell’ambito dell’uso del loop all’interno di un gruppo (non individuale), semplice od avanzato che sia, tralasciando volutamente altre possibilità più ovvie e semplici, tipo l’inserimento di un elemento nella formazione o la registrazione di parti da utilizzare come basi.

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