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Cosa rende un amplificatore buono a digerire i pedali?
Cosa rende un amplificatore buono a digerire i pedali?
di [user #116] - pubblicato il

Si sente spesso parlare di amplificatori capaci di integrarsi meglio con l'uso di effetti a pedale, o di altri a cui proprio non vanno giù. Ecco cosa vuol dire che un amplificatore digerisce bene i pedali, e cosa lo rende tale.
Viviamo in un'epoca in cui, se si vuole suonare la chitarra elettrica, è quasi inevitabile avere a che fare anche con una miriade di scatolette colorate da posizionare tra il proprio strumento preferito e l'amplificatore. Dai distorsori alle modulazioni e agli effetti ambientali, l'effettistica è parte integrante del setup di un chitarrista, e ci si trova spesso a interrogarsi quali siano le migliori condizioni in cui un pedale è capace di dare il meglio delle sue potenzialità. Si parla di amplificatori più o meno bravi a "digerire" gli effetti, sia in front sia tra Send e Return, ma non sempre si ha ben chiaro cosa voglia dire e quali aspetti tecnici o sonori li rendano tali. Noi abbiamo voluto fare chiarezza una volta per tutte, e abbiamo posto la domanda a un esperto in fatto di amplificazione valvolare di qualità: Sebastiano Barbirato di BRBS Amplification.

Cosa rende un amplificatore buono a digerire i pedali?

Perché si dice che alcuni amplificatori digeriscono meglio i pedali di altri? Quali sono le ragioni tecniche di questo aspetto? Si può capire dalla scheda tecnica se un amplificatore digerirà i pedali oppure no?

Risponde Sebastiano Barbirato di BRBS Amplification: innanzitutto stiamo parlando sostanzialmente di pedali di distorsione/overdrive/fuzz. Il problema è accoppiare bene il pedale giusto con l'amplificatore giusto, tuttavia si può mediamente parlare di amplificatori più facili da usare con i pedali (per esempio dal banale combo Fender della serie Hot Rod alla Marshall JTM45 o Hiwatt DR103, nonostante questi tre ampli suonino tutti in modo diverso tra loro) e amplificatori più ostici.
Considerato che moltissimi pedali boutique nascono senza vistose circuiterie di controllo di tono (non è facile vedere pedali con bassi, medi, alti e altri switch che permettono variazioni sul colore del sound) molto dipende dalla risposta in frequenza del canale pulito sul quale vorremmo utilizzare il pedale (che è dipendente anche dalla risposta del cono/cassa).

Partiamo analizzando un tipico suono clean di amplificatori classici basandoci su una analisi circuitale sommaria: abbiamo in ingresso uno stadio di amplificazione che può essere più o meno flat come risposta oppure tagliare via in modo più o meno vistoso frequenze basse (esempio tipico lo stadio di ingresso High treble di una Marshall plexi). Poi abbiamo in genere un controllo di Gain sul quale spesso sono inseriti controlli di Bright, che sono degli switch che tramite un condensatore aggiungono frequenze alte a bassi livelli di gain, effetto che degrada più si alza tale controllo.
Seguono uno o due stadi di amplificazione a seconda della circuiteria utilizzata (e anche in questo caso può esserci un sistema di treble peak, ossia di boost delle alte frequenze rispetto alle basse e alle medie) quindi viene il controllo di tono passivo, che in tutte le mille varianti tipiche di ogni casa di amplificazione ha una peculiarità: con i controlli tutti al centro non è mai flat, ma nell 80% dei casi scava sempre frequenze medie, su bande tipiche di ogni produttore. Possono esserci varianti circuitali in cui il controllo di tono è posto prima del gain tra gli stadi di amplificazione iniziale e successivi, tuttavia l'effetto di massima è sempre di uno scavo delle frequenze medie.
Quindi il nostro canale clean, che per essere bello da utilizzare come tale spesso si presenta brillante e scavato sui medi, non è sempre adatto a un utilizzo con i pedali overdrive e distorsori per il fatto che questi ultimi, apportando distorsione, presentano un contenuto di armoniche alte elevato e anche un contenuto di medie frequenze “sbagliato” in quanto realizzato a monte degli stadi di distorsione per ottimizzare l'attacco della nota, per avere la botta secca insomma.

Cosa rende un amplificatore buono a digerire i pedali?

Le alte poi nei pedali sono spesso tenute a bada da circuiti passa basso, ma resta un certo squilibrio armonico, quindi troppe medie nasali, poche medie calde e poche basse. Oppure casi particolari come alcuni fuzz in cui i controlli di tono mancano del tutto e il suono è 100% naturale.
Solitamente i controlli di tono dei pedali possono compensare bene aggiungendo basse, togliende medie fastidiose o alte fastidiose, però ci sono casi in cui il canale pulito su cui ci interfacciamo è talmente scavato o talmente brillante da produrre suoni finti o piccoli.
Per esempio i Fender Twin, specie i silverface anni '70, non sono ampli facili per i pedalini per la loro iper-presenza sulle alte che rendono i distorti zanzarosi e metallici, per il buco netto sulle frequenze medie che toglie tutta la fetta di frequenze tra i 400 e i 500 Hz e per gli altoparlanti utilizzati spesso dotati di bobina mobile piccola o rigida, con frequenza di risonanza elevata, oppure generalmente dotati di timbrica più hi-fi sulle alte. Invece già un comune combo Hot-Rod Deville presenta un controllo di tono meno aggressivo, un bright switch più utilizzabile e altoparlanti più morbidi come risposta in frequenza. Anche i vecchi Fender Deluxe, con le loro tre manopole, avevano un suono adatto ai pedali in quanto sostanzialmente flat sulle medie e tagliato sulle alte estreme. Altri esempi: un JTM45 ha una circuiteria molto simile al Fender Bassman '59, con un canale bello scuro e uno più brillante miscelabili e un controllo di tono che permette di modulare bene le frequenze senza togliere troppe medie di default. La differenza non sta nelle valvole, ma sta nel fatto che un JTM45 accoppiato a dei Celestion da 12 pollici ha un suono grosso e corposo, mentre il Bassman accoppiato a dei Jensen da 10 pollici in alnico ha un suono molto più brillante e meno carico sulle basse, quindi anche i pedali accoppiati a tali ampli presenteranno rese molto diverse.

In ultima istanza, al di là dell'aspetto timbrico, dobbiamo anche valutare la resa in relazione all'headroom dell'ampli in questione e qui ci sono due strade. Chi cerca il suono del pedale puro, non sporcato dall'amplificatore, e chi cerca un ampli che si presti a essere spinto da un pedale in ingresso. Mentre in questo secondo caso la scelta è molto soggettiva e dettata da esigenze specifiche (alcuni cercano un suono compatto e rifinito, altri cercano qualcosa di più fuzzoso e sporco, difficile prevedere una resa) nel primo caso esistono amplificatori che rimangono puliti anche con segnali elevati e amplificatori che tendono a saturare subito e a far suonare simili molti pedali (esempio di questo comportamento lo da la Marshall plexi, con la difficoltà a bilanciare il volume Normal con il selvaggio volume High treble che tende ad aprire subito cominciando a distorcere. Lavorando bene si trova uno sweet spot apprezzato da molti utilizzatori dei pedalini con i Marshall).
Logicamente un amplificatore di basso wattaggio sarà meno versatile nell'utilizzo con i pedali in quanto molte differenze dinamiche saranno meno percepite ed eventuali effetti di boost meno evidenti perché compressi dalla minor headroom.

Estendendo il discorso anche agli effetti di modulazione e ritardo, un pulito che resta tale di preamp senza colorare troppo la timbrica si presenta più adatto e trasparente a tali effetti, mentre amplificatori che di base distorcono il segnale naturalmente e che non presentano un loop effetti (oppure se presente non risolve il problema) non sono facilmente utilizzabili per esempio con un delay.

Quindi i fattori su cui di dobbiamo soffermare per valutare la resa di un amplificatore con un pedale sono:
- canali puliti molto brillanti (specie se la brillantezza è rappresentata da una presenza sulle alte dell'ordine dei 5-6khz e oltre, oppure canali puliti solid-state in cui non è presente l'effetto di taglio progressivo sulle alte frequenze tipico dell circuiterie valvolari con le loro alte impedenze)
- canali puliti molto scavati (tagli sulle medie tra i 300 e i 500hz danno suoni duri e distorti tendenzialmente metal moderni, mentre tagli sulle medie tra i 600 e gli 800hz danno suoni più morbidi che esagerando nel taglio diventano cavernosi o metal vecchia scuola) non sono mai l'ideale per l'uso accoppiato ai pedali overdrive e distorsori nemmeno se i pedali in questione hanno controlli di tono complessi e ridondanti: più circuiterie di correzione timbrica in serie usiamo, più abbiamo perdita di dinamica e variazioni di fase tali che il suono risultante finale può sembrare buono a bassi volumi ma dimostrarsi inconsistente raffrontato a un buon monocanale distorto.
- altoparlanti troppo estesi in banda acuta oppure altoparlanti con timbriche molto caratteristiche (= poco versatili).

Questi tre punti sono i motivi principali del cattivo accoppiamento pedale/amplificatore ragionando dal punto di visto dell'utente medio che cerca distorti di qualità equilibrati e versatili. Esiste poi sempre il gusto personale e possono o piacere o essere efficaci in alcuni generi suoni con risposte in frequenza particolari, magari suoni acuti, o scavati, o entrambi.

Cosa rende un amplificatore buono a digerire i pedali?

Ci sono anche casi in cui alcuni aspetti compensano e tutto sommato l'amplificatore in esame può essere adatto per l'uso coi pedali. Vedi il Vox AC30, in cui è presente un canale Normal sostanzialmente flat, un canale Brilliant che è molto scavato tra i 600 e gli 800 hz (l'eq british) e con una bella presenza ma che possono essere miscelati insieme per ottenere una buona alchimia. Completano il tutto il controllo Cut che può tagliare le alte estreme a piacimento e i due Celestion Blue Alnico che nel cabinet non molto ampio dell'AC30 producono medie a profusione che compensano bene qualsiasi scoop di medie del preamp.

Non esiste un produttore allo stato attuale che presenta i propri amplificatori con schede tecniche riguardanti la risposta in frequenza del preamp in modo particolareggiato, e comunque l'orecchio è sempre il giudice migliore. Per farsi un idea, tuttavia uno sguardo al pannello controlli può essere utile (valutare la presenza di vari controlli di bright e di altri controlli di tono, tenendo sempre presente che meno controlli sono presenti, più il circuito presenta di norma una risposta flat, quindi potenzialmente vantaggiosa nell'uso coi pedali) e uno sguardo al tipo di altoparlanti (i 10 pollici sono a volte brillanti o scarni sulle basse, altoparlanti british sono più avvolgenti sulle medio-basse e hanno gamma alta estesa ma non zanzarosa, mentre altoparlanti american style sono spesso nasali sulle medio-alte e più duri sulle medio-basse).
amplificatori brbs effetti e processori il suono
Link utili
Sito BRBS Amplification
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