Intervista a Guthrie Govan: "In Italia tutto è bello, buono e suona bene"
di redazione [user #116] - pubblicato il 16 gennaio 2017 ore 15:30
Torna in Italia uno dei più acclamati chitarristi del pianeta. Guthrie Govan, vero punto d'arrivo vivente per la chitarra moderna, attraverserà il nostro paese con undici clinic. Si tratterà di appuntamenti didattici in cui, chitarra al collo, il virtuoso inglese sarà a disposizione dei partecipanti per parlare e spiegare ogni aspetto legato alla sua musica: dalla tecnica alla composizione e improvvisazione. Lo abbiamo incontrato per un'intervista esclusiva nell'attesa di seguirlo nella data di Terni, il 28 gennaio all'Auditorio Gazzoli.
A pochi giorni dalla partenza del tour abbiamo potuto intervistare Govan grazie alla disponibilità dell'associazione Visioninmusicaorganizzatrice della clinic del chitarrista a Terni, presso il Teatro Gazzoli. La stessa organizzazione si è raccomandata di segnalare l'importanza del fatto che i partecipanti al seminario portino il proprio strumento e si preparino domande mirate da rivolgere all'artista. Guthrie Govan si terrà disponibile per circa un’ora al termine del seminario anche per fotografie e autografi con il pubblico. Da questo link è possibile scaricare il programma della serata.
Nel 2007 tenevi i tuoi primi clinic in Italia. Eri un chitarrista apprezzato dagli addetti ai lavori ma poco noto al grande pubblico. Oggi, dieci anni dopo, sei uno dei più acclamati chitarristi del pianeta: a fianco di Vai e Satriani nel G3 e con gli Aristocrats nella band di jazz rock più rispettata e seguita al mondo. Niente male…
Tutto quello che posso veramente dire è che sono estremamente grato per questi riconoscimenti. Ma credo fermamente che qualsiasi reputazione io possa avere in questi giorni, questa è comunque anche frutto della fortuna, come del resto qualsiasi altra cosa possa capitarti. Semplicemente, essere in grado di fare questa roba (dischi, tour, clinic..) per una vita intera, beh, per me è una vera benedizione!
Immagino che nelle tue clinic tu suoni su delle basi. Gli Aristocrats sono una brillante esplosione di continue improvvisazioni. E’ difficile per te suonare su delle basi? Non ti senti come in trappola?
A dire il vero sì, mi sento intrappolato in una situazione in cui è prevista una performance e la mia unica opzione è quella di suonare con una base che non mi può sentire e di conseguenza rispondere.
Rispondere?
Sì, perché artisticamente sento che l'interazione in tempo reale con altri musicisti è probabilmente ciò che faccio meglio e, ovviamente, c'è molto meno spazio per essere spontaneo quando la tua band è solo un mp3 su un iPhone!
Ma non voglio essere così negativo perché, a essere onesti, non ritengo l’esecuzione di brani su backing track l'elemento più importante delle mie clinic. Per carità, sono felice di suonare un paio di brani sulle basi: sono ben consapevole che la gente si aspetta un po’ di quella roba! Però, per me, l'aspetto peculiare di una clinic resta la possibilità di interagire con gli studenti, le domande e le risposte. Poi non sottovalutare che in pedaliera ho il mio looper e mi diverto sempre a creare e suonare delle cose su cui improvviso, sviluppo idee. In questo modo, riesco a incorporare comunque quell’elemento di imprevedibilità, di improvvisazione...
Ci sono alcuni argomenti didattici che hai già in scaletta?
Preferisco lasciare che i temi trattati si delineino durante l'evento stesso, sulla base delle domande che ricevo. Anche perché poi, così, è affascinante che ogni clinic si riveli in qualche modo unica... Sono riluttante sul dare ai tuoi lettori troppi suggerimenti su che tipo di domanda mi piacerebbe mi facessero.
Semmai è interessante osservare come le tipiche domande da clinic siano evolute nel corso degli anni: una volta ero sommerso da domande sulla tecnica, la velocità; oggi le persone sembrano più interessate a parlare di improvvisazione e composizione. E questo, per me, va assolutamente bene.
Che strumentazione utilizzerai?
Mentre scrivo questa intervista, non ho ancora imballato mia attrezzatura per il tour ma sono certo al 95% che porterò la stessa strumentazione che avrei usato per uno spettacolo degli Aristocrats: la mia Signature della Charvel, la pedaliera multieffetto della Fractal FX-8 e una testata Victory V30.
La cassa chiedi di trovarla in loco?
Certo. Chiedo di avere a disposizione un cabinet con coni Celestion Vintage 30s. Il suono della testata che utilizzo, la V30, è stato concepito con la voce di quei particolari altoparlanti in testa.
Tre cose dell’Italia che sei felice di ritrovare ogni volta che torni.
Ah, divertente. Perché posso dirti che – per la mia esperienza- in Italia tutto…
suona bene! Nel senso che anche se la mia conoscenza della lingua italiana è ancora del tutto inadeguata, su un piano puramente sonoro, il vostro modo di parlare è musica per le mie orecchie. Poi tutto è bello. Dal paesaggio alle donne. E, infine, tutto è buono.
Sono sicuro che non c’è bisogno che sia io a spiegarvi, ragazzi, che il cibo da voi è speciale!
Ecco l'elenco completo delle date del clinic tour di Guthrie Govan.