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Fender sfodera lo spirito retrò con le American Original
Fender sfodera lo spirito retrò con le American Original
di [user #116] - pubblicato il

I classici americani dedicano un tributo alla tradizione Fender. Stratocaster, Telecaster, Jazzmaster, Jaguar, Precision e Jazz Bass si vestono di vintage.
Le chitarre e i bassi di Leo Fender hanno attraversato le epoche aggiornandosi di pari passo con le nuove tecnologie, le mode e le correnti stilistiche, ma gli appassionati della liuteria elettrica californiana non possono restare impassibili davanti ai classici degli anni che furono. Fender raccoglie i tratti più amati dei suoni decenni d'oro e dedica un tributo alla propria tradizione con la serie American Original.

Fender sfodera lo spirito retrò con le American Original

Stratocaster, Telecaster, Jazzmaster, Jaguar, Precision e Jazz Bass si arricchiscono di finiture nitro e ricevono pickup ispirati alle epoche di riferimento insieme ai manici storicamente corretti, aggiornati con tastiere dal radius più moderno, da 9,5 pollici.



Non poteva mancare all'appello la "solid body originale". La American Original '50s Telecaster è ispirata alla prima chitarra elettrica di casa Fender, con un body in frassino su cui sono montati due single coil Vintage '52. Il manico, abbondante e responsabile di vibrazioni ricche e dettagliate, sfoggia uno spesso profilo a U.



Si salta avanti di dieci anni con la '60s Telecaster. Il body diventa in ontano e un binding gli corre tutto intorno. I pickup Pure Vintage '64 si abbinano a un manico a C in stile anni '60.

Anche l'immortale Strat torna alle origini con la '50s Stratocaster. Il body in frassino è abbinato a tre single coil Pure Vintage '59, e un manico grosso di forma Soft V completa il tutto.



Il più comune ontano arriva con la '60s Stratocaster, dove dei pickup Pure Vintage '65 si uniscono a un manico tondeggiante e sempre generoso per dimensioni, dalla forma di un Thick C anni '60.

Anche la '60s Jazzmaster preferisce dell'ontano per il body, e i Pure Vintage '65 diventano a saponetta per riflettere al meglio il carattere del modello. Il manico è a C in stile anni '60, sormontato da una tastiera in palissandro laminato con binding tutto intorno.

La sorella offset, modello 60's Jaguar, conserva il body in ontano e i pickup Pure Vintage '65, qui con le caratteristiche lamelle intorno. Il circuito originale Lead/Rhythm viene riproposto sulla American Original, insieme allo switch per il taglio dei bassi.



Sul versante dei bassi, il '50s Precision ha un posto assicurato nella serie American Original.
Il body in ontano ospita un solo single coil di tipo split, modello Pure Vintage '58, e il manico è un Thick C.

Le specifiche si aggiornano al 1963 per il '60s Precision, con body in ontano, pickup Pure Vintage '63 e manico Thick C dello stesso anno.

Arriva dall'anno successivo il primo Jazz Bass della gamma. Il 60's Jazz Bass ha un corpo in ontano, due single coil Pure Vintage '64 e un manico slim C in stile anni '60 con tastiera in palissandro laminato.



Il '70s Jazz Bass è il più recente del gruppo. Il body si fa di frassino, e i due single coil Pure Vintage sono aggiornati al '75. Il manico diventa più grosso, con un profilo spesso a U in stile anni '70.

L'intera gamma sarà presentata al Namm Show 2018 di Los Angeles. Nell'attesa di vedere le nuove American Original più da vicino, è possibile consultarne le schede tecniche sul sito ufficiale a questo link.
In Italia, saranno presto disponibili con la distribuzione di Casale Bauer.
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Link utili
Serie American Original sul sito Fender
Sito del distributore Casale Bauer
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di RedRaven [user #20706]
commento del 18/01/2018 ore 15:41:48
Se ho capito bene questa serie rimpiazza la Vintage Reissue, altrimenti non si capirebbe la coesistenza delle serie, un po' come american standard è diventata professional.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 18/01/2018 ore 18:06:46
No, vabbè... se è così come dici per me Fender è definitivamente M O R T A.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 18/01/2018 ore 19:32:49
Essù, non fare l'esagerato
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 18/01/2018 ore 19:05:
Sostituiscono le American Vintage
Rispondi
di enricovai777 [user #3071]
commento del 18/01/2018 ore 16:06:17
ma da quando Tyler Bryant si è unito ai Ramones????
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 18/01/2018 ore 18:35:34
Pare anche a me che sia una sorta di "autogoal"... Secondo il mio modo di vedere Fender, così come Gibson dovrebbero diminuire di gran lunga i modelli a catalogo. Possibile che ogni anno ce ne sian di nuovi? Ma poi, chi li compra? C'è una giungla infinita di variazioni sul tema che servono solo a confondere l'acquirente, mah!
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 18/01/2018 ore 19:05:29
Non aumentano nulla: sostituiscono la serie American Vintage.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 18/01/2018 ore 20:46:28
Ma perchè lo fanno? Per offrire un nuovo modello da acquistare a chi già possiede l'American Vintage. Magari le caratteristiche sono esattamente le stesse.
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 19/01/2018 ore 07:27:2
Lw novità fondamentali sono le verniciature e le tastiere, con il radius che passa dai tradizionali 7.25" ai 9.5" delle Fender "moderne", con tasti più alti ma sempre "stretti"(quindi non jumbo). Si tratta delle caratteristiche che gli utenti, perlopiù americani, hanno apprezzato sulle Custom Shop ordinate su misura e sulla serie Vintage Modified che è stata una dei più grossi successi recenti. In pratica i musicisti vogliono strumenti dalle caratteristiche vintage ma aggiornati nella suonabilità. D'altronde avevano già inaugurato il nuovo corso qualche tempo fa con la serie Japan Traditional riservata al mercato giapponese che per l'appunto porta il radius da 9.5" su tutta la gamma.

Da quello che ho capito non ci dovrebbero essere sostanziali aumenti di prezzo rispetto alle AVRI.
Rispondi
di sonicnoize [user #36973]
commento del 19/01/2018 ore 09:09:44
Si chiaro che siamo davanti ad una mossa commerciale che da un certo punto di vista ha anche un senso perchè mi sembra corretto mettersi alle spalle radius e tasti scomodi da suonare. Temo però che il prestigio che si erano costruiti negli anni con la serie Vintage non sia colmabile da questi modelli.
Si sà Fender è apprezzata anche per le leggende metropolitane che aleggiano sulle minuzie di fabbricazione, dallo stabilimento di costruzione fino all'ultima vite del battipenna, quindi abbandonare una serie "fortunata" almeno sulla carta potrebbe non essere una bella mossa in questo momento di crisi del mercato del nuovo.

Fatto sta che sono d'accordo che oramai è una giungla di modelli.

La strato la puoi "reinventare" quanto vuoi ma sempre strato rimane.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/01/2018 ore 11:44:54
Invece per me il bello è che non stanno cercando di "reinventare" nulla, anzi tutt'altro.
Rispondi
di Benedetto utente non più registrato
commento del 19/01/2018 ore 06:14:54
Sai che novità....campano ancora di rendita grazie alle innovazioni di quel radiotecnico californiano!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/01/2018 ore 10:38:36
Chiamali fessi... fanno solo bene, farei così anch'io.
E comunque non mi sembra voglia essere una novità, è solo un adeguamento di certi standard alle richieste che la maggioranza degli utenti desidera, lo ha spiegato bene Matteo Barducci, poco sopra.
A me, sembra una scelta giusta, poi solo il tempo lo confermerà, l'unico dubbio che ho è sulla poca scelta dei colori.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 19/01/2018 ore 12:50:14
A me piacciono e le dico da felice possessore di una AMVRI del 62 early 2000.
Rispondi
di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 19/01/2018 ore 13:16:38
Io le trovo belle e intelligenti. Abbinare suoni classici e un feeling più tradizionale con un manico bello cicciotto a una tastiera più piatta e tasti più consistenti non mi sembra un’idea così stupida. Anzi, la trovo l’unico compromesso intelligente tra ieri e oggi, in un epoca in cui se adotti nuove soluzioni su strumenti dal design tradizionale la gente si straccia le vesti, e se un marchio storico abbandona disegni classici per qualcosa di più moderno e performante il chitarrista medio si ordina un cilicio su Amazon e si chiude in camera digitando belinate sul primo forum a disposizione, tra una frustata e l’altra.
Rispondi
di sonicnoize [user #36973]
commento del 19/01/2018 ore 14:07:32
Comunque in effetti mi avete convinto sembrano prodotti più "confortevoli" ammesso che siano sui stessi standard qualitativi delle avri....

In ogni caso da video sulla 50 sembra che suoni bene anche con il body in frassino che pensavo ne alterasse il timbro classico.

I colori (sulle strato) da dimenticare però eh.....
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 19/01/2018 ore 16:38:36
Sui colori non concordo.
Le '60 sono stupende.
La '50 2-tone è un classicissimo intramontabile, la dorata per me è stupenda, ma capisco essere un po' impegnativa, la bianca mi piace.
Io ne avrei fatto almeno un paio in più per ogni serie.

Anche le Tele e i bassi, bellissimi.
Il basso vintage white con battipenna tartaruga è il top.
Rispondi
di Lisboa [user #47337]
commento del 19/01/2018 ore 17:49:42
È uno dei basics di ogni corso di marketing: dalla fatica che si fa a piazzare un nuovo brand, alla altrettanta fatica che si fa quando si maneggia un love-brand come sono Fender o Gibson. È delicatissimo, come tocchi sbagli e il pubblico dei fedeli storce il naso quasi sempre quando ci sono modifiche... Questa mi sembra una evoluzione di prodotto tutto sommato abbastanza saggia
Rispondi
di dantrooper [user #24557]
commento del 21/01/2018 ore 00:48:20
io trovo che fender abbia avuto un'ottima idea!
unire le caratteristiche storiche e quelle moderne più apprezzate e richieste dall'utenza è un'ottima scelta di marketing.
dal mio punto di vista personale, cercavo una telecaster come Dio comanda, con ponte e caratteristiche vintage, ma non volevo svenarmi eccessivamente; questa serie mi stuzzica non poco.
Ho visto che sono anche arrivate in negozio dal mio spacciatore di chitarre di fiducia, quindi mercoledì prossimo ci passerò e le proverò, sperando di non restare deluso.
Rispondi
di giambibolla [user #5757]
commento del 21/01/2018 ore 11:20:26
American Original, ma già il radius della tastiera non è original. Mi piacerebbe veramente se Fender facesse un vero Original per ogni singolo modello secondo le esatte specifiche originali, senza compromessi con modernizzazioni .
Rispondi
di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 21/01/2018 ore 13:43:10
In effetti le fanno. Dai 4000$ in su.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 21/01/2018 ore 14:19:33
Effettivamente quello che è discutibile è che molte persone vogliono repliche vintage, e sulla carta le vorrebbero coerenti con le specifiche originali. Questo "originale ma non troppo" è un poco fastidioso, anche perchè di modernità nel resto del catalogo non ne manca di certo.
Rispondi
di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 21/01/2018 ore 14:29:13
Una buona cosa di Fender, nei momenti buoni, e il nostro non è uno di questi, sia chiaro,è stata di infischiarsene un po’ di quello che richiedeva il mercato e fare quello che riteneva cosa buona e giusta. Quando le migliori chitarre elettriche, quelle che tutti volevano, erano ricche costose e arzigogolate archtop in legni pregiati se ne sono usciti con un tagliere con la maniglia lunga come la broadcaster e hanno fatto la storia. Se pensiamo che un precision è nato per sostituire un contrabbasso o che un capolavoro come la jazzmaster doveva servire per soffici e flautati fraseggi jazz la cosa è evidente. Credo solo che ai “bei tempi” che vorremmo rivivere adesso con edizioni vintage i musicisti se la menassero molto meno e suonassero molto di più.
Lo stesso Leo Fender nei 60 ha apportato modifiche non indifferenti a costruzione e circuitazione di telecaster e Stratocaster, e non credo che nessuno di noi sia così arrogante da potersi ergere a giudice e affermare che una buona Tele del 57 suoni meglio di una buona del 61. Semplicemente sono diverse.
E comunque per le repliche “storiche” con tutti i loro enormi e irrisolvibili difetti ci si può sempre risolvere al Custom Shop o a tanti eccellenti liutai. Certo costano tanto, ma a tanta richiesta corrisponde prezzo elevato, ovunque.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 21/01/2018 ore 16:30:28
senza fare dietrologie strane, e stare a cavillare sulla storia della chitarra elettrica, il vantaggio delle vintage reissue era quello di uno strumento di qualità senza doversi rivolgere al custom shop, pagando il salto quasi il doppio. Quindi si, posso sempre prendere una CS, ma una linea con specifiche vintage in produzione standard non era una cosa malvagia. Comunque le fender anni 50 e 60 non avevano "irrisolvibili" difetti, forse giusto il ponte della jaguar, ma non parliamo di problemi gravi anche perchè c'è chi le suona correntemente.
Rispondi
di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 21/01/2018 ore 17:40:26
Probabilmente mi sono spiegato male, oppure ho capito io peggio. Se parliamo di qualità dello strumento, sono d’accordo con te, ma in effetti queste “original” non mi pare pecchino in qualità. Anzi, risolvono problemi e migliorano prestazioni inevitabilmente legato a un progetto ancora ai suoi inizi.
I problemi, o difetti, le prime Stratocaster o tele, li avevano eccome. Vedi radius tastiera o posizionamento truss rod, wiring, etc... non per niente la stessa casa produttrice è “corsa ai ripari” (ancora in epoca pre CBS ovviamente) man mano che la ricerca e sviluppo trovavano soluzioni. Poi d’accordo con te che siamo ancora chitarre suonabilissime e per certi versi con un tono migliore di molte produzioni moderne. Ma il “tono”, se vogliamo chiamarlo cosi, deriverà di più dal raggio di curvatura della tastiera o da un blocco inerziale decente sotto al ponte?
Prendetevi la briga di misurare concretamente il radius di diverse chitarre e avrete belle sorprese.
12’ che sono 9’, 9’5 che sono 10’5, 7’5 che sono 9’5, soprattutto su chitarre vintage dove la costruzione non era di certo affidata ai migliori dei liutai.
Il problema del mercato delle Fender “vintage” è che gli appassionati il più delle volte non ne hanno mai suonata una e si tende ad attribuire un valore di feticcio a determinate caratteristiche obsolete come se fossero la chiave per avere “quel” suono o feeling.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 21/01/2018 ore 20:24:36
allora, alcuni dei "difetti" ora sono riproposti sulle custom shop, come il truss rod a vite al tacco del manico, ed avendo una strato CS da anni posso dire che è irrilevante, non avendolo mai toccato. Ammetto che sono piuttosto insensibile a differenze di radius e larghezza al capotasto, ho strumenti molto vari e non ho particolari preferenze. Solo, se compro la "vintage replica" vorrei che lo fosse davvero, così, per idea, perchè se non la fanno loro, chi la fa?
Rispondi
di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 21/01/2018 ore 21:23:14
La regolazione del truss rod al tacco è scomoda, quindi un difetto.
Se una chitarra viene suonata e non trattata come il sangue di San Gennaro è buona norma controllare periodicamente il relief e apportare, secondo il caso, le dovute correzioni. E fare queste correzioni dovendo smontare mezza chitarra non è un gran divertimento. Il fatto che io o tu lo facciamo o no è irrilevante, custom shop o squier che sia. Altrimenti avrebbero lasciato, come sulle prime telecaster, le prime vere autentiche genuine “vintage”, quelle col tocco fatato del buon Leo e i baffi di Hernandez attorcigliati alle viti del ponte, il manico senza tale abominio, un bel manico di legno massello senza fresature, truss rod, skunk stripe o tastiera riportata.
Idem per i tasti piccoli e teneri, per la sezione a mazza da baseball, le viti a taglio, abbassacorde si abbassacorde no, meccaniche forate e a taglio etc etc...
Quello che conta è che a Fender nel 2018 di fare chitarre come nel 54 interessa poco. È una impresa enorme e il mercato che richiede chitarre vintage correct (a proposito di vintage, di quale annata parliamo esattamente?) è così piccolo che, di sicuro, se qualcuno le deve riproporre non è di sicuro Fender, ma liutai o piccole aziende, che se sanno fare il loro mestiere saranno ben lieti di accontentare collezionisti e feticisti, al giusto prezzo.
La vera domanda, a mio parere è: pur comprendendo benissimo quale possa essere l’attrattiva di poter suonare una Strat DEL 1954, a cosa, e a chi, serve, oggi, suonare uno strumento fatto COME NEL 1954?
Rispondi
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di RedRaven [user #20706]
commento del 21/01/2018 ore 21:51:23
Le broadcaster senza trussrod non erano funzionali: si piegava il manico. Io regolo la tensione molto, molto di rado quindi "per me" non è un problema. Tasti: dipende da come si suona e quanto, ho una fender del '65 con tasti originali, ed è piacevole vedere che erano diversi, come del resto sono diversi tra diversi marchi, etc. I manici a mazza da baseball a me piacciono, come a molte altre persone. Le meccaniche forate e col taglio le hanno messe anche in questa nuova serie. Per concludere: pensare che ci sia poco pubblico per riedizioni al 100% corrette non so quanto stia in piedi: Gibson le fa e le vende a cifre stratosferiche, e tutti ci sbavano dietro. Ovviamente, se si fanno riedizioni di un anno preciso, si devono copiare le specifiche di quell'anno. Poi, a chi serve uno strumento fatto come nel '54? servirebbe un libro solo per parlare di questo, ma a qualcuno servono (o piacciono) visto come va il mercato del vintage. La storia stessa di Fender (e Gibson) è un continuo allontanarsi e riavvicinarsi agli strumenti delle origini, con flussi tendenti al modernismo, e che inevitabilmente vengono contrapposti a richieste di repliche (altrimenti la Les Paul stessa non sarebbe più in produzione).
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di SHENANDOAH1980 [user #10847]
commento del 21/01/2018 ore 22:16:06
Il mercato del vintage non ha nulla ha che vedere con le riedizioni più o meno fedeli.
È come se oggi ci aspettassimo che il target di mercato della attuale Fiat 500 sia quello dei collezionisti di auto d’epoca.
Le chitarre su specifiche di 60 anni fa interessano solo al collezionista o al feticista da appartamento. Come dici giustamente riguardo ai tasti piccoli in lega tenera, dipende da quanto e come si suona. Mi fermerei solo al quanto. Se fai bending li pialli se non li fai li solchi. Se suoni poco ti possono durare anche 60 anni, se non suoni tra 1600 anni probabilmente saranno ancora integri. Di sicuro non è qualcosa gradito a chi fa della musica una professione, e onestamente io, come credo qualunque cliente di una società come Fender, mi aspetto, a questi prezzi uno strumento con qualità e specifiche di livello professionale.
Io adoro il manico a mazza da baseball, come mi piacciono le sellette in ottone sulla tele, e il tentennamento che un buon tremolo a sei viti ha ogni volta che lo tocchi, ma è il mio gusto, e nessun musicista è tenuto ad assecondarlo. Se voglio uno strumento che assecondi le mie richieste non mi rivolgerò nè a Gibson nè a Fender nè a PRS o chissà chi.
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 21/01/2018 ore 14:44:25
Mica vero.

Fino ad adesso le Am. Vint. erano molto più "filologiche" di alcune produzioni Custom Shop, che ormai da tempo mettevano 9.5" e tasti diversi anche sui modelli commemorativi. Nel 2014 uscirono la Stratocaster Am. Vint. 54 a 2.000 Euro che era praticamente identica ad una '54 dell'epoca e l'equivalente relic del CS con il manico con misure "moderne", a quasi il triplo del prezzo. Oggi qualche '54 Am. Vint. si trova, quelle del CS sono straquotatissime.

In Fender non sono idioti: hanno verificato che la richiesta più pressante era una versione USA delle loro "Vintage Modified" messicane ed hanno accontentato gli utenti.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 21/01/2018 ore 16:26:54
a parte che le vintage modified sono squier cinesi, ma si è eliminata l'offerta più "filologica". poi non penso morirà nessuno, ma dovendo scegliere, avrei scelto il 100% period correct, personalmente. le vintage modified non è che vadano così tanto, o meglio sono in giro da una vita e sono un'offerta "standard" di squier, forse ti riferisci alle "classic vibe" che ricercano di più l'utenza orientata al vintage, ma vanno perchè a poco meno di una squier messico, suonano meglio, e quindi c'è il fattore di rapporto qualità-prezzo a fare da leone.
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 21/01/2018 ore 17:34:29
Pardon, colpa mia, ho fatto confusione con le sigle: erano le Classic Player. :-)
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 21/01/2018 ore 20:26:06
Ah ok capito, anche li c'erano le "classic 50 /60" che erano una cosa, e le "classic player" che erano superiori, però avevano vernici al poliuretano se non erro. Insomma, come dico sopra: se non fa Fender una linea di strumenti vintage correct, chi la fa?
Rispondi
di dantrooper [user #24557]
commento del 22/01/2018 ore 11:11:56
non per remare controcorrente, ma io preferisco le original ad una chitarra che riproduce al 100% una degli anni 50 o 60, più che altro, come si diceva prima, perché cerco il fascino del vintage unito a quanto di più performante quel tipo di chitarra possa offrire oggi in rapporto a tecnologie ed esigenze.
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 21/01/2018 ore 22:20:04
Mentre di Bassi Fender ne ho tre vintage Made in USA ( Telecaster del 1968, Precision del 1971 e Jazz Bass del 1974) di Made in "Occhi a Mandorla" ne ho solo uno, uno Squier VI Made in Indonesia del 2014, che suona pure bene, ma provate a comperarne uno Made in USA del 1963 e vedete che prezzi vi sparano. Invece per le chitarre Fender Made in USA, a parte le cavolate fatte negli anni 70, oggi ho una Stringmaster DeLuxe 8, del periodo Pre-CBS, una vecchia Jaguar del 1969, una delle prime Stratocaster American Standard del 1989 che dopo 25 anni sta incominciando a suonare bene, più una Strat del 1991, però posso dire che le due mie che mi piacciono di più sono una Telecaster Pasley Sunburst, comperata nel 1987, ed una Mustang Competition Blue di qualche anno più giovane, entrambi Made in Japan. Ricordo però che anni fa ( 1986-1987 ) rimasi deluso da una Contemporary Stratocaster, sempre Made in Japan, comperata nuova su consiglio del mio negoziante di fiducia, color Peeweter con un bloccacorde alla paletta tipo "grilletto da fucile", vera cesoia per i cantini ( aveva il Jack sul bordo ), che non mi ha mai molto affezionato e l'ho data via per la succitata Telecaster. Ho anche un'assemblata da me con tutti particolari originali ed hardware dorati, le 6 kluson, piastrina fissamanico e relative 4 viti, scodella del Jack, attaccacinghie e persino le viti della mascherina, una Fender originale color madreperlata, comperati tutti nuovi e tutti Fender, unico estraneo un tremolo Wilkinson ( ma sempre dorato a 6 viti e Made in Japan ). Però il manico ( a 21 tasdti tastiera mapple ) ed il body color black sono usati e provenienza diversa, ma Fender il primo e Squier il secondo, comperati da un amico che se ne intende e con cui ho fatto cambi ed acquisti spesso ( ho realizzato cosi il modello Lone Star montando due single coil Fender Texas sp.ed un Di Marzio Paf al ponte ), un muletto che uso molto a casa e per le prove. Prescindendo che ho anche una Telecoustic Flowers Made in China del 2003, ultimamente mi è capitata di comperare una delle prime Stratocaster made in Korea del 1989 color daphne blue ( ne avevo già avuta una, sempre marcata Fender ma black, ad inizio 1990), questa è una di quelle costruite dalla Samick con logo Fender e anticata da uno dei precedenti proprietari; l'ho presa perchè le altre, escluso la Strat, hanno la tastiera in acero e questa ce l'ha in palissandro, però quando per una Relic Jazz Master Fiesta Red mi hanno chiesto € 3800 e poco meno per una Stratocaster, sempre Relic, meglio rischiare poco ed essendo convinto che dopo anni raggiungono il suono ottimale, invecchiando con te, meglio rischiare poco e comunque suonano bene anche quelle di provenienza Korea, Japan ed Indonesia, FBASS.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 22/04/2020 ore 23:51:38
A me vanno benissimo chitarre che uniscano caratteristiche vintage ad altre moderne, ma allora non chiamatele "original" perché è un nome ingannevole. Non c'è abbastanza richiesta per le Fender riprodotte come nel 54 o nel 60 o nel 70 ecc.? Bene, allora fatele come vi pare per soddisfare i target di pubblico più ampi. Ma non chiamatele original. Sono sicuro che gli esperti di marketing un nome appropriato lo avrebbero trovato.
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