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Sul palco con Max Rosati
Sul palco con Max Rosati
di [user #116] - pubblicato il

Quella di Max Rosati è una delle più brillanti e versatili sei corde italiane. Didatta, session man, solista e fonico alchimista nel suo studio di registrazione, Max in questi mesi è in tour con Massimo Ranieri. Proprio in occasione di una data del cantante lo abbiamo incontrato per farci descrivere nel dettaglio il suo set up.
Il concerto di Massimo Ranieri è uno spettacolo emozionante e avvincente. Si scorrazza per più di quarant'anni di storia della musica italiana a cavallo dei più disparati generi musicali: jazz, swing, rock, musica popolare napoletana, pop anni '80...gli arrangiamenti freschi e intelligenti, regalano verve e vivacità attuale ai classici, senza stravolgerne la natura. Merito di una band puntuale e preparatissima che suona con eleganza e incanta per la capacità camaleontica di trasformarsi nel suono e nella pronuncia da una canzone all'altra. Ranieri poi è straordinario: canta, balla, intrattiene, fa ridere; un  istrione d'altri tempi, icona della nostra storia musicale ma con un ego, capacità, esuberanza e piglio che non lo avrebbero fatto sfigurare nemmeno nei Van Halen al posto di David Lee Roth.
Max Rosati pare il cuore della band: accompagna e cesella suoni e arrangiamenti perfetti ed è acrobatico nei cambi tra chitarra elettrica, classica e acustica. Ci siamo fatti raccontare da lui e dal bassista Pierpaolo Ranieri (presto la sua intervista su Ritmi) i dettagli di questo tour.

Sul palco con Max Rosati

Che chitarre ti porti sul palco?

Ho 4 chitarre per affrontare tutto il materiale musicale del concerto. Due sono elettriche. La prima è artigianale; una  Lake assemblata dal mio amico Marco Angelini di Musicis di Roma. E’ tipo una Strato, con ponte Wilkinson, meccaniche Sperzel e pick up Magnetics SSHot. Poi una Gibson 335.
Quindi una chitarra acustica Mayson MS5 SCE2 e una chitarra classica Salvador Cortez CC 60 CE, importate in Italia da Valmusicpro

Sul palco con Max Rosati

Hai proprio un gran suono: che amplificatori utilizzi?
Uso un Kemper con dei profili della mia testata Mezzabarba MZero Overdrive profilata sia Clean che con cinque  livelli di saturazione, così da avere tutti i suoni che mi possono servire. 

Hai profilato tu i suoni?
Certo. Li ho realizzati nel mio studio: ho fatto tutti i profili riprendendo il suono con microfoni a nastro e con quattro pre amplificatori microfonici diversi: BrucoPre valvolare costruito dal mio amico Riccardo Bruco di Bologna, Manley VoxBox valvolare, SSL e Neve 1073.  In questo modo, avevo ampia scelta per il mix totale. 
Poi, dal vivo, l’uscita del Kemper  entra in un ulteriore preamplificatore BrucoPre di linea, sempre valvolare, e quindi finisce al mixer. 

Tra chitarra e Kemper hai una pedaliera?
Sì, con la chitarra entro in un accordatore Boss TU2 e, a seguire, in un pedale del volume Boss. A questo punto entro nel Kemper.

Sul palco con Max Rosati

E i dealy e le modulazioni che sentivo?
Utilizzo quelli interni del Kemper. A mio avviso, per il live, sono più che soddisfacenti.
Tutta la catena di suono è pilotata via midi con una pedaliera Tc Electronic G System. Tra l’altro, essendo una pedaliera con dei suoni interni, ne ho approfittato per farci un piccolo sistema spare, di sicurezza. 

Viceversa, per le chitarre acustiche e la classica?
Passano dal Kemper anche acustica e classica. Per le acustiche ho profilato il suono di una DI  Bruco, sempre valvolare. Ovviamente senza cabinet e sempre con l’ausilio degli effetti del Kemper.  

Sul palco con Max Rosati

Questo set up è stato assemblato su richieste ed esigenze specifiche di questa produzione?
No, perchè direi che, più o meno, è il mio set up degli ultimi 3 anni. Lo utilizzo sia live che nelle trasmissioni televisive.

Durante il concerto si apprezza molto il respiro ritmico dello show. Il groove è sempre morbido e frizzante. Utilizzate click e sequenze? Come avete affinato questo interplay? Ci sono degli aspetti particolari che avete curato nelle prove?
Suoniamo insieme da più di vent’anni e sono 10 anni che suoniamo con Massimo Ranieri. Gran parte del segreto è tutto qua. L’interplay di cui parli è in gran parte frutto del fatto che siamo amici e ci conosciamo molto bene sia sopra che fuori dal palco. 
Utilizziamo il click quasi esclusivamente per le partenze e per prendere le giuste velocità; ma il batterista Luca Trolli lo stacca subito dopo che siamo partiti.
Durante il concerto non usiamo sequenze: i brani di questo spettacolo hanno spesso esigenze teatrali di rallentati e pause: elementi non a a tempo. Per cui sarebbe impossibile usare sequenze.

Durante lo show si assiste all'impressionante rosa di stili, sonorità e generi attraverso i quali spaziate…
La varietà di stili musicali in gioco è senza dubbio la difficoltà più grande di questo concerto. 
È ovvio che ognuno di noi ha il suo stile e le sue preferenze ma nel lavoro del turnista è assolutamente necessaria la duttilità. È un lavoro molto complesso e penso che nessuno sia in grado di suonare al top tutti i generi (rock, jazz, pop, musica popolare napoletana….) L’unica cosa che si può fare è studiare il più possibile, evitando soprattutto di sbagliare stile. In sintesi, è meglio suonare poche cose stilisticamente giuste ed evitare di allargarsi. 

In che altri progetti sei coinvolto al momento? 
Sto per pubblicare un disco strumentale  in quartetto con Pierpaolo Ranieri, Luca Trolli e Javier Girotto. È già stato mixato e masterizzato, ovviamente tutto in analogico! Sto ultimando la composizione di un nuovo disco a mio nome e spero a breve di riuscire ad iniziare le registrazioni.
Siamo tra l’altro in dirittura di arrivo anche con il nuovo disco di Gianni Togni che abbiamo registrato tutto in analogico su un Otari MX 80 24 tracce su 2 pollici! Lo mixremo tutto in analogico su un banco D&R Orion customizzato Harrison da Riccardo Bruco andando su registratore Studer a nastro 2 tracce per poi stampare il vinile. E poi tanti altri progetti. Ma, se vuoi, ne parleremo con calma in futuro qui su Accordo!



Leggi le lezioni di chitarra di Max Rosati su Accordo:

Suonare e registrare gli ottavi
Le ritmiche suonate in ottavi sono tra gli elementi portanti di tutta la musica Pop e Rock. Eppure, paradossalmente, benché rappresentino una fetta importantissima di quanto le chitarre eseguono in questi generi, raramente i musicisti più giovani o meno esperti pensato di esercitarsi a riguardo.

Ritmiche con il delay: ottavi puntati
Guidati da Max Rosati continuiamo a parlare di chitarre e registrazione. Dritte, consigli, spunti per arrivare il più preparati possibile a un appuntamento decisivo nell’attività di un musicista, la registrazione. Oggi ci concentriamo sull'utilizzo del delay applicato alle ritmiche in ottavi, imparando a settarlo nello stile di U2, Pink Floyd, Coldplay.
interviste massimo ranieri max rosati
Link utili
Lo studio di registrazione di Max Rosati
La pagina di Max Rosati sul sito della Eko Music Group
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di tormaks [user #26740]
commento del 18/05/2018 ore 01:09:33
Inossidabile Ranieri!
Rispondi
di rugge78 [user #36021]
commento del 18/05/2018 ore 09:25:2
Un altro che non usa ampli dal vivo, ma va diretto con un multieffetto (anche se qui siamo al top della simulazione)... nella pedaliera vedo anche un bellissimo overdrive JOYO...
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 18/05/2018 ore 15:04:3
Dire che non usa ampli e va diretto con un multieffetto, mi sembra un tantino riduttivo.
Lui si è profilato col Kemper i suoi 4-5 amplificatori.
Inoltre dice che esce dal Kemper e passa attraverso un ulteriore Pre, valvolare.
.... che è un po' diverso.
Rispondi
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