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Intervista a Francesco Artusato
Intervista a Francesco Artusato
di [user #116] - pubblicato il

Francesco Artusato è un chitarrista moderno e brillante che vive e lavora in America: un metallaro colto che ha studiato Film Scoring, esplorato il fraseggio solista jazz fusion ed è specializzato nell'uso dii software/computer finalizzato alla registrazione e programmazione di "strumenti virtuali". L'ultimo disco della sua band "Ligh The Torch" è un piccolo capolavoro di impatto, violenza e sound.
Come sei arrivato a vivere, lavorare e suonare in America?
Sicuramente un cammino lungo, impervio ed estremamente faticoso, ma con molte ed incredibili soddisfazioni. 
Quando ho deciso di andare a studiare alla Berklee o almeno provare ad entrare, ho cominciato a studiare con Alex Stornello. Avevo capito che era l'insegnante giusto per me e che mi poteva preparare alla Berklee nella maniera appropriata. Così infatti è stato, prima con l'esame di ammissione e poi con gli esami di entrata. Quella preparazione e molto studio da parte mia, mi ha permesso di laurearmi in 3 anni invece che 4. 
Mi sono laureato in Film Scoring (colonne sonore), vista la mia passione per composizione classica e contemporanea e per l'uso di software/computer finalizzato alla registrazione, editing e programmazione di "strumenti virtuali". 
Dopo essermi laureato mi sono trasferito a Los Angeles. Nel primo periodo dividevo il mio tempo tra cercare di spingere la band che avevo (Hiss Of Atrocities) e il lavoro con la CBS, nel music/sound department del Grande Fratello, versione Americana. Dopo aver lavorato ad un paio di stagioni ho cominciato ad avere più opportunità per suonare; veramente cercando di rendermi disponibile per qualunque tipo di show/band/ensemble, pure suonando il basso con una cantante Hip Hop. Così la gente comincia a notarti, almeno così era anni fa: ora probabilmente avviene per la maggior parte tramite social media. 



Qula'è stato il primo ingaggio importante come chitarrista metal?
Un giorno arrivò la chiamata dal manager degli All Shall Perish chiedendomi se ero interessato a fare l' audizione.
Mi avevano dato 4 giorni per preparare alcuni brani e specifiche parti di assoli. Inoltre, era già da un mese che facevano audizioni.
Praticamente 12 ore dopo quelle chiamata, avevo già mandato i video di me che suonavo quelle parti. A quel punto il manager mi chiese di volare a San Francisco due giorni dopo per conoscere la band e fare una jam con loro e così feci.
Nel giro di 3 giorni ero diventato il loro nuovo chitarrista solista e due settimane dopo ero in tour. 
Quest'opportunità ovviamente aprì tantissime porte con endorsements, clinics, e l'uscita del mio primo album solista tramite Sumerian Records. 
In quegli anni, tra un tour e l'altro avevo anche cominciato a sviluppare un altro progetto/band con un batterista Australiano che conoscevo. Quel progetto divenne Devil You Know dopo l’entrata di Howard Jones come cantante. Così per un po' avevo cominciato ad andare in tour con due band.

Gli All Shall Perish non sono più attivi?
No. Purtroppo le cose con gli All Shall Perish andarano completamente a precipizio a causa di uno dei membri originali che non suonava più con la band. Ancora non posso parlare dei dettagli legali visto che è ancora tutto in sospeso, ma quella band è ormai inattiva da anni. Nel frattempo eravamo sempre piu impegnati con i Devil You Know.
Dopo l'uscita del secondo album (Devil You Know-They Bleed Red), erano cominciati a sorgere problemi con il nostro batterista (con cui avevo iniziato il progetto) che poi sono sfociati in problemi sempre più grossi, portando alla sua assenza dai tour e dalle attività riguardanti la band. Purtroppo a questo punto era diventato necessario cambiare nome e così adesso siamo Light The Torch e abbiamo fatto uscire il terzo/primo album (Revival) qualche mese fa. 
Dopo una moltitudine di manager, agenti e membri licenziati, cause legali che continuano da anni, etc...sono qui in aereo in volo verso New York per il primo show come Light The Torch. 

Intervista a Francesco Artusato

Se non sbaglio tu provieni da una famiglia di musicisti. Qual'è stato l'insegnamento più importante, o il vantaggio più rilevante che hai avuto da ciò?
Sì, un paio di musicisti in famiglia. In più i miei genitori ci portavano a molti concerti di musica: classica, che praticamente ho sempre amato, ma anche a concerti rock e pop.
È strano perché ho avuto chitarre e tastiere in giro per la casa per anni, ma non avevo mai provato a suonarne una. 
Avevo suonato il sax per qualche anno, ma non era mai stata una grossa passione. 
La maggior parte dei miei anni da adolescente li avevo trascorsi dedicandomi alle arti marziali, fino a 19 anni quando ho subito un infortunio che mi rese impossibilitato a camminare per alcuni mesi. Figurati, stavo diventando matto, così un giorno ho preso in mano una delle chitarre di mio fratello.......una o due settimana dopo ero gia lì che dicevo a miei genitori che volevo diventare un chitarrista professionista e andare a vivere e studiare negli Stati Uniti! Da far venire un infarto a tutti! Comunque così è stato e ovviamente ora sono tutti molto orgogliosi di me. 

Quali ritieni siano gli aspetti più rilevanti di questa tua preparazione,  capaci di rendere peculiare il tuo approccio alla chitarra metal?
Credo che aver studiato stili diversi e i vari aspetti riguardanti composizione, armonia (tradizionale e moderna), contrappunto, ear training, arrangiamento, e direzione d'orchestra abbiano risvegliato una sensibilità che prima non avevo e che mi ha reso musicalmente molto più maturo. Penso che per un chitarrista (o comunque per un musicista in generale) sia molto importante questo tipo di studio finalizzato a comprendere musica non solo incentrata su uno strumento, ma su un concetto piu globale. Ed ho sempre trovato questo aspetto molto affascinante. 

Intervista a Francesco Artusato

Tra i generi, il metal è stato tra i più suscettibili alle contaminazioni stilistiche...
Per suonare bene Metal, bisogna farsi il mazzo...e come spesso succede con gli stili che richiedono studio dello strumento e del linguaggio musicale in genere, è quasi inevitabile lo sviluppo di una sensibilità che ti fa apprezzare e capire altri generi. Da qui, è poi naturale  il voler implementare anche quei tipi di sonorità combinando stili differenti. In più nel metal non si può contare sui balletti per piacere di più!

Si fa un gran parlare del fatto che la chitarra rock sia in crisi se non addirittura morta...
Purtroppo si sta vedendo un ovvio cambiamento per quanto riguarda l'uso di strumenti musicali tradizionali. Praticamente ovunque. Basta vedere la situazione con le convention come il NAMM. Un po' alla volta i marchi storici stanno sparendo da queste convention per lasciare posto ai marchi piu indirizzati allo sviluppo di app musicali o comunque piattaforme con cui "fare musica" è diventato molto più immediato e più facile. Non bisogna più studiare uno strumento per anni, ma con qualche click si può ottenere un risultato semidecente, e alla maggior parte delle persone questo sembra bastare.
Ogni anni ci sono sempre meno convention musicali, anche quelle storiche che avevano una tradizione di molti anni...c'è solo una spiegazione, le compagnie vendono meno strumenti musicali e alla maggior parte della gente, di imparare uno strumento musicale in maniera approfondita dedicando ore e ore per anni, non importa più. 

Intervista a Francesco Artusato

Ci descrivi la tua strumentazione?
Suono ormai da molti anni che uso esclusivamente chitarre Ibanez. 6, 7 e 8 corde. Attualmente la maggior parte di quelle che suono in studio e in tour sono custom create nel Los Angeles Custom Shop. 
Pick-up Seymour Duncan, poi dipende dalla chitarra per quanto riguarda il modello specifico. Di solito, specialmente con le chitarre custom, cerco di sperimentare un po', provando diverse combinazioni di pick-up. Ma il più delle volte, mi trovo ad usare il modello Distortion al ponte e Sentient al manico. 
Amplificatori Laney: testata Ironheart e cassa con speaker v30. 
Corde Ernie Ball: 10-46, aggiungo un 62 per la settimana corda accordata in A (accordatura drop A) e 10-56 con un 72 per la ottava corda in F# (accordatura standard). 
Plettri InTune: Jazz 1.14 mm.
Effetti vari: MXR, Seymour Duncan, TC Electronic, Line6, Electro-Harmonix.

Ci racconti la produzione e registrazione di "Revival"?
In questo caso avevamo deciso prima di tutto, di concentrarci sull' aspetto della pre-produzione, visto che volevamo avere tutto il tempo necessario per sperimentare in studio. 
In più era la prima volta che, insieme, lavoravamo ai pezzi che avevo scritto per quest' album. 
Questo ci ha dato modo di essere tutti più preparati per la registrazioni dell' album che cominciavano due mesi dopo. 
Grazie a ciò, è stato un periodo con poco stress, ma molto prolifico. 

"Revival" mi sei sembrato molto concentrato sull'aspetto sonoro, d'impatto, privilegiando impatto, groove e pacca. E forse concedendoti qualche virtuosismo in meno; Concordi?
Certamente ed è stata una decisione volontaria. Si era parlato con Howard e Ryan di scrivere musica che avesse una sonorità, in specifici aspetti, differente da quello che facevamo prima di cambiare nome. In questo caso ho cercato di scrivere musica pensando alla chitarra senza enfatizzare l'aspetto prettamente "chitarristico", ma più un aspetto concentrato sulla struttura musicale ed il suo arrangiamento. Inoltre per me, è stata una bella sfida, trovandomi a scrivere musica con uno stile molto meno tecnico del solito e semplificando l'aspetto armonico.



Foto di Jeffrey Allee
francesco artusato interviste
Link utili
La pagina ufficiale dei Light The Torch
Light The Torch sul sito della NuclearBlast
Francesco Artusato sul sito Ibanez
Il sito del fotografo Jeffrey Allee

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