di redazione [user #116] - pubblicato il 27 agosto 2018 ore 15:30
Abbiamo chiesto a Darran Charles, chitarrista della band progressive Godsticks, qualche consiglio per affrontare l’improvvisazione e la scrittura melodica su elementi caratteristici di questo genere: tempi composti e progressioni armoniche complesse.
Per rispondere alle nostre domande, Darran ci ha suonato e spiegato l’assolo del brano “Everdrive” dei Godsticks, canzone di cui avevamo già analizzato
la parte ritmica in questa lezione.
"Il groove che accompagna la parte solista di "Everdrive" è un 5/4. Molte delle parti ritmiche dei Godsticks si articolano e sviluppano attraverso tempi dispari.
Non c’è un’approccio troppo consapevole, non è una cosa voluta. Quando scrivo, registro una moltitudine di demo: semplici riff supportati da una traccia di click.
E solo successivamente analizzo in che tempo sono. E la stessa spontaneità e naturalezza cerco di mantenerla quando poi improvviso su queste parti, lavorando alla scrittura di un assolo. Non mi concentro su che tempo sia, non conto: cerco di appoggiarmi unicamente al riff, di sentirlo e assecondarlo. In questa maniera, mi pare il flusso melodico del mio solismo esca più naturale, spontaneamente appoggiato al respiro del groove, del riff.
L’assolo è costruito su una scala di C# Frigio ed enfatizza la nota caratteristica di questo modo, la 2b, in questo caso il D. (Il C# Frigio è la scala costruita sul terzo grado della scala di A Maggiore. Le note che la compongono sono C#, D, E, F#, G#, A, B).
La transizione tra la parte in C#m Frigio e la parte successiva in B major, viene enfatizzata proprio attraverso il ruolo della nona, che è minore sul C#m e maggiore sul B.
Quanto all’approccio teorico alla costruzione di un assolo, posso dire questo: io ho studiato parecchia teoria. Credo sia uno strumento formidabile per analizzare la musica, addentrarsi e comprendere cose che ci piacciono e scoprire ed esplorarne di nuove. Ma quando scrivo e improvviso non penso troppo alla teoria. Semmai la utilizzo a posteriori, per analizzare e codificare qualcosa che ho suonato con spontaneità e che mi piace. Così da capire e fissare degli aspetti che potranno diventare peculiari del mio modo di suonare."