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Boss Nextone: analogico e digitale a un nuovo livello
Boss Nextone: analogico e digitale a un nuovo livello
di [user #116] - pubblicato il

Il prossimo step dell’amplificazione Boss è il Nextone, un amplificatore con quattro finali Tube Logic analogici e totale programmabilità via software.
La tecnologia Tube Logic di casa Boss è in continua evoluzione e, con il principale obiettivo di radunare la praticità del mondo digitale e la consistenza del suono valvolare sotto un’unica bandiera, dà ora vita al Nextone, l’amplificatore programmabile via software con al suo interno quattro finali analogici da selezionare a piacimento.

Disponibile nelle versioni Stage da 40 watt e Artist da 80 watt, il combo Boss Nextone mette a disposizione quattro finali di potenza analogici in classe AB sugli stili degli amplificatori con valvole 6V6, 6L6, EL84 ed EL34. Grazie al riduttore di potenza azionabile con il selettore rotativo posto accanto al selettore del tipo di finale è possibile individuare lo sweet spot per il proprio suono preferito e sfruttarlo anche a volumi ridotti. Il controllo consente di dimezzare la potenza dell’amplificatore, portarla a 0,5 watt o porre il circuito in stand by.

Il Nextone dispone di due canali, di cui il Clean con Volume dedicato e il Lead con regolazioni separate per Volume e Gain. L’equalizzatore a tre bande è in comune, come le regolazioni per gli effetti di riverbero e delay con tap tempo incluso. A disposizione anche un boost, uno switch Tone per dare maggior brillantezza ai canali e una manopola per regolare la Presence, oltre al potenziometro per il volume Master.
Nel video di presentazione ufficiale, Pete Honoré e Chris Buck mostrano e commentano il Boss Nextone Artist.



Nato per diventare una vera piattaforma da tone-shaping, il Nextone è dotato di presa USB ed è accompagnato da un editor software compatibile con Mac e Windows attraverso il quale personalizzare qualunque parametro interno all’amplificatore oltre i comuni limiti. Dall’interfaccia è possibile gestire il tonestack, il bias, gli effetti, il cosiddetto “sag” e una vasta gamma di impostazioni di sistema.
La presa USB trasforma inoltre l’amplificatore in una vera e propria scheda audio, con possibilità di registrare il proprio suono finito in diretta sul computer o anche la traccia dry per un eventuale reamping.

Boss Nextone: analogico e digitale a un nuovo livello

L’amplificatore Boss include effetti di delay, tremolo e riverbero, oltre a disporre di prese di Send e Return a cui collegare effetti esterni.
Tra le uscite, conta tre jack per altoparlanti esterni da 8 o 16 ohm, uscita di linea e output per le cuffie o di registrazione con tre impostazioni di cab simulator selezionabili attraverso l’editor.

In entrambe le versioni Stage da 40 watt e Artist da 80 watt, il Nextone è completato da un altoparlante da 12 pollici.

Mentre scriviamo queste righe gli amplificatori Nextone sono già disponibili sul mercato. Sul sito ufficiale è possibile approfondire la conoscenza dello Stage a questo link e dell’Artist a questo indirizzo, mentre nel video che segue è possibile ascoltare alcuni esempi sonori pratici.

amplificatori boss nextone artist nextone stage
Link utili
Nextone Stage sul sito Boss
Nextone Artist sul sito Boss
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di Aynrand [user #35588]
commento del 16/11/2018 ore 10:06:51
Praticamente un Blues Cube ribrandizzato... Sarò pure un ignorante in fatto di marketing, ma secondo me sarebbe stato "leggermente" meglio proporre una versione di alta fascia della fortunata seria Katana.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 19/11/2018 ore 09:17:13
Ciao, concordo con te, non capisco a volte la politica di Roland-Boss che crea dei doppioni quando sarebbe molto più logico (e chiaro per noi) mantenere i marchi con una loro specificità. Però devo dire che altri produttori fanno cose simili: il catalogo Gibson arriva a coprire la fascia alta della Epiphone. Forse lo fanno perchè alcuni consumatori preferiscono un'etichetta piuttosto che l'altra. Boh.
Ciao
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di Aynrand [user #35588]
commento del 19/11/2018 ore 15:14:51
Un paio di anni fa, ho letto qui si Accordo che c'è l'intenzione di raggruppare tutti i prodotti per chitarra sotto il nome di Boss.
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di Fritz [user #333]
commento del 17/11/2018 ore 10:29:39
Continuo a leggere in giro di questo ampli e non si capisce da nessuna parte che tipo di finale ha: è un transistor? è valvolare? è tutto descritto in modo molto ambiguo.
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di bulgi81 [user #45146]
commento del 17/11/2018 ore 10:29:42
Non ci ho capito niente... Sono ampli valvolari? A transistor con simulazione di circuito valvolare? Ibridi tipo pre valvolare e finale a stato solido?
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 19/11/2018 ore 09:24:3
Ciao, non sono valvolari. Traggo dal sito del produttore in merito al blues cube: "La filosofia della tecnologia Tube Logic, va ben oltre i modelli fisici, e mira a ricreare fedelmente il comportamento degli amplificatori valvolari tweed sotto ogni punto di vista, dall’input all’uscita degli speakers". Dunque, da quanto capisco, si tratta di una sorta di tecnologia digitale, sul modello di quella che Blackstar ha battezzato True Valve Power e che emula, simula, replica, riproduce (scegliete voi) il suono di certi tipi di valvole. Da quanto ho letto in giuro per il Blues Cube il risultato è stato apprezzato ed io stesso ho un Blackstar ID60 tvp che mi dà soddisfazione.
Ciao
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di bulgi81 [user #45146]
commento del 22/11/2018 ore 18:23:26
Quindi ampli a transistor con circuito di simulazione valvolare. Per la versione da 80 watt ci vogliono 700€... e stica... Costa come un AC30 o un DSL40, quasi quanto un Hotrod Deluxe. Con meno della metà dei soldi si compra un transistor che ha più o meno la stessa tecnologia e potenza. Perfino il mio vecchio Huges & Kettner 60R funziona più o meno così. Certo, essendo la tecnologia digitale in continua evoluzione questo sarà sicuramente meglio, ma mi sembra che il prezzo sia esorbitante per il tipo di prodotto.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 22/11/2018 ore 18:33:
Ciao, ora non so questi perchè non li ho provati, ma io ho il Blackstar ID60 tvp che ha l'emulazione di sei tipi di valvola in condizioni clean, crunch e distorta (versione soft ed hard per ognuno) e ti devo dire che mi trovo bene a variare il suono usando riferimenti diversi. Certo se uno preferisce avere uno o due suoni, a quel prezzo il valvolare resta la scelta migliore, ma se vuoi avere la libertà di variare sensibilmente il suono è diverso. Infatti il Blackstar ha 128 slot di memoria e costa la metà.
Dopodichè per me vale quanto ho scritto sotto: ho scelto l'ampli per i suoni che fa (e che mi piacciono) non perchè copia le valvole.
Ciao
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di claude77 [user #35724]
commento del 17/11/2018 ore 16:46:32
Io non so come sono fatti, ma dai video suonana da paura!
Rispondi
di tormaks [user #26740]
commento del 18/11/2018 ore 12:56:13
Ormai far suonare male un ampli è veramente arduo, tanto che mi sembrano tutti molto appetibili, in più se puoi modificarne alcuni parametri dinamici, cosa cerchiamo di più? Un Dumble?
Rispondi
di nicolapax [user #27042]
commento del 19/11/2018 ore 10:31:38
Ho un jazz chorus 120 del 1980 mio da sempre (ma visto che è un “frigorifero” adesso lo uso solo in studio). Ho comprato da pochissimo un blues cube 60 w che pesa un quinto e ne sono contento davvero. Questi ampli mi sembrano degli upgrade digitali del blues cube. E naturalmente suonano bene.
Giudizio personale: troppa “roba” dentro un ampli, secondo me distrae. A 50 anni e dopo 35 anni di onorata carriera tra studio e orchestre, sono convinto che sia essenziale L’ESSENZIALE: chitarra settanta a dovere, pochi sceltissimi suoni e un ampli sincero.
PS avendo avuto come primo e unico amplificatore il JC sono sempre rimasto nel campo dei transistor e ne sono convinto. Copiare una valvolare... perché?
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di Aynrand [user #35588]
commento del 19/11/2018 ore 15:11:47
Secondo me copiare un valvolare in questo caso (Cube e discendenza, Quilter ecc.) serve solo a dare un nome alle voci che metti a disposizione per chi lo utilizza. I musicisti ragionano con quel termine di paragone (e il mercato del digitale pure..), Io stesso ammetto che sarei disorientato... Riguardo all'essenzialità, secondo me, il mezzo miracolo che hanno iniziato con il Katana risolve anche quel problema, perchè basta non usare l'editor per avere un amplificatore gestibile esattamente come un Blues Cube. Secondo me è già da molto che il digitale è comparso nei Cube, anche se non ci dicono in che misura e Boss sa dosare queste due tecnologie maledettamente bene, a volte il pubblico risponde bene, altre meno. Non c'è dubbio che questo, come il predecessore Blues Cube siano due ottimi amplificatori, la mia opinione è che la logica della popolarità avrebbe voluto che la tecnologia Tube Logic fosse sdoganata attraverso un nome largamente diffuso, come quello dei Katana, magari succederà in seguito...
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 19/11/2018 ore 16:00:49
Ciao, sul copiare le valvole la penso come Aynrand, più che altro è una nomenclatura standard. Anche perchè quanti ampli a valvole possiamo dire di aver realmente suonato perchè il paragone sia efficace? Ad esempio io non ho mai usato una Plexi originale, ne' un Soldano o un Bogner. Ecco, per me che il suono sia come quello di una Plexi o di un Soldano conta assai poco, conta che sia un bel suono per quel che devo fare. Poi, ovviamente, c'è chi vuole proprio quella testata, ma ne fa una questione di peso e spazio.
Sull'essenzialità ti do' ragione, ma molto dipende da cosa suoni.
Ciao
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di yasodanandana [user #699]
commento del 19/11/2018 ore 17:23:36
copiano il valvolare perchè il Jazz Chorus è un pò una nicchia, uno strumento utilizzato da relativamente pochi artisti. Alla Roland risulta più conveniente agganciarsi al gusto per gli amplificatori valvolari
Rispondi
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