di redazione [user #116] - pubblicato il 02 giugno 2019 ore 08:00
Dai primi esperimenti con valvole in overdrive all’arrivo del tremolo e del riverbero. Josh Scott di JHS Pedals racconta gli effetti per chitarra elettrica.
Il business degli effetti per chitarra elettrica mostra oggi un mercato ricco e variegato, con circuiti capaci di stravolgere il suono dello strumento nei modi più inaspettati e distese di stompbox per tutti i gusti, basati sugli standard della categoria o sviluppati intorno a concetti inediti. Tuttavia basta tornare indietro solo di alcuni decenni per constatare uno scenario completamente diverso, dove il chitarrista modulava il proprio suono con pure sperimentazioni, usando in maniera impropria apparecchiatura regolare da studio o affiancando complessi e ingombranti dispositivi al proprio set di amplificazione.
Josh Scott è un noto progettista di effetti con il marchio JHS Pedals e da qualche tempo ha dedicato il proprio canale YouTube ad approfondimenti sul suono anche al di fuori dei propri prodotti. Il costruttore/blogger ha dedicato una puntata all’analisi dei suoni che hanno trasformato il volto della chitarra elettrica e della musica in generale nel corso dei decenni.
Il clip, completo di esempi audio con gli originali dell’epoca, parte dalla nascita dell’overdrive scaturita dall’uso smodato delle valvole e prosegue attraverso l’arrivo del primo tremolo, l’adattamento del riverbero degli Hammond nella sfera chitarristica, l’echo a nastro e i fuzz, dal Maestro fino al Rangemaster Treble Booster che ha aperto le porte della distorsione così intesa oggi. Non mancano le parentesi dedicate al giapponese Uni-Vibe e un capitolo per il primo wah wah ideato da Vox, in origine rivolto ai trombettisti ma nettamente più apprezzato dai chitarristi.