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Un batterista infaticabile
Un batterista infaticabile
di [user #116] - pubblicato il

Incontriamo Paolo Caridi batterista instancabile che si divide tra mille progetti, band, insegnamento e attività di session man. Proprio in quest'ultima dimensione, Paolo sta lavorando moltissimo spaziando tra generi e produzioni diverse. Paolo, che da mesi qui su Accordo tiene proprio un suo ciclo di lezioni sul produrre e registrare la batteria in studio, ci racconta questo momento impegnativo ma esaltante della sua carriera.


Stai lavorando molto in studio di registrazione?
Sì, negli ultimi anni la mia attività come session man in studio si è fatta davvero molto intensa, il che mi rende felice dato che ho sempre desiderato farla diventare parte fondamentale della mia professione. 
 
Cosa ti piace del lavorare in studio di registrazione?
Credo ci siano stati diversi fattori che mi hanno portato ad amare lo studio di registrazione e quindi a investire tempo, energie, studio e risorse nel tentativo di lavorarci.
Ho iniziato a suonare a 16 anni, che è relativamente molto tardi rispetto alla media di tutti i miei colleghi. Però ho avuto la fortuna di andare in studio di registrazione quasi da subito. All’inizio era quasi per gioco, con prime band, poi registrando i primi demo e infine, a 19 anni, incidendo il primo album di musica inedita allo storico studio Esagono di Rubiera. Questa esperienza fu abbastanza difficile e determinante ...mi aprì gli occhi. 

Un batterista infaticabile
 
Perché difficile e determinante?
Perché per la prima volta ho capito cosa davvero significasse registrare in studio: gestire le dinamiche, accordare lo strumento, gestire il portamento, suonare a click… ho capito che nel mio drumming c’erano un’infinità di cose da mettere a posto.
Da quella esperienza fondamentale iniziai a lavorare su tutti quegli aspetti nei quali ero carente o che addirittura non avevo mai affrontato.
La bellezza e allo stesso tempo la crudeltà dello studio di registrazione è che ti sbatte in faccia la pura e mera verità. I microfoni non mentono e quando riascolti le take e ti rendi conto che qualcosa non va, beh, la colpa è solo tua!
Per me questo è stato uno stimolo incredibile e ho iniziato a coltivare questa passione e a lavorare, ancora oggi, per cercare di migliorarmi sempre di più. 
 
Ultimamente per chi hai suonato?
Negli ultimi mesi ho avuto il piacere di prendere parte ad alcune produzioni davvero importanti e soprattutto interessanti artisticamente. Mi hanno permesso di spaziare in realtà musicali molto diverse fra loro. Ho registrato il nuovo album solista di Geoff Tate, storica e leggendaria voce dei Queensryche.
È uscito lo scorso giugno per Frontiers Records. Il disco è stato prodotto da Simone Mularoni ed è sicuramente una delle più belle esperienze musicali che ho fatto negli ultimi anni.
Poi ho registrato per il nuovo progetto del compositore Cristiano Filippini; oltre a tutta una serie di ospiti ci sarà presenza di un’orchestra vera e propria. È un mix tra Hans Zimmer e il Rock/Heavy degli anni ’80…un progetto davvero interessante, con ospiti illustri. Uscirà nei prossimi mesi e sono proprio curioso di ascoltare il risultato finale.
Inoltre ho fatto le batterie per il nuovo album di Hideaki Yamakado, un chitarrista giapponese che sta riscuotendo ottimi consensi. Suona una Rock Fusion strumentale, musicalmente stimolante ed artisticamente coinvolgente.


 
Ho visto che stai collaborando anche con Gianluca Ferro…
Gianluca è un chitarrista e un didatta eccezionale e negli ultimi anni tra noi è nato un bellissimo rapporto di stima e ammirazione reciproca, davvero sincero e naturale. Tant’è che qualche mese fa sono stato contattato da Gianluca per registrare un paio di brani che finiranno sul nuovo album dell’incredibile pianista e tastierista giapponese Taku Yabuki. 
Abbiamo in cantiere qualcosa da un po’ di tempo che speriamo di riuscire a realizzare nei primi mesi del 2020…
 
Sembri molto coinvolto soprattutto nella scena più rock, metal, strumentale…
Non solo, perché ho anche inciso il primo singolo di una giovane e talentuosa promessa del panorama Pop italiano che è stata protagonista a Sanremo Young ma della quale purtroppo non posso ancora dire nulla…
Da qui ad ottobre mi aspettano altre tre produzioni che spaziano proprio tra il Pop, l’AOR e l’Hard ‘n Heavy…devo rimboccarmi le maniche!

Un batterista infaticabile
 
Tu ti sei fatto conoscere grazie ad un'impronta stilistica molto legata all’Hard Rock e al Metal. Quanto di questa attitudine ti porti in studio quando lavori come turnista?
Sicuramente molti miei progetti personali - passati e presenti - così come molte produzioni nelle quali ho lavorato, sono vicine al Rock e al Metal. È un genere che ho sempre suonato e approfondito; diciamo che suonarlo mi risulta naturale. Allo stesso tempo, però, arrivo da un background con contaminazioni molto differenti fra loro.
Ne avevo parlato proprio in un’intervista qui su Accordo…Ho sempre suonato ed analizzato generi come il Pop, la Fusion, l’AOR, passando pure per il Jazz. Sicuramente, la mia attitudine sarà sempre più vicina al Rock, ma quando sono in studio cerco ogni volta di calarmi ed immedesimarmi al meglio nel contesto che devo affrontare.
Quindi curo il suono, l’accordatura, la gestione delle dinamiche, la scelta del drumset e dei piatti. Tutte queste scelte le faccio ogni volta in base al genere e al sound che bisogna ottenere. Ed è per questo che reputo fondamentale studiare ed analizzare tutti i generi musicali possibili. Il nostro vocabolario non farà che arricchirsi di stili e sfumature differenti. E quando ce ne sarà il bisogno, ci tornerà utilissimo avere gli strumenti per essere consapevoli su come affrontare un determinato genere. 
 
Quanto influisce il ruolo del produttore artistico nel tuo lavoro in studio?
È decisivo. Io ho la fortuna di lavorare con due tra quelli che a mio parere sono tra i migliori Fonici/Produttori nel settore: Roberto Priori e Simone Mularoni, due professionisti incredibili. Riescono sempre a mettere a proprio agio chi hanno di fronte e questo è un aspetto fondamentale quando si lavora a stretto contatto per giorni. Quando lavori con professionisti come loro diventa tutto più semplice e si lavora con naturalezza. Consiglio ai lettori di andare ad ascoltare alcune loro produzioni…
 
Oltre ai lavori come session man, so che sei batterista in pianta stabile in una band… 
Sì, gli Hollow Haze. Nell’inverno del 2017 sono stato contattato da Nick Savio (chitarrista e fondatore della band) chiedendomi se avessi voluto entrare a far parte della nuova line-up assieme a Fabio Dessi (Arthemis) alla voce. La band aveva già all’attivo sei album. Mi è bastato ascoltare un paio di idee e di preproduzioni per accettare immediatamente! Abbiamo iniziato a lavorare alla stesura dei brani e nell’estate 2018 sono entrato in studio per registrare le batterie del nuovo album “Between Wild Landscapes And Deep Blue Seas” che è uscito lo scorso 12 luglio, ancora per la Frontiers Records. Il disco è stato mixato sempre da Simone Mularoni e masterizzato da Jacob Hansen. 
Dal prossimo autunno inizieranno una serie di live per promuovere il nuovo album.



A seconda che tu ti metta in gioco come musicista da band o session man, il tuo approccio cambia?
Personalmente non cambia nulla. Vivo entrambe le realtà con la stessa intenzione e lo stesso approccio, cercando di dare il massimo e fare del mio meglio. Per questo quando lavoro ad una produzione come session man cerco sempre di calarmi nella dimensione giusta e la vivo al massimo, un po’ come se fossi parte integrante del progetto. Per me è il modo migliore per rendere il lavoro e il sound nel modo più naturale possibile.
 
Tra tutti questi impegni riesci a continuare l'attività didattica?
Fortunatamente riesco ad incastrare al meglio l’attività didattica con tutti gli altri impegni.
Sono docente di batteria al Modern Music Institute dal 2008 nella sede di Modena e più recentemente in quella di Carpi. Il programma di batteria che utilizzo al MMI è particolarmente articolato e lavora a 360° su tutti gli stili musicali: ritengo sia un metodo valido per tutti i tipi di batteristi indipendentemente dalla propria inclinazione musicale.
Ai miei ragazzi chiedo impegno 100% perché nella musica, nello studio non esistono scorciatoie, ma soltanto determinazione e dedizione!

Un batterista infaticabile
 
Oltre che session man, quindi, ci tieni a mantenere il tuo impegno come didatta e musicista in una band…
Amo lo studio di registrazione perché è dove riesco a calarmi in una realtà differente che mi estranea un po’ da tutto il resto. Passerei giornate intere a sperimentare e ricercare nuove soluzioni sonore.
Ma adoro anche le altre dimensioni, perché sanno trasmettermi emozioni differenti.
Nella didattica è dove mi sento un po’ più in veste di “coach” con tutti i relativi aspetti e responsabilità che ne conseguono. Dal vivo, invece, è dove probabilmente c’è il turbinio più importante di emozioni: il palco è un luogo che trasmette adrenalina, dove si crea una forte empatia con i compagni della band e dove nasce uno scambio di interazioni ed emozioni con il pubblico.
 
Immancabile una domanda finale sulla tua strumentazione…
Sono passato recentemente alle batterie Yamaha. Nello specifico, utilizzo il modello Recording Custom 9000. Sono strumenti davvero incredibili.
L’endorsement con Vater, invece, prosegue dal 2012 e nell’ultimo anno ho utilizzato molto i loro nuovi modelli Extended Play. Ora sono in trepidante attesa delle nuovissime Vater Classics che non vedo l’ora di provare. Zoom invece, qualche mese fa mi ha inviato la nuovissima ed incredibile Q2n-4k, una videocamera per musicisti di altissima qualità sia a livello audio che video. La utilizzo sia dal vivo che in studio per riprendere le sessioni di registrazione.



 Da mesi, Paolo Caridi affiancato da Roberto Priori presenta su Accordo una serie di appuntamenti dedicati  alla batteria in studio di registrazione, utili tanto ai fonici che ai musicisti. Questa serie di articoli serve ad affrontare ogni aspetto della produzione e quindi registrazione della batteria: scelta dei microfoni, tipo di ripresa, gestione degli ascolti, approccio al click, errori da evitare, preparazione…
Link utili
La pagina di Paolo Caridi
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