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Endorsement: conosciamolo meglio
Endorsement: conosciamolo meglio
di [user #49899] - pubblicato il

Cos'è un endorser, come si fa a diventarlo e che impegni rappresenta nei confronti di un marchio: l'utente Sley ci racconta la sua esperienza.
Da qualche anno, rappresento marchi di caratura nazionale e internazionale in veste di endorser ed è proprio per questo motivo che mi piacerebbe condividere con voi non tanto le mie esperienze, quanto più il significato che c'è dietro un contratto di endorsement e gli aspetti che distinguono un contratto di ieri rispetto quelli di oggi.

L'endorser è quella figura che, in via privilegiata, utilizza gli strumenti da lavoro appartenenti all'azienda con la quale ha stipulato un contratto ai fini pubblicitari. L'endorsement è quindi un contratto professionale in ambito musicale.
Questa tipologia di contratto esiste da diversi decenni e sono sempre di più i musicisti, giovani e meno giovani, che inviano curriculum artistici qua e là nella speranza di una visibilità. Purtroppo ne è stato fatto un ampio abuso e questo ha portato a delle limitazioni.

Endorsement: conosciamolo meglio

Avete presente le chitarre più blasonate o i legni più ricercati? Spesso il motivo che giustifica tali cifre è proprio la richiesta e di conseguenza le limitazioni annesse.
Un tempo tantissimi appassionati si proponevano per farsi regalare strumenti di ogni genere, anche ciò che non utilizzavano davvero, solo per poter esclamare la propria superiorità dentro una sala prove o per rivendere quegli stessi strumenti a prezzi esorbitanti per racimolare qualche spicciolo e poter dire: "questa chitarra apparteneva a X persona, un caro amico da diversi anni" (con il quale non ci si è mai bevuto nemmeno un caffè).
Purtropopo tutto questo ha portato a una profonda mancanza di fiducia da parte delle aziende che, oggi come oggi, richiedono importanti garanzie per assicurarsi di non perdere tempo.

Per pensare di poter diventare endorser di un marchio, prima di tutto bisogna essere pronti a investire. Ciò significa farlo per se stessi perché, per quanto pazzesco e instabile possa sembrare, la musica può diventare un lavoro e la quantità di guadagno può dipendere sì dalle proprie capacità, ma anche da quanto siamo disposti a sacrificarci. Come sempre, un pizzico di fortuna male non fa.
È consigliabile conoscere una seconda lingua e non trascurare troppo la propria immagine, specie in ambito classico.
Ancora più importante è pensare meno a se stessi e di più agli altri perché, quando inviamo una richiesta di endorsement, bisogna considerare che il fattore primario è il lavoro che si cela dietro l'azienda che vogliamo rappresentare. Hanno partita iva, pagano le tasse, probabilmente qualche dipendente, risparmiano fondi pensionistici e devono mantenere la qualità della propria sede e delle eventuali filiali. Non lamentiamoci quindi se chiedono un ritorno perché nella vita si rischia in due. Da un lato c'è l'azienda che - con i propri costi fissi e variabili - si mette in gioco per concederci visibilità, dall'altro lato ci siamo noi artisti che crediamo in ciò che fanno e senza di noi il loro marketing sarebbe estramemente ridotto.

Endorsement: conosciamolo meglio

Le aziende forniscono sconti sui materiali di propria produzione, spesso offrono pass vip nei vari festival e dopo un tot di tempo si instaurano anche degli interessanti rapporti umani.
Sono rari gli artisti che ricevono strumenti in prova prima che questi vengano proposti in commercio, ancor meno coloro al quale viene omaggiato uno strumento e in questo caso si stipula un contratto "ambassador", ovvero ambasciatore del marchio. Qualche esempio: Brian May con la Optima Musiksaiten, Massimo Varini con la Eko la quale ha realizzato per lui strumenti signature piuttosto che Luca Colombo con Essetipicks o Carlos Santana e John Mayer con PRS Guitars.

Cercate sempre di fare qualcosa che possa distinguervi, perché persone brave che suonano meglio di noi ci saranno sempre, così come esistono da sempre dei fortunati che possono fin da subito studiare con le persone giuste, concorrendo con un certo vantaggio. Mi viene in mente un certo Bonamassa che a sette anni salì sul palco con un artista "da quattro soldi" che portava il nome di Stevie Ray Vaughan: Jimmy Vaughan ha ereditato tutte le chitarre del mitico Stevie.

Endorsement: conosciamolo meglio

Non tutti nasciamo nel posto giusto, al momento giusto o nell'epoca giusta. Cosa fareste se poteste tornare indietro nel tempo, diciamo 1959, e incontrare Lester William Polfuss?
Non dimenticate che, a prescindere dal tempo e dal denaro, tutti noi nasciamo con una profonda e spiccata personalità e con le nostre esperienze di vita, belle o brutte che siano, possiamo trasformare la personalità in artisticità e l'artisticità in emozione.
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di spaccamaroni [user #7280]
commento del 25/08/2019 ore 14:29:14
Mi sfugge il senso dell'articolo. E poi ragazzi...l'italiano. Ormai su internet sembra una partita persa.
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 25/08/2019 ore 14:44:06
Buongiorno, l’intento dell’articolo è permettere ai più giovani di capire che cos’è un endorser e in cosa consiste la collaborazione azienda-artista.
Rispondi
di Jumpy [user #1050]
commento del 25/08/2019 ore 14:58:5
D'accordo che su internet a volte scrivono male fior di giornalisti, ma almeno punti, virgole e verbi che vadano più o meno d'accordo...
Poi l'articolo, nelle prime righe, sembra stia per raccontare di un'esperienza personale (che sarebbe stata davvero preziosissima per musicisti alle prime armi), ma dopo resta sul vago e generico, lasciando sostanzialmente a bocca asciutta chi magari era davvero interessato all'argomento.
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 25/08/2019 ore 15:07:49
Buongiorno, credo che il successo di Accordo sia la libertà di stampa che viene concessa ad ogni singolo utente presente. Forse sbaglio, ma la punteggiatura viene comunque verificata dalla redazione, pertanto presumo sia più corretta della mia. Sorvolando questo argomento, che personalmente trovo sia irrilevante nel contesto, il mio personale intento è stato il non “volersela tirare” come si suol dire... Immagina di essere ad una Masterclass, generalmente cosa accade? L’artista parla del suo prossimo lavoro e dei suoni, tecniche e scale che lui utilizza.
Partecipare ad una Masterclass dove l’artista ti insegna o perlomeno ti aiuta a capire come tirare fuori il tuo suono anziché il suo e con la strumentazione che hai già a disposizione, dal mio personale punto di vista sarebbe molto più costruttivo.
Questo è stato il principale motivo per il quale non ho parlato di me. Certo avrei potuto farlo, ma parlare di me non aiuta te a diventare endorser perché ognuno di noi fa esperienze diverse sia in termini di studi sia in termini pratici. Sarebbe un errata informazione far credere che esista uno standard universale.
Rispondi
di spaccamaroni [user #7280]
commento del 25/08/2019 ore 15:24:01
Nessuno qui penso faccia parte dell'Accademia della Crusca, ma un italiano decente è tutt'altro che "irrilevante": anzi, permette una comprensione migliore di ciò che si sta leggendo.
Rispondi
di spaccamaroni [user #7280]
commento del 25/08/2019 ore 15:29:51
Aggiungo, io sono a digiuno riguardo all'argomento. Per curiosità mi piacerebbe saperne di più su cosa vuol dire solitamente endorser da un punto di vista contrattuale: eventuali obblighi, libertà di utilizzo ecc.
Rispondi
di Jumpy [user #1050]
commento del 25/08/2019 ore 17:00:41
se vado a una masterclass è chiaro che sono interessato all'artista: o al suo suono (per dire, per me il suono di chitarra elettrica "perfetto" è quello del solo di "One of these Nights": a suo tempo andai in paranoia per conoscere la strumentazione di Don Felder... per capire da dove tirava fuori quel suono) o al suo modo di fare musica (come improvvisa, che accordi preferisce, come gli vengono le idee e così via).
Ossia, più che a info generiche a nozioni, sarei più interessato ad avere un modello di riferimento, uno che mi dica "io ho provato a fare così, prima facevo questo e quell'altro e sbagliavo, mentre invece facendo così e cosà funziona".
Sul conoscere l'inglese, certo, è fondamentale anche per un semipro in tutti i settori della musica: può capitare che, anche alla festa nella piazza del paese, capiti l'artista straniero poco noto con cui, in qualche modo, bisogna interfacciarsi.
Rispondi
di cesco78 [user #1757]
commento del 25/08/2019 ore 22:23:26
Io questi errori esagerati non li vedo... Forse ignoranza mia
Grazie per l'articolo!
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 26/08/2019 ore 01:00:02
A prescindere ringrazio tutti per aver letto e nel bene e nel male aver commentato l’articolo.
Non escludo in un prossimo futuro di parlare un po’ più di me (date le richieste), ma ciò che posso aggiungere è che non esiste uno standard universale. Ogni produttore avanza le sue richieste ed ogni artista deve essere in grado di valutare il suo reale apporto.
Rispondi
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 26/08/2019 ore 10:11:36
L'argomento è interessante. L'articolo, effettivamente, è un po' carente.
Si parla delle differenze di contratto e giustamente si mette in luce che non è solo l'azienda a doversi mettere in gioco. Poi si cambia argomento citando, con un po' di invidia, persone che hanno studiato sin da piccole con insegnanti giusti e per questo sono avvantaggiati (nel prendere endorsement? Ah si?). Bonamassa è così grande perchè ha conosciuto srv o perchè di suo ha un talento naturale? Se non fosse stato Bonamassa già da piccolo ma un ragazzino qualunque lo avrebbero fatto salire sul palco con lui?
Mi sfugge un po' il senso di questo nel contesto dell'articolo.

Io mi sarei concentrato di più su cosa guardano le aziende, se è un qualcosa che possono fare tutti, che numeri deve avere l'artista che si propone, come deve proporsi e curare la sua parte social, che generi da suonare sono più gettonati, che peculiarità tecniche o artistiche deve avere il candidato... insomma c'era un bel po' da dire.... ma siamo finiti sulla massima filosofica finale. (il mio commento è assolutamente senza offesa sia chiaro... ma con il solo scopo di dare spunti per integrarlo). Ciao
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 26/08/2019 ore 10:43:03
In merito a Bonamassa, non si tratta di invidia, ma di una considerazione che sottolinea il fatto che quando entri in contatto con determinati artisti impari in modo diverso.
In merito alle altre critiche costruttive, come già ribadito sono sia considerazioni dettate dalla mia personale esperienza, sia situazioni non universali poiché le richieste delle aziende variano da azienda a azienda. Non esiste una regola fissa e non esiste l’ingrediente segreto se non essere consapevoli delle proprie qualità e limiti.
Se avete due mani, una testa, un cuore ed una chitarra non vi occorre altro.
Santana nasce violinista e vince premi come chitarrista.
Ognuno ha il suo tocco, le sue caratteristiche e sta solo a voi riconoscere le vostre qualità.
Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 26/08/2019 ore 13:22:30
Grazie Sley, ho trovato l’articolo interessante. Pero’ la mia opinione e’ che per il sottoscritto, che non e’ musicista professionista (come immagino la maggior parte degli altri utenti ), le possibilita’ sono prossime allo zero :) o no? : avresti qualcosa da aggiungere in merito?
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 26/08/2019 ore 14:14:32
Ciao! Assolutamente non è così ed è proprio questo il senso dell’articolo: dire le cose come stanno, potendomi basare sulla mia sola esperienza e quella di qualche altro endorser. Ovviamente se vuoi chiedere un contratto con Gibson è consigliabile essere un professionista molto attivo e a carattere mondiale.
La cosa realmente importante è distinguersi dalla massa ed ovviamente rispettare le richieste contrattuali che come già detto, variano da azienda a azienda.
Se tale azienda che rappresenti ti chiede di andare al Namm e c’è un obbligo contrattuale, devi andarci e potrebbe essere a tue spese, fatta eccezione per ingresso pass vip e qualche altra agevolazione... Di sicuro non ti pagano il biglietto volo/hotel fino agli States però è comunque un esperienza che ti aiuta a confrontarti.
Personalmente e non sono un musicista classico, sono stato in più occasioni (con ruolo di endorser e dimostratore) al Mondo Musica di Cremona ed ho avuto il piacere di confrontarmi musicalmente con artisti di ogni genere anche molto lontani dal mondo chitarristico e posso garantire che impari molto.
È molto importante avere una tua spiccata personalità artistica... Senza nulla togliere, ma se suoni in una tribute band di X artista puoi si fare tante date, ma di fatto non serve a molto se non per una tua soddisfazione personale.
Devi essere “Tu” l’artista e tu quell’umile persona in grado di diventare un work in progress facendo i passi “giusti”. Ecco che qui si torna alla frase del mio articolo che ha coinvolto Bonamassa... Puoi aver studiato tanto, puoi anche essere un professionista, ma se non hai modo di confrontarti con un grande artista, non imparerai mai davvero perché “questi” sono in grado di aprirti un mondo senza nemmeno suonare una nota.
Rispondi
di scorrazzo [user #37353]
commento del 26/08/2019 ore 14:36:33
È possibile sapere di più di te musicista?
Curriculum
Facebook
Youtube
Ecc ecc

Grazie
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 30/08/2019 ore 12:06:52
Ciao, non escludo in futuro di scrivere qualcosa in più su di me date le richieste. Nel caso specifico ho valutato (passami il termine) il sito di Accordo come tema di condivisione.
Nemmeno io so chi sono le persone che commentano ne’ conosco le loro esperienze e nel beneficio del dubbio ho cercato di scrivere un articolo che potesse aiutare un po’ tutti, affidandomi al mio personale bagaglio senza presunzione alcuna.
Rispondi
di bluesDany [user #12803]
commento del 30/08/2019 ore 08:15:35
Articolo interessante, grazie.
"piuttosto che Luca Colombo con Essetipicks": 'piuttosto che' non significa 'oppure'. :)
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 30/08/2019 ore 10:54:32
L’avverbio piuttosto, da sempre valorizza un termine di paragone. Non sostituisce oppure, ma resta un termine di paragone e dal momento che si parla di rapporto tra artista e casa produttrice il paragone indotto dall’avverbio stesso, risulta essere corretto.
L’oppure come tu lo intendi, avrebbe senso qualora io avessi fatto un paragone tra due artisti: “Ramazzotti si avvale di artisti come Gussoni piuttosto che Colombo”.... Ecco questo sarebbe stato errato in quanto il “piuttosto” non avrebbe sostituito: “Gussoni o Colombo”.
Dal momento che non siamo in un forum letterario, atteniamoci alla musica e provate a capire se l’articolo può avere o meno aiutato a colmare la vostra curiosità in merito al significato di endorsement.
Cordiali saluti
Rispondi
di Alena [user #49900]
commento del 30/08/2019 ore 11:57:01
Effettivamente trovo inappropriato stare a fare la punta ai chiodi sulla grammatica, dal momento che accordo stesso controlla gli articoli prima di pubblicarli; fossimo in un forum letterario potrei capire, ma in questo caso darei più importanza ai contenuti che non alla forma.

Articolo interessante, soprattutto per chi vuole approcciarsi ad un endorsment e non sa come funzioni, grazie.
Rispondi
di bluesDany [user #12803]
commento del 30/08/2019 ore 13:27:24
@sly. Purtroppo la lingua italiana è un bene prezioso e l'uso che hai fatto del 'piuttosto che' è errato. In rete abbiamo centinaia di fonti, che puoi facilmente reperire. L'articolo l'ho trovato interessante.
Grazie,
Danilo
Rispondi
di Sley [user #49899]
commento del 30/08/2019 ore 13:33:45
Ti chiedo come suggerito anche da altri utenti di guardare il contenuto anziché la forma.
Se avessi voluto “reperire informazioni letterarie” non starei su Accordo e come è stato fatto notare, prima di una pubblicazione il tutto viene visionato da una Redazione che si occupa della forma del contenuto in modo da poterlo rendere più interessante e non, più letterario.
Se avete davvero qualcosa da dire scrivete il vostro articolo per comunicare e condividere la passione musicale che ci accomuna.
Rispondi
di bluesDany [user #12803]
commento del 30/08/2019 ore 18:24:44
@sley Si tratta semplicemente di scrivere in italiano. Non devi reperire niente di 'letterario'.
Come ho più volte evidenziato, ho trovato l'articolo interessante, cosa di cui ti ringrazio.
Non aggiungerò altro, in nessun caso.
Buona musica.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 03/09/2019 ore 09:58:3
Ciao, grazie per la testimonianza, ma dall'articolo pare che tu descriva più l'attività di dimostratore che di endorser. Questi infatti è, solitamente, un personaggio che grazie alla sua notorietà pubblica è, di per se', ritenuto dall'impresa un buon veicolo per promuovere il marchio o un articolo. Hai citato esempi illustri, come Vai, al quale Ibanez fece una serrata corte per sottrarlo a Jackson, non mi risulta che il buon Steve abbia inviato il curriculum in Giappone, ma come lui gli altri endorsers, che sappia io.
Ciao
Rispondi
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