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Anniversary Strat: 40 anni di Fender commemorative da leggere
Anniversary Strat: 40 anni di Fender commemorative da leggere
di [user #3] - pubblicato il

"Anniversary Strat" è il libro di Gary Davies alla scoperta delle Fender che hanno celebrato la tradizione Stratocaster, dalla 25th Anniversary a oggi.
Quando è nata la corsa alle chitarre vintage, a inizio anni ’70, la Fender Broadcaster aveva vent’anni e la Stratocaster qualcuno meno. Ricordiamo sempre che si stiamo parlando di strumenti di normale produzione, l'unica opzione ammessa da Leo Fender.

Riportando la stessa distanza temporale a oggi si dovrebbe cominciare a venerare gli strumenti del 2000, i quali però non hanno nulla di più dal punto di vista qualitativo rispetto a quelli che vediamo nei negozi oggi.

Per trovare qualcosa d'interessante nella storia successiva agli anni bui della prima epoca CBS bisogna risalire al 1979, giusto quarant'anni fa. Il momento era difficile per tutti in America, che attraversava la seconda peggior crisi economica nella sua storia. E ancora più difficile lo era per Fender-CBS, che agli effetti della crisi univa una pessima reputazione costruita negli ultimi quattordici anni durante i quali la qualità delle sue chitarre era scesa sotto il livello di guardia.

Per questo, qualcuno nel reparto ricerca e sviluppo pensò che il 25esimo anniversario della Stratocaster poteva essere l'occasione per una celebrazione che riportasse prestigio al marchio.

Anniversary Strat: 40 anni di Fender commemorative da leggere

La Stratocaster 25th Anniversary è un primo goffo tentativo da parte di Fender di rimboccarsi le maniche e riprendere la giusta strada abbandonata con la vendita a CBS nel 1965. È una chitarra ancora fortemente radicata nella sua epoca, con un corpo pesante e la paletta grossa nata per esigenze commerciali. Tuttavia si propone senza l'inutile e dannoso sistema Microtilt a tre viti, con meccaniche Sperzel e il nuovo selettore a cinque posizioni introdotto un anno prima del progetto. Tutt'altro che rivoluzionaria, la 25th Anniversary è però importante perché segna l'inizio del cammino di rinascita Fender. Solo sei anni dopo, la cordata guidata da Bill Schultz avrebbe rilevato da CBS l'azienda prossima al collasso, avviando un lavoro di ricostruzione che l'avrebbe riportata a essere realtà leader del settore.

Anniversary Strat: 40 anni di Fender commemorative da leggere

Ma la Stratocaster 25th Anniversary è importante anche per un altro motivo nella storia della società californiana: per la prima volta il mercato vede un modello celebrativo, prodotto in edizione limitata (nonostante i numeri importanti, in questo caso si parla di circa 10mila unità). È una scelta commerciale che si evolverà nel tempo, creando una lunga lista di modelli celebrativi gran parte dei quali sono diventati degli instant classic in grado di rivaleggiare, per appetibilità e valore di scambio, con le più prestigiose chitarre pre-CBS.

Anniversary Strat: 40 anni di Fender commemorative da leggere

Ho seguito in prima persona le vicende di quegli anni, per ragioni professionali (ho avviato la mia carriera di giornalista curando le pagine sugli strumenti musicali di una rivista di alta fedeltà) e di interesse personale. Senza rinnegare la devozione dovuta alle creature originali, penso tuttavia che il cammino intrapreso dalla Fender post-CBS sia un esempio prezioso di come un'azienda possa superare una crisi ripartendo dai propri principi fondanti ed evolvendoli per restare al passo coi tempi.

Per questo ho accolto con grande entusiasmo il magnifico libro "Anniversary Strat. Celebrating 40 years of the Fender Commemorative Model Stratocaster" di Gary Davies  che nella sua prima parte racconta gli ultimi quarant'anni della Fender attraverso i modelli celebrativi con cui a partire dalla 25th Anniversary ha riempito di sogni i negozi di strumenti. Harley Davidson, Playboy, Eric Clapton, Mickey Mouse, Hank Marvin... Tutti raccontati con la ricchezza di dettagli e i retroscena che solo la passione autentica può produrre.

Anniversary Strat: 40 anni di Fender commemorative da leggere

Potrebbe finire lì, con 140 magnifiche pagine, il libro di Gary Davies. Invece quando si arriva ai modelli di questo decennio, gli ultimi, si scopre che di pagine ce ne sono altre 200 in cui Gary racconta le chitarre Fender attraverso le persone che hanno fatto grande l'azienda. E allora troviamo le storie di tutti i campioni del Fender Custom Shop, quella macchina per la realizzazione dei sogni creata nel 1987 dai due liutai ormai entrati nella leggenda: John Page e Michael Stevens.  
E poi tutti gli altri, dal mitico John English a Josefina Campos e Abigail Ybarra, avvolgitrici di pickup inimitabili, da Dennis Galuszka a Greg Fessler, da John Cruz a Pamelina. Tutti fotografati, intervistati e raccontati ida Gary n una panoramica di ricordi e aneddoti che mettono l'appassionato a serio rischio di pelle d'oca.

Si chiude il libro con la voglia di aprire la custodia, infilare il jack della Fender Stratocaster e suonarla (o, per i pochiche non ne hanno una, andarsela subito a comperare) per unirsi al coro di buone vibrazioni che dal 1954 questo strumento-capolavoro regala al mondo. Un libro prezioso che non può mancare a casa di ogni appassionato.
chitarre elettriche fender gary davies libri stratocaster
Link utili
Il sito del libro Anniversary Strat
La pagina Facebook del libro
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di Sailand [user #49316]
commento del 15/10/2019 ore 11:45:09
Tutti sparano a zero sul microtilt ma mai nessuno che spieghi perché è tanto deleterio.
Ebbene sì, ho proprio una di quelle famigerate (comprata nuova in quegli anni) e per fortuna non ho difetti costruttivi eccetto il coperchio del ponte che non si monta bene. Ma tanto lo trovo inutile e addirittura scomodo per l’ingombro.
A livello estetico i vari blocchi di legno del corpo non hanno le fibre belle dritte ed omogenee fra l’uno e l’altro lasciando intuire le giunzioni, pesa più di altre stratocaster ma non suona affatto male e imbracciata mi ha sempre trasmesso un buon feeling.
Per avere più contatto possibile fra manico e corpo basta non usare il microtilt e serrare ben bene le viti. Tanto la regolazione della inclinazione del manico è tutt’altro che indispensabile. Qualcuno addirittura incollava il manico ma non è una Gibson e credo là si snaturi troppo.
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 15/10/2019 ore 16:58:55
Il Microtilt ha la sfiga di essere stato la prima innovazione importante e visibile di CBS nella produzione delle chitarre Fender e questo non gli ha certo portato simpatia.
A questo si aggiunge il fatto che 'idea aveva un senso (tanto che in G&L non ha mai creato problemi), ma in Fender-CBS fu realizzata come peggio non si poteva a causa del basso controllo di qualità: la tasca sul corpo spesso aveva troppa tolleranza, lasciando un gioco che le tre viti del Microtilt non riuscivano a bloccare.
Sulla regolazione dell'inclinazione del manico (un'operazione spesso necessaria soprattutto su chitarre fatte con la scarsa precisione di alcune Fender-CBS) è chiaro che si possono usare gli spessori, oltretutto aumentando l'area di contatto tra manico e corpo a vantaggio di tono e sustain, ma questa è una sconfitta per il sistema e per chi l'ha realizzato.
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di Sailand [user #49316]
commento del 15/10/2019 ore 18:10:02
Infatti io quando allentai le viti non le strinsi abbastanza forte e avevo un pochino di movimento laterale del manico forzando, solo pochi millimetri, uno scattino che non comprometteva nulla. Servono buoni muscoli e ottimi giraviti. Ma sarò stato fortunato, sarà che i body trasparenti come verniciatura sono in genere scelti tra i meno difettosi, sarà che non ha mai fatto vita pesante on the road ma non ha gli sfaceli che si leggono in giro risultando stabile come intonazione e accordatura persino con lo scattino.
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di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 24/10/2019 ore 20:50:15
Il microtilt "è una cagata pazzesca" (Cit. Fantozzi). La mia Strato (Modestamente è una 40° anniversary) ce l'ha e, le poche volte che ho provato ad usarlo, ho immediatamente percepito quanto suono e sustain perdesse la chitarra. In un assemblaggio con manico avvitato la zona di contatto tra corpo e manico stesso è vitale per il suono. Il microtilt fa proprio perdere questo contatto. Ci sono in circolazione gli spessori a cuneo di vari gradi se proprio bisogna cambiare l'inclinazione del manico che non provocano inconvenienti di questo tipo.
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di tittis [user #28285]
commento del 16/10/2019 ore 13:01:42
la 60 anniversary , quella nella foto tutta dorata ( credo ce ne siano altre più economiche) , si trova all'Esse. Moltissimo bella anche se le venature non sono ptrprio da strat. Non mi piace l'inlais sul 12° tasto...
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