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Quadriadi tra Accordi e Arpeggi
di redazione [user #116] - pubblicato il 10 dicembre 2019 ore 15:30
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Una lezione che aiuta a ripassare tutte e quattro le tipologie di accordi di settima derivanti dalla scala maggiore e affianca a ciascuna una relativa diteggiatura di arpeggio. |
Una scala maggiore armonizzata a quattro voci genera quattro diverse tipologie di accordo:
,, e . Nel caso della scala di D maggiore, o della sua relativa minore Bm, gli accordi in questione saranno
Dmaj7, Em7, F#m7, Gmaj7, A7, Bm7, C#m7/b5.

Nella progressione proposta nell’esercizio, gli accordi si susseguono per intervalli di quarta e ricalcano la progressione di tante canzoni popolari e, in particolare, quello dello standard jazz “Autumn Leaves”.
Rispetto agli accordi della tonalità di D maggiore prima elencati vanno evidenziati due accordi estranei: il F#7 e il B7. Il primo accordo che stando agli accordi elencati prima sarebbe un F#m7 qui diventa F#7. Si arriva a questo accordo ragionando sulla tonalità relativa minore del D che è il Bm. Nell’armonizzazione della scala minore l’accordo costruito sul V grado spesso non basta a creare quella tensione necessaria a costruire le consolidate dinamiche di tensione e risoluzione tra I e V grado. Così, con un’operazione che ha il nome di interscambio modale, si prende in prestito il quinto grado da altre due tipologie di scale minori, quella minore armonica o quella minore melodica che entrambe presentano un accordo di dominante sul V grado. Il secondo accordo invece è il Bm7 che si trasforma in B7 ancora per assolvere il ruolo di V grado dell’accordo di Em7 che rilancerà facendo ripartire la progressione. Quindi, a ogni accordo viene associata una diteggiatura di relativa quadriade, arpeggio a quattro voci che contiene esattamente le note dell’accordo snocciolate questa volta in maniera melodica.
Questo tipo di studio permette di osservare come l’esecuzione, seppur lineare e meccanica degli arpeggi, permetta di sottolineare esattamente la sonorità degli arpeggi che tratteggia. Gli arpeggi lasciano intuire il loro straordinario potenziale melodico spendibile nelle improvvisazioni. Inoltre, le diteggiature impiegate rivelano che non sempre ogni arpeggio parte dalla sua nota fondamentale ma si stanno utilizzando dei rivolti, diteggiature che hanno al basso una nota diversa dalla loro fondamentale (e quindi terza, quinta o settima). Questo deve essere un incentivo a uno studio approfondito e metodico di tutte le possibili diteggiature tratteggiabili sulla tastiera.
Esempio musicale di Stefano Silenzi.
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