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Billy Gibbons:
Billy Gibbons: "Schiaccio i bottoni e vediamo che succede!"
di [user #116] - pubblicato il

Quando lavorate sulla vostra musica che approccio avete? C’è chi nella frase creativa si concede senza riserve alla sperimentazione non concedendosi limiti di suoni, strumenti e stili a cui attingere. E c’è chi, invece, da subito decide di delimitare un riferimento stilistico, sonoro e di cui attenersi.

Il tema lo abbiamo affrontato con Billy Gibbons, icona vivente del rock e leggendaria chitarra degli ZZTOP. Gli abbiamo come siano riusciti nel corso della loro storia a diventare un capostipite del suono rock e al contempo siano stati capaci di contaminarsi con il pop non disegnando persino riusciti scivoloni quasi danzerecci.



“Lo studio di registrazione nel quale lavoravamo era il leggendario Ardent a Memphis Tenesse.  Era di proprietà di un fonico che non si perdeva una sola novità in fatto di strumenti. Che si trattasse di un nuovo registratore, un synth, una chitarra o un amplificatore era curioso di reperire e provare qualsiasi novità sfiziosa il mercato lanciasse! E noi, di certo, non eravamo meno curiosi di lui e ci divertivamo a suonare e provare qualunque cosa. Ma eravamo così frettolosi e smaniosi che non ci passava nemmeno per la testa di leggere le istruzioni. Avevamo quell’approccio semplice del tipo” Schiacciamo i bottoni e vediamo che succede”.  Così ci divertivamo non solo a scoprire quelle sonorità nuova ma anche a sperimentare, inserendole nella nostra musica. Questo capitava quando ci imbattevamo in qualche suono che sentivamo essere nuovo ma che, al contempo, funzionava e supportava il nostro sound tradizionale."
E invece, qual è il vostro metodo di lavoro? 

billy gibbons lezioni zztop
Link utili
Il sito di Billy Gibbons
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di yasodanandana [user #699]
commento del 13/03/2020 ore 00:13:24
faccio come dice gibbons.. ovvero sperimento quanto mi pare. Anche perchè lavoro quasi sempre con bravi colleghi e spesso lascio che siano loro a misurare se mi allontano eccessivamente dal progetto ...
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di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 13/03/2020 ore 14:32:56
Trovo interessanti entrambi gli approcci.
A volte, decidere di attenersi a un determinato canovaccio stilistico o sonoro non è male: imporsi dei paletti da rispettare ti sprona ad aguzzare l'ingegno per trovare idee nuove e valide.
Un po' come quando fai quegli esercizi tipo: adesso improvvisa utilizzando solo le triadi degli accordi; oppure suona utilizzando solo indice e medio della sinistra...all'inizio sembra solo un esercizio per metterti alla prova ma si rischia di trovare idee e soluzioni freschissime che altrimenti non sarebbero uscite mai!
Così come è bello mettersi a lavorare assecondando ogni idea, guizzo...spippolando con gli effetti, utilizzando le chitarre in libertà ...senza dirsi cose: vorrei uscisse un pezzo più pop quindi la sette corde non ci sta e la batteria dovrebbe essere colà...lasciare che le idee escano e vedere alla fine di una sessione che cosa si è combinato.
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di paoloprs [user #10705]
commento del 16/03/2020 ore 07:25:2
Ottima questa analisi. C'è da dire che, nell'immensità dell'Universo di quelli che possiedono una chitarra, si trova di tutto : dai trogloditi con tam tam e clava,
a taglialegna con tanto di ascia,
a finti rudi teppisti dei bronx delle periferie,
a quelli che fanno i bulli per non far vedere la loro inadeguatezza, fino ad
artisti rinascimentali i quali, piuttosto che scegliere la barbara aggressività di Attila, hanno scelto la strada della grazia e della bellezza,
poi ci sono i gironi dei mercenari morti di fame o quello dei professionisti seri, generosi e preparati,
troviamo pure degli imbecilli che si dimenticano di venire a prove puntuali e quando ci vengono hanno l'unico jack rotto, o quegli altri che ci arrivano mezz'ora prima , con gli spartiti per tutti e con i jack di riserva per tutti ....
Tornando a noi dunque, la ricerca di suoni nuovi implica una certa apertura mentale, forse una certa lucidità mentale che molti ..."chitarristi" non ce l'hanno e non sanno neppure che cosa sia.
Dovremmo tutti fare uno sforzo per passare dalla stupida superbia all'altruismo.
Passare da un suono brutto ad uno bello è un atto di generosità.
Vostro Paolo
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di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 16/03/2020 ore 20:24:07
"Dovremmo tutti fare uno sforzo per passare dalla stupida superbia all'altruismo.
Passare da un suono brutto ad uno bello è un atto di generosità"

Una delle cose più belle che abbia letto riguardo alla musica.
Rispondi
di nicolapax [user #27042]
commento del 30/03/2020 ore 18:51:45
Ho sempre immaginato che Gibbons lavorasse così! Anche se avesse dovuto suonare un badile con le corde. E non credo che si sarebbe posto dei problemi...
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