Storia: si era a metà degli anni ’70 quando Ned Steinberger, un designer di mobili e figlio di un noto studioso di fisica, strinse amicizia con un già conosciuto liutaio e costruttore di bassi, Stuart Spector, il quale lo coinvolge nel design di un suo progetto relativo ad uno strumento, l’NS1, ancora abbastanza tradizionale ma con la forma del corpo e della paletta studiate per ridurre lo sbilanciamento; però Ned aveva in mente qualcosa di più radicale. Infatti lui pensò che, escludendo il legno con i suoi problemi quali una percentuale residua di acqua presente anche se stagionato, si potesse produrre strumenti con un materiale sintetico (fibre di grafite immerse in una mescola a base di resina epossidica) ancora più denso e con le stesse fibre parallele per realizzare tutto il corpo dello strumento, controllandone nel frattempo sia la resistenza meccanica che le caratteristiche tonali. Anche le meccaniche, questa volta con rapporto 40/1, lui le spostò prima del ponte eliminando la paletta, da cui il termine "Headless" cioè "senza testa", cosa che comportò però l'uso di corde con due pallini, uno per ogni estremità, facendo così nascere prima il basso Steinberger L1, al quale seguirà lo L2, un po' più leggero. Quando passò poi alla produzione della chitarre, Ned risolse con il suo "TransTrem Type I" i problemi d'accordatura. Nella produzione Steinberger, iniziata a partire dal 1979, c'erano anche strumenti della serie P con il body in legno a forma di freccia, con il manico composito bullonato, poi la serie M, progettata dal liutaio inglese Roger Giffin, strumenti che avevano un corpo in legno a doppia spalla mancante, dotati di un manico in grafite imbullonato, anch'essi headless ma in complesso risultanti esteticamente con un aspetto più tradizionale. Ma di li a poco, cioè nel 1987, Ned vendette la sua brand alla Gibson che fece della Steinberger uno dei suoi tanti marchi, però l'unico basso prodotto in Gibson, il modello 20/20, che ho avuto occasione di provare e tenere per un breve periodo, aveva le meccaniche tradizionali montate su una paletta di ridottissime dimensioni ed un attaccacorde tradizionale, anche se nella forma ricordava lo Steinberger L 2. L'ultima linea Gibson/Steinberger, nota come linea Synapse, è ancora prodotta in Corea del Sud. Dopo aver parlato brevemente della Steinberger, di cui ho avuto un basso L 2 con pickups EMG, voglio ora far notarre che di strumenti headless negli anni 80 se ne sono visti molti e di marche diverse, io personalmente ho posseduto due bassi della Riverhead, ma ho visto anche alcuni Cort, Hohner, poi altri marcati Spirit by Steinberger, cito anche un Hofner, che è di forma simile ma dotato di meccaniche tradizionali montate su paletta, lo Shorty Bass BK, ecc. Recentemente c'era in vendita, usato, da Luca un basso Steinberger P ad un costo abbordabile (€ 500), ma mi mancava tanto la a me sempre piaciuta palettona dei bassi Fender (comunque anche quelle dei Gibson ed Epiphone non è che mi dispiacciono), però c'è una nota di tristezza in tutto ciò: dei bassi della Steinberger tutti i bassisti di un certo livello ne avevano acquistato uno all'epoca, tristemente solo Jaco Pastorius non fece a tempo a pagarlo.
|