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Questi esercizi sono la scoperta dell'acqua calda
Questi esercizi sono la scoperta dell'acqua calda
di [user #17404] - pubblicato il

Abbiamo deciso di parlare di warm up, raccogliendo più testimonianze possibili su come i musicisti sono soliti riscaldarsi prima di salire sul palco o affrontare una sessione di registrazione.

Il primo a dirci la sua è stato Kris Barras che ha proposto un classico: un semplice esercizio semi cromatico di quelli che normalmente si praticano per affinare pennata alternata e sviluppare forza uniforme sulle dita della mano sinistra.
Alcuni lettori hanno trovato il suo suggerimento banale. Io credo, però, che il senso dell’articolo sia stato frainteso: nessuno aveva la presunzione di presentare questo esercizio come una novità tecnica o qualcosa di rivoluzionario nella pratica della chitarra.
Il senso dell'articolo, infatti, era un altro: soprattutto per i musicisti più giovani e meno esperti, il suggerimento di Barras fa passare un messaggio distinto che è la scelta consapevole di riscaldarsi prima di un concerto utilizzando del materiale molto semplice, meccanico. Scegliere di eseguire qualcosa di infinitesimamente più facile di quanto si potrebbe suonare a pieno regime per prepararsi alla performance in maniera progressiva e senza affanno.



 Non è una cosa banale, non è la scoperta dell'acqua calda: io per primo, per molti anni, mi sono affannato a scaldarmi suonando a tutta birra o eseguendo in maniera frammentata e nervosa parti del repertorio che avrei dovuto suonare da lì a breve. Il risultato era salire sul palco ancora meno concentrato, addirittura con le mani già provate.  Impormi di eseguire molto lentamente delle cose basiche, meccaniche mi ha aiutato a restare più concentrato e a sciogliere le mani in maniera graduale. Chi conosce e ha sentito Kris Barras live sa che è un chitarrista con una proiezione tecnica notevole: ha un linguaggio blues coerente ma possiede un bagaglio tecnico moderno e molto ricco. E il fatto che volutamente proponga una cosa così "ovvia" come esercizio di warm up è proprio il senso del suo suggerimento: scaldarsi suonando qualcosa di elementare che faccia andare piano, piano le mani, senza altri affanni se non quello della coordinazione.
È vero però che - questo lo credo profondamente - molti musicisti e chitarristi soprattutto se alle prime armi o non professionisti, sottovalutino l’efficacia degli esercizi semplici se non addirittura basilari. E, a questo proposito, ricordo sempre molto volentieri un aneddoto: una decina d’anni fa, all’inizio della mia avventura con Accordo, ebbi la possibilità di intervistare e coinvolgere per degli approfondimenti didattici tre tra i chitarristi tecnicamente più considerevoli delle ultime generazioni: Guthrie Govan, Kiko Loureiro e Marco Sfogli.

Questi esercizi sono la scoperta dell'acqua calda

Quando cercai di indagare le basi e l’alchimia della loro stupefacente meccanica tanto di pennata alternata che di legato tutti e tre mi proposero degli esercizi, perlopiù cromatici o semi cromatici (come quello di Kris Barras) oppure basati su elementari sequenze diatoniche. Non c’erano scappatoie: alla base della loro tecnica superlativa c’erano semplicemente delle fondamenta solidissime, monolitiche che poggiavano sui più semplici rudimenti sviluppati a livelli d’eccellenza.
Oppure, è sempre efficace ricordare che quando Steve Vai, all’apice della sua popolarità pubblicò su Guitar World il suo fantomatico programma giornaliero di nove ore di studio, questo era composto soprattutto da semplici esercizi di meccanica basati su studi cromatici. Con buona pace di chi si aspettava esercizi esoterici di ispirazione Zappiana.
O ancora, in un contesto stilistico profondamente diverso, anche Luca Colombo in una vecchia lezione dedicata al riscaldamento, propose come routine di studio comprendente anche esercizi di natura semi cromatica, affini a quelli di Barras.



Da ultimo, ancora a favore dell’articolo di Kris Barras, insisto sul fatto che la sua pillola didattica mette in luce due piccoli aspetti tecnico, teorici che per un principiante (e non solo) potrebbero non essere così scontati: lo spostamento degli accenti e – soprattutto - il fatto di chiamare erroneamente cromatico qualcosa che non lo è. Scagli la prima pietra chi non ha fatto per una vita questo esercizio certo di star suonando una scala cromatica!

Continueremo a pubblicare i suggerimenti di tanti altri musicisti e - come detto in cima all'articolo - ognuno suggerirà delle cose molto differenti, addirittura in contrasto con quanto detto da altri colleghi. Guthrie Govan non sfiora la chitarra prima dello show. Paul Gilbert la consuma e sale sul palco con almeno un paio d'ore di pratica continua tra riscaldamento, lezioni e soundcheck. Federico Malaman  si scalda studiando e ripassa o improvvisa assolo su strutture Bepop, mentre Luigi Schiavone non fa che controllare pedaliera e accordatura senza nemmeno pensare a riscaldarsi.

lezioni
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di henrysg [user #40175]
commento del 07/05/2020 ore 13:35:5
Dico la mia. Ho sempre trovato molto importante scaldarmi prima di suonare. Perchè per me tralasciando l' aspetto prettamente musicale la performance di un musicista è simile a quella di un atleta ( o di un ballerino rimanendo in ambito artistico ) solo che un atleta coinvolge testa mani gambe a seconda dello sport, ( avendo praticato diversi sport ne so qualcosa ). Un musicista (diciamo chitarrista ma vale per tutti ) coinvolge testa e mani. L'atleta svolge si può dire un lavoro macro sul proprio corpo, il chitarrista svolge un lavoro micro. La mancata preparazione può causare su entrambi gli stessi traumi, affaticamenti tendiniti infiammazione dolore ecc. ecc.
Un atleta non scende mai in campo senza scaldarsi, e per me quando suono è lo stesso.
Un buon warm up mette in collegamento testa e mani, risolve le tensioni (sia fisiche che mentali) e aiuta a coordinarsi bene.
Ci tengo a dire che spesso sono stato oggetto di prese in giro per questo, tanti mi hanno detto che sembravo un cretino, sono stato anche insultato una volta (pensa a suonare invece di pensare a ste cazzate). Il mio maestro invece considerava il riscaldamento più importante della performance stessa, quasi un rituale propiziatorio.
Poi ovviamente ogniuno la vede come vuole e si regola su di se. Ho conosciuto gente in grado di partire a freddo come dei treni freccia rossa,altri invece rischiare veri attacchi di panico se non si erano preparati prima
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di sergej [user #44973]
commento del 07/05/2020 ore 15:54:11
Solo una annotazione basata sulla mia esperienza personale (e quindi senza la pretesa di essere un postulato inconfutabile): tutte le volte che - suonando - emergono dei problemi tecnici che intendo risolvere, cerco di circoscrivere quello che non funziona a livello meccanico, e 'invento' un esercizio specifico per risolvere il problema. Tipicamente succede che - praticando questo specifico esercizio - mi accorgo che posso circoscrivere ulteriormente il problema, e adotto un nuovo esercizio più mirato (e tipicamente più breve). Quasi inevitabilmente, praticando il secondo esercizio mi accorgo che posso ridurre il 'malfunzionamento meccanico' a un movimento delle dita (o del plettro) maggiormente delimitato, e così via... Alla fine - a furia di circoscrivere il problema - mi trovo ad eseguire esercizi che sono considerati 'basici', o 'fondamentali', o chiamateli come volete.

Negli anni mi sono reso conto con sempre maggiore chiarezza che suonare un passaggio complesso correttamente ed in maniera pulita è impossibile se i fondamentali non sono internalizzati in maniera assolutamente solida (il famoso concetto della catena che nella sua interezza è solida quanto lo è il proprio anello più debole), e quindi spendo ogni giorno parte dello studio per consolidare movimenti elementari.

In questa ottica, devo dire che anche io ho più o meno sorvolato sugli esercizi di Barras, ma allo stesso tempo mi è stato subito chiaro il senso dell'articolo - semplicemente perchè ne condividevo i principi.
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di henrysg [user #40175]
commento del 07/05/2020 ore 17:29:23
Sottoscrivo tutto quello che hai scritto
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di BizBaz [user #48536]
commento del 07/05/2020 ore 17:41:29
Dico la mia.
Senza fare opportuno riscaldamento mi sono beccato più di una volta tendiniti fastidiosissime e dolorose. La cosa peggiore è stata una tenosinovite stenosante del flessore del pollice sinistro (dito a scatto per capirci) che pur essendo, dopo mesi, molto regredita mi ha lasciato un bel ricordino: una fibrosi del tendine che (probabilmente) mi accompagnerà per il resto dei miei giorni con movimenti irrigiditi e scatti random del pollice.
Questo per dire che il riscaldamento è SEMPRE importante, non solo quando si sale sul palco, e che gli esercizi di scioglimento e riscaldaento non sono MAI banali e un perdita di tempo.
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di MAURIZIO [user #49375]
commento del 07/05/2020 ore 18:21:04
Concordo sulla necessità di un adeguato riscaldamento prima di una performance. Personalmente io cerco anche di preparare la scaletta considerando i primi brani come parte del warm-up (che non è sempre possibile, tra ritardi e inconvenienti vari): quindi cerco di evitare virtuosismi e complicanze nella primissima parte dell'esibizione.
D'altronde anche la nostra cantante fa le stesse considerazioni: una canzone "impegnativa" non la inserisce mai tra le primissime (a voce fredda), né al termine (a voce stanca).
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di c9 utente non più registrato
commento del 07/05/2020 ore 22:07:3
Vabbè ma io non mettevo in discussione Barras come artista... Ma l'esercizio che ha proposto io l'ho sentito almeno 20 anni fa.
Per motivare questa mia insoddisfazione propongo di scaricare come esercizio di warm up i ditones di Donato Begotti. A mio modesto parere, come warm up, molto meglio.
Rispondi
di sciani [user #3555]
commento del 08/05/2020 ore 08:58:28
Fatto così l'articolo lascia sicuramente qualcosa in più e fa riflettere, il precedente l'ho trovato veramente banale, abbiate pazienza.
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 08/05/2020 ore 11:13:51
Secondo me questo e' un riscaldamento: vai al link
L'esercizio proposto ha come scopo quello di sincronizzare le mani, non di piu'. Su questa linea ho tratto benefici dal metodo di Varini Tecnica Razionale 1
Saluti
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