Sono passati cinque anni da quando scrissi l’ultimo articolo proprio su questo sito, e mi è salita la nostalgia. Rileggendo i miei articoli precedenti, mi sono reso conto che avrei voluto scrivere in maniera più approfondita riguardo le mie fedeli compagne. Nel giro di cinque anni sono cambiate tante cose: la mia Highway One HSS mi lascia, la Squier viene sistemata con una nuova elettronica (a breve verrà pure riverniciata), la acustica venduta causa inutilizzo (anche perché non mi piaceva più).
Magari qualcuno di voi si chiede: ma dopo aver venduto e sistemato, nel tuo gear non è entrato qualcosa di nuovo? La risposta è sì. E mentre scrivo questo articolo mi viene da ridere sotto i baffi perché, fino a pochi mesi prima dell’acquisto, quella chitarra la odiavo tanto.
La odiavo con tutto me stesso, non volevo saperne.
Però poi le persone cambiano, maturano, crescono e capiscono la realtà dei fatti.
Cominciando a suonare in un nuovo progetto di cover di vari artisti del panorama rock, capivo che la mia amata Fender Stratocaster AVRI 62 cominciava a starmi un po’ stretta.
Lo studio dove lavoravo io aveva una R7 Tom Murphy Aged di cui mi innamorai perdutamente e, lì per lì, capii veramente che era arrivato di fare il passo e acquistare la Les Paul.
Nonostante all’epoca non fossi un grande esperto di Les Paul, sapevo già dove orientarmi: o una Standard oppure una Traditional (anche le classic anni 2000 niente male).
Scovai subito una Standard 2008 e una Traditional 2012 a buon prezzo.
Quando arrivai in negozio le vidi subito: ambedue nella colorazione Heritage Cherry Burst, lo storico color Gibson.
Alla luce del sole, il figured maple top in doppia AA faceva risaltare le venature di quei bellissimi body: erano due fotomodelle.
Iniziai con la Les Paul Standard 2008: prendendola in mano capii subito che quella chitarra non suonava.
Le mie sensazioni non erano per nulla sbagliate: poco carattere, moscia, non aveva la tipica “raglia” della Les Paul.
L’unica nota positiva di quella chitarra era il manico Slim Taper '60, sottile e scorrevole.
Passato alla Traditional 2012, al primo tocco capii che lei era quella che cercavo.
Apro con aggressività il volume (lineare da 300k) dell’humbucker al ponte suonando il classico E Maj raddoppiando la quinta: travolto, nel vero senso della parola.
Sento la chitarra vibrare ovunque, trema pure il mio stomaco.
Nonostante la chitarra presenti i nove fori di alleggerimento, è bella massiccia: il peso si aggira sui 4,2-4,3 Kg.
Questo fa sì che la coppia di humbucker presente (si parla di 57 Classic al manico e 57 Classic Plus al ponte), dia la giusta grinta.
Ma, quello che più mi preme, è il manico: sapevo che le Traditional montano il 50’s, quindi bello cicciotto.
Nonostante sia abituato al C della mia Stratocaster, la mano al primo appoggio non dà problemi: scorre sul manico come se nulla fosse.
Una volta attacca all’amplificatore, la chitarra ha il vero suono Les Paul.
Sul suono clean presenta un suono che va dal jazz al funk passando pure per punk e alternative: bello caldo, ben equilibrato, ma sa anche essere sporco.
Sul crunch-overdrive, che vuoi fare, non vuoi usare un Marshall?
JCM800, 900, DSL, JTM45, chi più ne ha più ne metta, tiri fuori tutti i suoni delle migliori produzioni rock dagli anni '80 a oggi (e ti viene pure la pelle d’oca)
Se proprio voglio, con un bel Vox AC30 TB tiro fuori pure il The Edge che c’è in me.
In studio, la Les Paul si conferma una delle regine insieme alla Telecaster: a qualsiasi volume, lei ti buca il mix.
La senti, la riconosci: è quello standard, è abitudine.
L’ho portata in giro, con me, a un sacco di live.
È la chitarra del buon umore, spalanchi il volume, gas a martello, e ti metti a ridere.
È geniale, penso sia geniale.
È pura emozione, adrenalina, divertimento.
Ti rende le giornate migliori.
Tira fuori il meglio di te.
Felice di averla con me sempre.
È quella cosa che rimane sempre, è lì che ti aspetta.
Viva la Les Paul e viva il rock n roll! |