Forse fu perchè nella colonna sonora di uno degli "Spaghetti Western" di Sergio Leone, precisamente in "C'era una volta il West", lo strumento protagonista era l'armonica a bocca, forse perchè all'Oratorio Salesiano di Bellavista eravamo solo in due a suonare quello strumento, fatto sta che per riempire il vuoto strumentale dei gruppi a 4 elementi dell'epoca, ove erano previsti 2 chitarre, un basso e la batteria, era abitudine l'inserire o uno strumento a fiato o la fisarmonica (l'organo comparve solo due anni dopo, nel 1968, quando nei Juke Box sui lidi balneari si era solito gettonare il brano "Parole" di Nico e i Gabbiani, appena un po' prima però di "A Whiter Shade of Pale" dei Procol Harum). In quel 1966 avevo avuto in regalo da mio padre un'armonica "Bravi Alpini" in C a 28 voci della Hohner con cui mi allenavo, trascurando il sax contralto i cui studi avevo da poco intrapreso, ma fui inserito quasi subito nel gruppo, cosa che mi spinse poi a comperare un paio di armoniche più professionali, scegliendo la versione "Tremolo" a due tonalità della "Bravi Alpini, in C e G con 2 X 40 voci, oggi non più in produzione, più una cromatica di cui scelsi il modello Chrometta 12 in C, corpo in plastica color rosso giudicai più resistente al trasporto ed all'uso, strumenti che ancora oggi conservo gelosamente insieme alla prima, anche se ne ho comperato in seguito altre tre: una "Piccolo", una "Blues Harp" e recentemente una molto tascabile "Puck", ma tutte tassativamente in C. Di due che invece non ho più, ho solo il rimpianto di averne persa una, la "Leiblinge" 32 voci, in montagna nella zona di Scanno in Abruzzo durante un'escursione insieme agli amici dell'Oratorio, mentre l'altra, una "The Chromonica 10", modello 260/40 professionale, l'ho data poco tempo fa in permuta per una coppia di Monitor TV della Bose (ne avevo già un'altra di coppia uguale, ma con 4 di questi monitor amplificati potevo almeno permettermi il lusso di tenere, autonomamente, delle limitate come partecipazioni conferenze professionali, senza ricorrere a "Conference Service"). Poi, complice il fatto che un operaio di colore, figlio di guerra ed amico di mio padre, in cambio di un sistema d'amplificazione delle armoniche consistente in un tubo metallico chiuso, completo d'asola porta-strumento e di microfono piezo sul fondo, quest'ultimo regolato da un volume esterno alla stessa estremità, mi diede una chitarra EKO modello Fiesta, in me scattò la molla che mi portò a decidere a fine 1967 di passare alla chitarra, cosa che persiste ancora oggi a 54 anni di distanza, infatti il virus da "Chitarro-Dipendenza Cronica" è incurabile, FBASS
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