A distanza di più di 50 anni e limitandomi all'anno 1989, cioè anno in cui decisi di non suonare più in un gruppo, dopo una deludente esperienza vissuta a Salerno, realtà musicale completamente diversa da quella napoletana (pure se anche in quel contesto non è che fui trattato meglio), mi piace oggi ricordare che, iniziando la mia avventura da squattrinato studente nel 1966 e quindi dotato di pochi mezzi dal punto di vista economico, solo nel 1968 rriuscii a comperarmi per lire 30mila una chitarra nuova di zecca, una Hofner modello 111 Hawaiana, questo per far colpo sulla mia fiamma del momento, una ragazza di origini baresi di nome Angela. Doppia fregatura, sia per il risultato della nostra avventura amorosa che per il ruolo fino ad allora ricoperto in ambito musicale, infatti in questo caso fui costretto a passare da quello di chitarra solista a quello, all'epoca poco ambito, di bassista. Il mio primo basso comperato nuovo a fine 1969, dopo tre usati, fu un Hofner Violin Bass modello 500/1 del 1967 che sono riuscito anche recentemente a recuperare, poi a fine 1970 comperai un basso Gibson EB0, datato 1969 ma invecchiato in negozio, che poi mi ha tenuto compagnia per 13 anni, cioè fino a quando l'ho ceduto in una permuta parziale per il G&L20000E nel giugno del 1983, ma che ancora rimpiango. All'inizio del 1972, vedendo usare dai bassisti dei gruppi rock partenopei principalmente il Fender Precision, ne comperai uno nuovo, color Sunburst, che ancora posseggo, anzi recentemente, nelle Jam, è quello che solitamente uso, alternandolo con un Music Man Ernie Ball modello Sterling Fretless del 1993. Ma era il "Night Club" con le sue atmosfere ad attrarmi e decisi di comperare il basso per eccellenza da usare in quel contesto, un Fender Jazz Bass, sempre color Sunburst, ma lo trovai con tastiera in acero, era l'anno 1978 e fui accompagnato al negozio dal mio compianto amico Michele, anche perchè, lui vecchio e bravo tastierista, cantante nonchè macchiettista, di musica ne capiva veramente. Anni 80, sulla scia della già affermata "Neapolitan Power", io che ero amico e collaboratore dei fratelli Avitabile fin dal 1971, volli aumentare il mio parco strumenti con un basso un po' più moderno, visto poi che già nel 1969 avevo usato, anche se per poco tempo, un Ibanez importato dalla Burns e che riuscii (molto più recentemente) a reperire usato, ma in condizioni disastrate; pertanto accettai i consigli di Gerardo, un amico batterista con cui suonavo e che era anche socio in un negozio di strumenti musicali; fu così che mi comperai un discreto basso Ibanez, il modello RS924, tenuto però per solo un paio d'anni, sostituito in seguito dal più costoso Ibanez Musician 940 (ma con il tempo mi accorsi di preferire il precedente). Ed ecco che nel 1989 avvenne l'ennesima disaffezione per la musica praticata, questa volta definitiva, e visto che con il basso elettrico a casa davo solo fastidio, decisi di comperarmi, nuova, la chitarra elettrica che io reputavo solista per eccellenza, una Fender Stratocaster, ne comperai il modello American Standard ma che, con mio sommo disappunto, aveva il tremolo a due perni e non con le sei viti canoniche, comunque me la sono tenuta.
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