di bobchill [user #6868] - pubblicato il 16 giugno 2020 ore 07:30
L'arrivo del fuzz ha cambiato il volto della chitarra elettrica di colpo, culminando nella rivoluzione scatenata da un giovane di Seattle. Il racconto di bobchill.
Nell'articolo “La rivoluzione del Fuzz-Tone” abbiamo fatto un excursus sulla storia della chitarra distorta e del fuzz, dalle origini nei primi anni '50 al successo planetario di (I Can't Get No) Satisfaction dei Rolling Stones, fino a metà degli anni '60.
Il brano sancisce la “consacrazione” del fuzz e da allora ogni chitarrista rock scopre di non poterne fare a meno.
Il filmato che introduco oggi continua questo viaggio nel tempo, ripercorrendo l'evoluzione dei pedali fuzz da un punto di vista tecnico, storico e musicale.
Parliamo di un’epoca in cui il "fuzz-rock" divenne protagonista indiscusso, colonna sonora di un nuovo movimento contro-culturale e dell’immaginario di un’intera generazione.
In Gran Bretagna, il Tone Bender creato da Gary Hurst prendeva ispirazione dal Maestro FZ-1 prodotto in USA da Gibson, ma sviluppava il progetto originario con notevoli miglioramenti.
Il Tone Bender ispirò a Jeff Beck alcuni dei più emblematici riff degli Yardbirds.
Un percorso analogo venne compiuto in USA dal tecnico Eddie Sanner che creò per Mosrite il Fuzzrite, uno dei pedali più rappresentativi del tipico suono acido del periodo.
Tra i giovani americani irrompeva l'impulso di formare una band, rinchiudersi in un garage e suonare rock'n'roll selvaggio e dissacrante. L’ispirazione arrivava da Yardbirds, Them e Rolling Stones, ma i teenager americani cercavano di suonare in modo più crudo e aggressivo delle band di oltreoceano.
La straordinaria stagione del Garage-Punk Rock e della psichedelia americana degli anni '60 ha inizio. È un'invasione di band che fa della chitarra fuzz un marchio di fabbrica o carattere distintivo del proprio suono. Lanny Kaye, divenuto successivamente chitarrista del Patti Smith Group, documenta questa scena musicale frammentaria della seconda metà degli anni '60, assemblando la doppia compilation Nuggets. L'album, pubblicato da Elektra Records nel 1972, è riconosciuto come pietra miliare della storia del rock.
Non meraviglia dunque che, a questo punto, molti costruttori vogliano un pedale fuzz nel proprio catalogo. Molti nuovi modelli di diverse case costruttrici si affacciano a un mercato in piena e rapida espansione. In alcuni casi, fuzz di diverse case presentano circuiti sostanzialmente analoghi.
Tra questi, l’Arbiter “Fuzz-face”, finisce nell’arsenale di un giovane chitarrista nero di Seattle, trasferitosi a Londra nel Novembre del 1966.
Spirito naïve e ingenuità dell'era pionieristica della chitarra fuzz terminano di colpo: con l’arrivo di Jimi Hendrix, niente nel mondo della chitarra sarebbe più stato lo stesso.
Il fuzz ora non è più da intendersi come un marchingegno attaccato allo strumento, ma diviene esso stesso strumento. Hendrix concepisce la chitarra elettrica in modo rivoluzionario, come parte integrante di un sistema che comprende effetti, amplificatore e tecniche di registrazione: a tutti i componenti è finalmente riconosciuta pari importanza, in modo da creare un nuovo, più complesso, strumento.
Il filmato è in lingua inglese con accurati sottotitoli italiani attivabili dalle opzioni del player.