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Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio
Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio
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Un viaggio lungo 2451 miglia, nel cuore del nord America, su quella che John Steinbeck, nel suo 'Furore', ha definitivamente battezzato “Mother Road”, Strada Madre: la Route 66.
Viaggiare lungo la Freeway (ex-Freeway, ufficialmente non lo è più dal 1985) più famosa al mondo vuol dire addentrarsi a fondo nella parte più verace della tradizione e della cultura a stelle e strisce, lontana dal grattacielismo yuppie che identifichiamo con l'America. Spazi sconfinati su cui viaggiare in solitaria, capaci di offrire magia e ispirazione a migliaia di canzoni, versi e film. Una linea che taglia in due il continente, mettendone in mostra le viscere, scoprendone l'innocenza e la semplicità. Ma anche città immense, tra le cui strade sono nate idee, umanità e musiche capaci di attraversare gli Oceani e diventare patrimonio di tutti.

Vogliamo celebrare un percorso, un viaggio, una storia che continua, ma anche rendere un tributo a quello che per noi è il simbolo stesso della storia della chitarra elettrica americana: la Strato! Ci facciamo accompagnare in questo viaggio da un nome nato all'estremo occidentale della Route 66, che da ormai mezzo secolo fa parte della cultura, della musica e del pensiero del Nuovo Mondo. Il nome che per primo è stato accostato al concetto di Super-Strat, nato in un piccolo laboratorio di liuteria e poi diffuso in tutto il globo: Schecter Guitars!

Ci abbiamo lavorato per quasi due anni, con la Divisione Elettrica di Gold Music impegnata in ore e ore di lavoro su shape del manico, finiture, scelta dei pickup e dell'hardware. Ma alla fine sentiamo di aver realizzato il nostro sogno: la Strat senza sbavature, senza compromessi, dal feeling perfetto sul manico alle finiture del body, pura estasi dei sensi.

Sei i modelli sviluppati in esclusiva per il mercato italiano, irreperibili altrove nel mondo, tutti con body in Ontano e manico in Acero Roasted, meccaniche autobloccanti e tremolo a due pivot, ma differenti per scelta di configurazione pickup e legni della tastiera. Sei strumenti con una loro fortissima identità sonora, ma accomunati da una suonabilità eccezionale che ne sancisce l'unicità sul mercato.
Il motore è caldo, il viaggio comincia: ogni chitarra una tappa sulla Mother Road, ogni strumento una storia, un'anima, un percorso...

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio

Chicago
Adagiata sulla sponda più meridionale di un lago che si crede un mare, l'immenso Lago Michigan, Chicago è una delle città più belle degli Stati Uniti, dove ogni strada, ogni edificio ha una storia da raccontare. E vi ritroverete a camminare con il naso sempre puntato al cielo, ammirando dall'interno uno degli skyline più famosi al mondo, a metà strada fra Blade Runner e la magnificenza Art Decò del primo dopoguerra.
 
Struttura: Bolt-on
Legni: Corpo Ontano, Manico Acero Roasted, Tastiera Acero Roasted,
Tastiera: Tasti 22 X-Jumbo Scala 25,5” Radius 14”
Pickup: Schecter Pasadina VS-1 Single Coil
Controlli: Pot Volume, Pot Tono, Selettore 5 vie
Ponte Schecter Diamond Vintage Tremolo
Meccaniche Schecter Autobloccanti
Capotasto Graph Tech XL Black Tusq

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio

Saint Louis
Crocevia di storie, cultura ed idee, e frontiera spalancata verso il selvaggio west, Saint Louis è un tuffo nel Mid-West americano, fatta di contrasti e bellezza, di profonde tradizioni al limite del tribale e di modernità spinta all'estremo. Una città magnetica, un segreto da scoprire ad ogni angolo!

Struttura: Bolt-on
Legni: Corpo Ontano, Manico Acero Roasted, Tastiera Palissandro
Tastiera: Tasti 22 X-Jumbo Scala 25,5” Radius 14”
Pickup: Schecter Pasadina VS-1 Single Coil
Controlli: Pot Volume, Pot Tono, Selettore 5 vie
Ponte: Schecter Diamond Vintage Tremolo
Meccaniche: Schecter Autobloccanti
Capotasto: Graph Tech XL Black Tusq

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio

Amarillo
In Texas è tutto più grande! Un adagio che non capisci davvero fino a che non ti trovi nel cuore dello stato. Amarillo è luccicante, polverosa, eccessiva. Costantemente avvolta da un'aura di festa, di continuo rodeo, che ti si attacca addosso per non lasciarti più. E ti ritrovi a solcarne le strade, sfoggiando in tutta sicurezza il cappello a tesa larga appena acquistato, con un'altra giornata indimenticabile negli occhi.

Struttura: Bolt-on
Legni: Corpo Ontano, Manico Acero Roasted, Tastiera Ebano,
Tastiera: Tasti 22 X-Jumbo Scala 25,5” Radius 14”
Pickup: Schecter Pasadina VS-1 Single Coil
Controlli: Pot Volume, Pot Tono, Selettore 5 vie
Ponte: Schecter Diamond Vintage Tremolo
Meccaniche: Schecter Autobloccanti
Capotasto: Graph Tech XL Black Tusq

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio

Santa Fe
Accogliente, calorosa e coloratissima, Santa Fe è lontana anni luce dallo stereotipo di città degli Stati Uniti, tanto da essersi guadagnata il soprannome di “The City Different”. Un luogo magico immerso in uno scenario dalla bellezza travolgente, armonia di culture e cultura, dove vagare e perdersi sotto il sole delle montagne del New Mexico.

Struttura: Bolt-on
Legni: Corpo Ontano, Manico Acero Roasted, Tastiera Acero Roasted
Tastiera: Tasti 22 X-Jumbo Scala 25,5” Radius 14”
Pickup: Schecter Pasadina Classic Humbucker Schecter Pasadina VS-1 Single Coil
Controlli: Pot Volume, Pot Tono (Push/Pull), Selettore 5 vie
Ponte: Schecter Diamond Vintage Tremolo
Meccaniche: Schecter Autobloccanti
Capotasto: Graph Tech XL Black Tusq

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio

Williams
Piccolo centro dal sapore vintage in mezzo all'Arizona, pittoresco e caotico, Williams è la base ideale per visitare uno dei luoghi più suggestivi e indimenticabili del Pianeta: il Grand Canyon. Una delle tappe più emozionanti del nostro viaggio sulla Route 66, ci porterà fuori dalle strade asfaltate e dentro il cuore del Continente.

Struttura: Bolt-on
Legni: Corpo Ontano, Manico Acero Roasted, Tastiera Palissandro
Tastiera: Tasti 22 X-Jumbo Scala 25,5” Radius 14”
Pickup: Schecter Pasadina Classic Humbucker Schecter Pasadina VS-1 Single Coil
Controlli: Pot Volume, Pot Tono (Push/Pull), Selettore 5 vie
Ponte: Schecter Diamond Vintage Tremolo
Meccaniche: Schecter Autobloccanti
Capotasto: Graph Tech XL Black Tusq

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio

Santa Monica
Lo scintillio dell'Oceano si confonde con le luci di Los Angeles, su una delle coste più belle e famose al mondo. Santa Monica è la “End of the Trail”, il luogo dove il viaggio si conclude con uno sguardo sull'infinito blu del Pacifico, dove i nostri occhi si perdono nel ricordo di ogni singolo passo percorso sulla Route 66: non solo una strada, un percorso geografico, ma un viaggio nei nostri sogni, nella nostra anima.

Struttura: Bolt-on
Legni: Corpo Ontano, Manico Acero Roasted, Tastiera Ebano
Tastiera: Tasti 22 X-Jumbo Scala 25,5” Radius 14”
Pickup: Schecter Pasadina Classic Humbucker Schecter Pasadina VS-1 Single Coil
Controlli: Pot Volume, Pot Tono, (Push/Pull) Selettore 5 vie
Ponte: Schecter Diamond Vintage Tremolo
Meccaniche: Schecter Autobloccanti
Capotasto: Graph Tech XL Black Tusq

Schecter Route 66: La Meta è il Viaggio
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di Shoreline [user #20926]
commento del 14/07/2020 ore 22:21:02
Non capisco il senso di fare repliche della Fender.. hanno proprio finito la d fantasia
Rispondi
di jack182 [user #41282]
commento del 15/07/2020 ore 00:33:12
Beh, Schecter è nata così, lo fa da fine anni 70, non è che si è messa a fare repliche fender nel 2020. Sono comunque coerenti con il loro percorso. Che poi non possa piacere è un altro discorso. Bisogna dargli comunque merito che forse è stato uno dei primi brand a introdurre il concetto di Custom Shop, proprio appunto mentre Fender stava per dare il giro.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 15/07/2020 ore 08:20:0
Concordo, ha sempre fatto repliche fender, e lo ha sempre fatto piuttosto bene.
E non è questione di finire la fantasia, è che tutto quello che tentano di un po' fantasioso (parlo in generale), a confronto fa un po'.... cagare.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 17/07/2020 ore 08:32:43
Più che fare repliche Fender (poiché tali non sono, suonano diversamente e anche la filosofia costruttiva non è la medesima) Schecter ha prodotto anche parti per la stessa Fender decadi addietro. Il problema è che la gente disinformata casca dal pero e pensa che si tratti di un marchio Heavy metal che si è messo a far chitarre ieri.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 15/07/2020 ore 09:05:48
Schecter è famosa per le repliche Fender di qualità superiore alle Fender prodotte nel periodo in cui la Schecter ha cominciato le attività. Inoltre se sfogli il catalogo Schecter noterai un vastissimo assortimento di chitarre con modelli propri, per tutti i gusti e tutti i generi musicali, credo che Schecter abbia uno dei cataloghi più vasti in assoluto. Ne trovi di soluzioni estetiche, funzionali, di materiali, di elettronica, di design e quant'altro nel catalogo Schecter... Prima di parlare dovreste informarvi. Ultima cosa: nel mondo della chitarra non c'è più nulla da inventare, i modelli di riferimento sono quelli, è appurato che quando ci si discosta dai modelli classici le vendite sono molto esigue perchè la gente vuole quei modelli.
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 15/07/2020 ore 09:36:38
Si infatti se non sono repliche di fender sono repliche di ibanez..oppure sono ibridi..che suonino bene non lo so ma sinceramente non mi interessa neanche
Rispondi
di Robland [user #53772]
commento del 14/07/2020 ore 23:33:31
Route 66, Santa Fe, Saint Louis ecc. ma le chitarre sono fatte in Indonesia. Come se andassi in Germania a vendere pizze denominate Posillipo, Vesuvio, Quartieri spagnoli, ma le pizze le facessi fare in Tunisia.
Questo è puro marketing da quattro soldi da parte di chi pensa che abbiamo tutti gli anelli al naso.
Rispondi
di Gigibagigi [user #49591]
commento del 15/07/2020 ore 08:18:19
Scusa se non le hanno chiamate "bodoh dari desa", "brengsek malang" o "tertunda kronis". Comunque sia, se può darti conforto in Indonesia non hanno ancora avuto l'iniziativa di chiamare gli strumenti dei loro gamelan con nomi come "original west coast", "wild sheriff" o "god bless USA".
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 15/07/2020 ore 09:02:23
Ma che ragionamento è questo? Ci sono tanti prodotti realizzati in Asia sui quali viene apposto il logo "made in Italy" semplicemente perchè l'azienda ha storicità in Italia. Pertanto il tuo assunto non ha proprio senso. Inoltre ci sono tanti produttori di chitarre artigianali in Italia che sicuramente non danno nomi italiani ai propri prodotti ma richiamano sempre all'area in cui sono state ideate le prime chitarre elettriche. D'altra parte Schecter è un produttore storico americano, ha anche una linea produttiva negli USA, ha i propri strumenti legati al mondo americano, avrà tutto il diritto di chiamare gli strumenti nella propria lingua richiamando i luoghi dove la storia della chitarra si è sviluppata, o no? Infine non mi sembra che nessuno dica nulla quando si trova davanti a una Squire made in China chiamata Affinity, Bullet o Classic Vibe. Davvero non comprendo questo ragionamento.
Rispondi
di Lucio_PT [user #51443]
commento del 15/07/2020 ore 09:12:53
Esatto, e poi diciamocela ormai tutti i brand costruiscono in quella fascia di prezzo in asia e la qualità in certi casi è veramente cresciuta, ad esempio le prs se sono coreane ma caspita che belline che sono...
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 17/07/2020 ore 08:35:34
Le PRS SE sono fatte in Cina ora, la Korea è stata abbandonata da molti come paese di produzione per un rincaro spaventoso nel costo manodopera.
Rispondi
di Robland [user #53772]
commento del 16/07/2020 ore 15:24:55
Scusa ma il tuo ragionamento non c'entra nulla con quello che ho scritto. Senza offesa. La linea produttiva di Schecter in America non c'entra nulla, anzi peggiora il mio ragionamento. Tra parentesi, in famiglia abbiamo cinque Schecter custom shop, quindi sono chitarre che conosco benissimo, ma non c'entrano nulla a questo proposito.
E che c'entrano la Squier Affinity ecc.? Non dicevo mica che la chitarre indonesiane dovrebbero avere un nome indonesiano... davvero non mi capacito e mi chiedo se uno i commenti li legge davvero prima di prenderli e citarli. Nel caso di cui dovremmo parlare, dobbiamo guardare solo ai nomi: ti pare che ruote 66 sia paragonabile ad Affinity? E che Saint Louis sia paragonabile a classic vibe? Affinity e classic vibe sono parole di lingua inglese, non richiamano città, strade e specificità che caratterizzano un luogo anziché un altro. Quando si usano questi espedienti nel commercio in genere si tratta di roba di quart'ordine, tipo una pensione di basso livello per anziani a Ostia che si potrebbe chiamare pensione Miami.
Non comprendi il ragionamento perché ti dovresti guardare di più intorno e dovresti ragionare sui nomi dei migliori strumenti ma anche dei migliori brand in qualunque parte del mondo. Quando si usano questi giochetti, si ha a che a che fare col peggior marketing, solitamente per bambini poco esperti.
Rispondi
di Gigibagigi [user #49591]
commento del 17/07/2020 ore 08:54:50
Ah, beh, certo, il tuo ragionamento è perfetto. "Affinity" e "classic vibe" sono nomi che possono andare benissimo, "Saint Louis" e "Route 66" no perché richiamano luoghi e allora diventano espedienti commerciali per roba di quart'ordine. Già. Proprio così.
Rispondi
di Robland [user #53772]
commento del 17/07/2020 ore 14:26:34
Eppure è così banale. Non è che ci vuole una laurea in marketing. Anche tu e tutti noi possiamo arrivare a capire 1- perché un modello di Ferrari si chiama California anche se è fatta a Maranello e 2- che cos'è una Ferrari e cosa vanno a significare quel prodotto e quel nome messi assieme. Come una Ford Torino.
Strano che non risulti chiaro in non più di due secondi.
Alcuni forse dovrebbero farsi un viaggio in Cina e mangiare una pizza Napoli per capire quale non sottile differenza passi tra un brand celebre che sceglie un nome glorioso e un prodotto cheap servito al popolo bue.
D'altra parte c'è ancora chi compra una Harley Benton convinto di comprare la AFD di Slash...
Rispondi
di myguitar [user #16895]
commento del 17/08/2020 ore 08:44:36
Che discorsi. Cosa importa il nome. Parliamo della fattura e del suono di questa chitarra
Rispondi
di Lucio_PT [user #51443]
commento del 15/07/2020 ore 09:06:24
A me stupisce parecchio che sia una serie limitata in Italia, pensavo fossimo una "terra" dove ormai non suona più nessuno...e invece ci fanno uan serie in esclusiva?
Oppure solo gli italiani sono tradizionalisti che suonano solo o strato o al massimo una les paul?
Veramente strana questa cosa...(detta da uno che ha venduto una ibanez per prendersi una strato americana... :)
Rispondi
di marshall87 [user #12850]
commento del 15/07/2020 ore 14:24:1
Ne ho provata una, indubbiamente chitarre di ottima fattura al di là di considerazioni sul dove vengano prodotte.
In linea con la concorrenza tipo Ibanez AZ, Charvel, Yamaha ecc.. che forse valutando solo il rapporto qualità prezzo fanno qualcosa di meglio: a parità di qualità costruttiva (il suono è soggettivo) costano un pò meno oppure hanno la custodia compresa.
Rispetto a quelle sopra sono forse di impostazione più classica, in ogni caso suonano bene.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 15/07/2020 ore 15:51:23
Io invece dopo aver letto l'articolo ho fatto un pensiero che secondo me hanno senso eccome queste chitarre. Io sono possessore di una bellissima strato AMV reissue del 62 presa usata circa 10 anni fa bella vecchiotta con legni stagionati e suono da paura. La adoro e non al venderei mai, ma è un vero dito in c...o
Ha il radius 7.5 quindi l'action è difficilissima da regolare e deve essere leggermente alta altrimenti i bending sono difficili. E' stata ritastata 2 volte, ma ancora ho problemi con i tasti nel senso che ogni tanto qualcuno non mi suona etc. Insomma bella da morire tutti quelli che me l'hanno suonata me la invidiano, ma io comprerei volentieri una strato che suona da strato vera, ma che abbia tutte le comodità di una chitarra moderna e zero rogne.
Rispondi
di FranxAJ [user #18541]
commento del 15/07/2020 ore 17:47:19
Ho anche io una stupenda American Vintage '62 (la mia è del 2007, acquistata nuova nel 2009).
Suono stupendo, non la venderò mai e poi mai, ma quando l'hai descritta come un dito in c...o mi hai fatto morire dalle risate perché è una cosa che ho sempre pensato anche io! :D
La mia sarà da ritastare a breve, e penso che farò montare dei tasti più comodi tipo medium jumbo.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 15/07/2020 ore 21:34:53
Io l'ho fatta un pò di tempo fa mettendo i medium jumbo e la situazione è decisamente migliorarata tuttavia appena uscita dal liutatio tutta settata è adorabile, ma dopo un pò di tempo o al primo cambio corde inizia a tirare fuori le solite rotture di scatole.
E' una vecchia signora che va trattata con cura
Rispondi
di FranxAJ [user #18541]
commento del 15/07/2020 ore 22:45:18
Pensa che succede lo stesso anche a me, le prime due settimane è la chitarra della vita e poi dopo un pò alti e bassi...meno male che non sono l'unico. A livello di suono è semplicemente stupenda, la mia è tutta originale...ma a suonabilità fa un po' come vuole lei! xD
(La adoro lo stesso...
Rispondi
di marshall87 [user #12850]
commento del 15/07/2020 ore 18:03:57
E in effetti questo offrono, suono classico ma con un'impostazione ed efficienza migliore.
Però bo...non ho mai capito come si fa a scindere il "bel suono" dalla "comodità e suonabilità", per me inconsciamente se una chitarra è in-suonabile viene scartata a priori....può avere anche una bella voce ma se non riesco a farla parlare è solo una frustrazione.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 15/07/2020 ore 21:37:18
Ciao, non parliamo di chitarra insuonabile, ma di una chitarra non facile sicuramente sì. Ti faccio un esempio: mi è capitato di suonare delle elettriche perfette come le Godin ad esempio, ma dal suono e carattere, a mio modestissimo parere, senza personalità.

Il mio sogno sarebbe avere quell'efficienza con quel suono.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 16/07/2020 ore 04:37:02
Ci sono modelli di recente produzione del Custom Shop che vanno verso quella direzione. Io ho preso una riedizione '60 (avevo fatto anche un post sullo strumento poi promosso ad articolo dalla redazione) con manico roasted, tastiera da 12' e tasti jumbo. Ha un sonorità da Strato classica, ma una sunonabiltà moderna. Direi il meglio dei due mondi in un unico strumento. L'unico problema? Il prezzo non è certamente popolare, ma secondo vale quello che costa.
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 16/07/2020 ore 11:02:26
Appunto per questo possono avere senso queste chitarre. Nel momento in cui una custom shop è inarrivabile da un punto di vista economico questi modelli possono essere una soluzione.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 16/07/2020 ore 16:48:10
Hai ragione, io stavo ragionando sui prodotti Fender di alto livello, ma questa serie Schecter ha assolutamente il suo perché, anche in virtù di un prezzo relativamente abbordabile (mi pare stiamo sui 1000 Euro). Per altro a me piace molto la paletta, che ha una sua personalità e caratterizza lo strumento non come un semplice clone, ma più come una reinterpretazione. Per me sono assolutamente promosse.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 17/07/2020 ore 09:50:17
Si tratta di una Wembley II?
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 17/07/2020 ore 18:23:47
No, stavamo facendo una digressione sulle Fender. La chitarra a cui mi riferivo è una CS Fender '60 un po' particolare: vai al link
Rispondi
di FranxAJ [user #18541]
commento del 15/07/2020 ore 22:54:46
Considera che le Am. Vintage nascono verso la fine degli anni '80, un periodo completamente diverso dal nostro dove veniva offera una replica non fedelissima, ma comunque di riferimento agli anni d'oro...quando la serie American Vintage è stata sostituita dalle Original era evidente che la richiesta era per strumenti con suono vintage, ma dalla suonabilità sicuramente più moderna.
Tantissimi proprietari di Am. Vintage modificano i loro strumenti per renderli "facili" da suonare come ad esempio il cambio dei tasti.
Il fascino nella mia però sta proprio in questo...mi porta a suonarla in modo in cui altri strumenti semplicemente non mi spingono, ma spesso non mi danno neanche tanto. Con lei è una cazzo di lotta per fare uscire quello che voglio io come lo voglio io...
Questo personalmente non lo vedo come un male, ma sono ovviamente di parte! :)
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 15/07/2020 ore 18:07:49
Ti consiglio le Nash. Anche io ho una MIJ 57 reissue, ritastata, ponte callaham e pickup CS 69, un pochino bastarda come chitarra.....
Io ho messo gli occhi sulle Nash dal momento che le Fender non valgono il prezzo sul cartellino, forse la meta' ad essere onesti...
Rispondi
di Steven63 [user #37046]
commento del 15/07/2020 ore 17:42:38
Per restare in tema Schecter, io ad ottobre ho acquistato una strato modello Nick Johnston, la ho vista, provata, piaciuta e acquistata... Boh forse era quel verde cosi attraente... però posso dichiarare senza alcun dubbio che la qualità costruttiva è alta, nessun difetto, le meccaniche auto bloccanti, il ponte, il manico roasted, i tasti perfetti, i single coils potenti senza rumore, schermatura perfetta... molto sinceramente da una chitarra venduta senza custodia (Me ne ha regalata una Daminelli...) non mi sarei mai aspettato... Vi consiglio vivamente di provarne una, dimenticando la scritta Made in Indonesia, avrete delle belle sorprese...
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 15/07/2020 ore 19:10:4
"Sei i modelli sviluppati in esclusiva per il mercato italiano"...
In realta' a me sembrano due (SSS e HSS) con 3 opzioni di tastiera (Acero, Palissandro ed Ebano).
Belle comunque...
Rispondi
di Dragon [user #9714]
commento del 16/07/2020 ore 08:32:3
Sarei curioso di sentire pareri da chi l'ha provata.
Rispondi
di MarcoFanton [user #25]
commento del 16/07/2020 ore 09:52:54
Se vi interessa trovate la mia presentazione in questa diretta
vai al link
Rispondi
di Pippo [user #1206]
commento del 16/07/2020 ore 17:59:49
Ciao Marco,
vista la diretta (in diretta) ;) , le chitarre sembrano veramente ben fatte. È anche vero che hai delle belle mani, e suona tutto bene.
Mi pare comunque siano degli ottimi prodotti.
Rispondi
di Robland [user #53772]
commento del 17/07/2020 ore 08:59:29
Schecter (USA) è secondo me il marchio più sottovalutato della storia delle migliori chitarre. Basti pensare che la maggior parte dei musicisti che conosco era convinta che Knopfler avesse trascorso quasi tutta la sua carriera suonando una Fender Stratocaster.
Della Schecter Nick Johnston made in Indonesia (premesso che la custom shop americana è un capolavoro) si parla come di uno dei migliori esempi di rapporto prezzo-qualità elevato.
Rispondi
di JoeManganese [user #43736]
commento del 19/07/2020 ore 21:53:48
Knopfler ad un certo punto è passato a schecter e alla pensa suhr. Ma se guardi le interviste non le menziona: parla solo di Fender rosse come quella che aveva Hank Marvin. E chi non ha sognato quelle chitarre? Se mi avessero regalato al loro posto una Scechter mi sarei incazzato! Una dannata imitazione come le suhr. Buone quanto vuoi ma sempre imitazioni. Come una replica di un Renoir.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 20/07/2020 ore 15:55:14
Non le menziona perchè sarebbe uno sgarbo verso un marchio con cui ha una partnership, ossia Fender. Immagina quanto controproducente può essere lasciar trapelare in un'intervista che i suoni più belli che ha avuto in carriera non erano ottenuti con una Fender, bensì con marchi concorrenti di cui il player medio a stento conosce l'esistenza. Peraltro ne Suhr ne Schecter sono delle imitazioni, basta suonarle, soprattutto le Schecter non suonano come delle Fender e non aspirano a farlo. DI simile c'è solo la forma.
Rispondi
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di myguitar [user #16895]
commento del 17/08/2020 ore 08:47:56
Ricordiamo che la Shecter costruiva le chitarre di Prince.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 06/08/2020 ore 11:39:53
Devo dare atto alla Schecter che riesce a cannare ogni campagna promozionale. Incredibile come riesca a danneggiarsi da sola. Per anni Mark Knopfler, uno dei chitarristi più idolatrati e seguiti, ha suonato una Schecter, eppure tantissimi ancora quelli convinti che fosse una Fender Stratocaster. Ora queste Route66, che tutti sono convinti essere chitarre dal mistificante nome americano ma esclusivamente di produzione indonesiana. E infatti così vengono presentate su questo sito e così le ha presentate l'endorser italiano della Schecter, Marco Fanton. E invece esistono delle splendide, prevegevolissime (e costose) Route66 made in USA. E ovviamente la Schecter s'è guardata bene dal pubblicizzarle.
Mah. Contenti loro.
Rispondi
di flekis [user #2179]
commento del 07/02/2021 ore 11:08:20
ho provato la saint louis traditional e la san louis custom shop.la traditional è una bella chitarra dato il prezzo che costa, suono fenderiano ma con la sua personalità,la custom shop non è certo paragonabile,il custom shop si sente bene,costruita in america,altra qualità dei legni,pick ecc,la tastiera monta tasti diversi che le danno una scorrevolezza suprema,a vederle le chitarre sembrano identiche ma appena le provi la custom shop ti lascia veramente senza fiato.....grrrrrrr.......maledetta gas...

Rispondi
di azzzardo [user #33720]
commento del 29/04/2021 ore 18:02:0
Ciao, sapete se un battipenna di una Stratocaster Am St può essere montato su una Schecter Route 66?
Rispondi
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