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Yamaha SA2200: lussuosa tuttofare in formato semihollow
Yamaha SA2200: lussuosa tuttofare in formato semihollow
di [user #17844] - pubblicato il

La double-cut giapponese a cassa vuota sfoggia qualità e versatilità in un pacchetto dall’estetica preziosa. Abbiamo testato sul campo un classico firmato Yamaha per tutte le stagioni.
Buche a effe, cassa sottile e due spalle mancanti in una cassa tondeggiante e dalla “pancia” abbondante richiamano una precisa costellazione nell’universo della chitarra elettrica. La Yamaha SA2200 è una semiacustica di produzione giapponese dall’estetica raffinata e dalla liuteria non da meno, che non nasconde il suo desiderio di reinterpretare uno dei classici americani per eccellenza.

Lo shape si rifà direttamente all’epoca di transizione tra le chitarre hollow body e solid body, quando le casse si andavano assottigliando e si diffondeva la tendenza a introdurre un blocco di legno massello al centro, sotto le corde, per rendere gli strumenti più resistenti ai fenomeni di feedback. Era l’epoca d’oro delle ES335.
A queste la SA2200 si ispira da vicino ma, contro le spalle tondeggianti della Gibson, la Yamaha preferisce delle “corna” più affusolate che, insieme al tacco morbido e appena accennato descritto dal manico incollato, rendono l’accesso ai fret più acuti comodo e naturale.

Yamaha SA2200: lussuosa tuttofare in formato semihollow

Con la SA2200, Yamaha ha voluto impreziosire un progetto storico, arricchendolo con un’affidabilità moderna e un’estetica a dir poco sfarzosa.
La ricca fiammatura del laminato che compone il body semihollow cela un blocco di acero massello nella porzione centrale. Il manico è in mogano, abbinato a una tastiera in ebano dal classico diapason corto da 24,75 pollici. Un profilo mediamente abbondante accoglie la mano come su una semiacustica dal richiamo tradizionale, e un gustoso binding cinge i 22 fret dai bordi ben lavorati, intervallati da segnatasti a blocco spaccati nel mezzo.

L’hardware dorato valorizza e riscalda i toni già morbidi del Violin Sunburst.
L’attenzione per il dettaglio non si limita solo a soddisfare l’occhio, e i componenti scelti dimostrano da subito un’indiscussa qualità. Le meccaniche Gotoh risultano sensibili e dall’escursione regolare, a rendere l’accordatura facile da raggiungere e da mantenere.
Anche l’elettronica colpisce positivamente, con due humbucker basati su magneti Alnico V immersi in una configurazione versatile ed efficiente.

Yamaha SA2200: lussuosa tuttofare in formato semihollow

Come da tradizione, la SA2200 dispone di volumi e toni indipendenti. Maggior flessibilità è resa possibile dalla presenza di meccanismi push-pull sui due toni per lo split dei rispettivi pickup.
A restare attive sono le bobine più interne e la possibilità di agire individualmente sui pickup permette di richiamare una discreta gamma di sonorità.
Si può passare agevolmente dalle timbriche docili e articolate dell’humbucker al manico all’incisività di un single coil a ridosso del ponte, ammiccando a derive fenderiane ora vintage e ora moderne quando si splitta l’uno o l’altro dei pickup nelle posizioni mediane, conservando sempre una spiccata sensibilità dinamica e una evidente vocalità semiacustica.
L’uscita dei pickup è sufficiente a mandare in saturazione gli amplificatori più sensibili, ma la propensione per il vintage è evidente in qualsiasi condizione, rendendo la SA una scelta appetitosa per chi ha bisogno di una notevole versatilità, ma intende tenere i piedi ben piantati nella tradizione.



Vero coltellino svizzero a sei corde, la Yamaha SA2200 convince già alle prime note. Il prezzo è quello di uno strumento di fascia alta, come lo è la realizzazione stessa del modello. Quello che ne risulta è un mix capace di scuotere gli animi dei rocker quanto dei bluesman e dei jazzisti della prima ora, senza distinzioni, mettendo d’accordo un po’ tutti e senza per questo cedere al minimo compromesso.
Sul sito Yamaha è possibile vederla più da vicino a questo link. Una prova sul campo, se il genere è nelle vostre corde, è decisamente raccomandata.
chitarre semiacustiche sa2200 yamaha
Link utili
SA2200 sul sito Yamaha
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di Cukoo [user #17731]
commento del 24/08/2020 ore 12:33:51
Bella bella bella.
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di FranxAJ [user #18541]
commento del 24/08/2020 ore 13:17:59
Semplicemente stupenda!
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di vandergraaf [user #24385]
commento del 24/08/2020 ore 13:40:22
stupenda
Rispondi
di Carrera [user #31493]
commento del 24/08/2020 ore 14:50:33
Chitarra meravigliosa e test spettacolare.
Complimenti!
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di DiPaolo [user #48659]
commento del 24/08/2020 ore 14:54:16
Ho una domanda tecnica, quando gli Humbucker vengono splittati (che brutta parola), "A restare attive sono le bobine più interne". Guardando nel sito Yamaha indicato, è proprio disegnato così, ma per quale ragione non vengono utilizzate le bobine principali, quelle con le viti di regolazione fine della distanza con le corde, ma quelle secondarie di cancellazione dei disturbi? tanto sempre una sud e una nord sono? Paul.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 25/08/2020 ore 11:47:5
Ciao, credo siano state preferite per non avere un suono troppo squillante al ponte e troppo ovattato al manico, ma più equilibrato grazie alla posizione meno “estrema” delle rispettive bobine.
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di Baconevio [user #41610]
commento del 27/08/2020 ore 21:49:39
yes, è proprio così...
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di Repsol [user #30201]
commento del 24/08/2020 ore 17:55:1
Molto bella e dal video (veramente ben fatto, complimenti) suona davvero bene.
E' una concorrente un po' piu' economica delle Ibanez AS o JSM ma il mio unico dubbio e' legato al prezzo. $2,000 non sono pochi....
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di dale [user #2255]
commento del 24/08/2020 ore 18:21:36
Si ma con 1200€ fosse anche meno la prendi usata bene.

Usata è sicuramente da valutare come alternativa
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di Repsol [user #30201]
commento del 25/08/2020 ore 10:08:09
Si...a quel prezzo ha il suo perché.... sicuramente
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di dale [user #2255]
commento del 24/08/2020 ore 18:19:23
Bellissima chitarra!
Seria e professionale.
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di MM [user #34535]
commento del 24/08/2020 ore 20:43:53
Esteticamente è veramente molto bella.
Il suono sentito dalla prova mi è sembrato un po’ asciutto, per non dire secco.
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di dickeybetts [user #16947]
commento del 24/08/2020 ore 21:30:5
Mi piace ed esteticamente è molto bella
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 25/08/2020 ore 10:40:55
Ne ho una del 2007 o 2008, non ricordo: l'ho messa in vendita .
Credo sia una chitarra davvero ottima, e' uno strumento fatto davvero bene, accurato nelle finiture e nel set up, ottimi materiali, hardware di qualita', uno strumento moderno e versatile grazie ai due PP che consentono di splittare i pick up indipendentemente...solo che da quando a casa mia e' arrivata una 335 del '68 io non ho occhi e mani che per lei
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 25/08/2020 ore 13:25:09
Ettecredo!

Ma anche una 335 recente fatta bene penso.

In realtà se si pone come termine di paragone la 335..... Tocca prendersi una 335
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 26/08/2020 ore 08:52:13
In realta' e' proprio quello: la Yamaha e' un'ottima chitarra, niente da dire ma se il riferimento a livello timbrico e' la 335, con quella leggera nasalita' tipica dei PAF e simili c'e' poco da fare...poi che sia una '68 o una '86 o una 2020 conta poco se non per i prezzi
Sarebbe interessante montare dei Classic '57 o dei BB sulla Yamaha e sentire come suona ma sostituire i pick up su una 335nstyle e' una cosa che mi manda in acido solo a pensarci
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 26/08/2020 ore 09:32:43
Concordo in tutto vecchio mio 👍🏽👍🏽👍🏽

La tua la posso solo sognare, però sono contento che sia in mano ad un estimatore appassionato come te. 🙂
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 26/08/2020 ore 07:28:22
Ci sono dei produttori che, pur essendo considerati di seconda fascia rispetto a brand come Fender e Gibson, producono strumenti di ottima fattura anche a prezzi contenuti che garantiscono affidabilità, suonabilità e durata nel tempo. Chi acquista una Yamaha, un’Ibanez, una Godin, una D’Angelico o una Dean Zelinsky (giusto per citare brand che conosco bene e che apprezzo molto) si porta a casa una chitarra che dà delle certezze per un musicista. Non dico che si possano acquistare online, ma prendere una Yamaha online significa ricevere uno strumento sicuro, ben settato e suonabile da subito, cosa che non si può dire sulle Fender, giusto per fare un esempio.
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di kino [user #15864]
commento del 26/08/2020 ore 08:49:48
Buongiorno amici accordiani,
Volevo sapere da voi un particolare di questa chitarra, (sembrerà una domanda stupida) mi sapresti dire il peso? scusate ma soffro di mal di schiena e non vorrei andare oltre ai 3,5kili.
Vi ringrazio in anticipo della vostra gentile attenzione,
Kino,
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 26/08/2020 ore 16:28:5
É difficile trovare questo dato ufficiale. Quindi ho cercato tra gli usati e ad esempio questa vai al link pesa 7lb e 11 oz, ovvero 3,5 kg
Rispondi
di kino [user #15864]
commento del 26/08/2020 ore 16:34:16
Grandissimo Repsol! ti ringrazio della info! un caro saluto.
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 26/08/2020 ore 18:31:59
...e se per caso la prendi...faccelo sapere!! Buona musica
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di Ernestor [user #46937]
commento del 27/08/2020 ore 08:28:4
Aiuto! Mi escono gli occhi di fuori! Bellissima. Ho scoperto dopo i 40 che le tipo 335 mi fanno lo stesso effetto di un bambino davanti la vetrina di un negozio di dolciumi. Ci sono arrivato per gradi, suonando in duo acustico ho pensato di variare sul semiacustico ma per non spendere troppo mi ero buttato su una Epiphone tipo es335. Purtroppo negli anni ho sviluppato un po' di palato fino e quel suo suono troppo così così, e un po' troppo lontano dal "gran bel suono" me l'ha fatta tenere per circa sei mesi, giusto il tempo di guardarmi intorno sull'usato finendo per scoprire una Ibanez AS153 di cui mi sono innamorato, stavolta sì per il gran bel suono a un prezzo alla mia portata. Non è stata una scelta di ripiego; cercavo un usato serio, ero orientato verso una 335 studio. Nel mio negozio di viducia la provai quasi per sbaglio, era nuova ed Ibanez, non un marchio tra quelli che frequento, e invece dopo aver provato varie chitarre di tutte le razze tra cui una Lucille da sbrodolare per belleza, l'Ibanez al primo tocco mi restò nella testa, ci rimase per un mese, infine raccattai un po' di carabattole da dare in permuta e l'acquistai perché mi aveva conquistato con la sua voce dalla prima nota. Dal punto di vista della soddisfazione semiacustica oggi sono perfettamente appagato, ma da quando ho scoperto questa ammirazione per le semihallow ovviamente, inevitabilmente, il sogno nel cassatto resta una 335; forse, prima o poi... ma parimenti gli occhi luccicano per questa Yamaha, si capisce al volo che in mano suona come uno stumento vero.
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di Baconevio [user #41610]
commento del 27/08/2020 ore 21:51:22
uè pietro!
questa è davvero 'nu babbà: viste, provate e consigliate tante. l'ultima ad un musicista di navi crociera l'anno scorso. non è semplicissima da proporre per il prezzo forse un pelo alto ma strumento eccezionale.
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di vipsanio [user #29152]
commento del 28/08/2020 ore 16:42:17
La provai un po’ di anni fa preferendole una sorella minore, una yamaha SA1100, una giapponese di fine anni ‘80 replica della dot natural, venduta poi estremamente a malincuore per questioni personali e rimpiazzata successivamente con una 335 del 1981, l’unica che non me ne faccia sentire la mancanza.
Le Yamaha sono gioielli troppo spesso sottovalutati.
Rispondi
di integraldream [user #39799]
commento del 01/09/2020 ore 11:24:14
Io ho la SA1200 Super Axe........stupenda
Rispondi
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