di Leon Ravasi [user #4] - pubblicato il 08 marzo 2004 ore 22:28
Non è il disco nuovo dei Gang. Non è un disco de La Macina. Non è neanche il prodotto dei due fattori. Ma è un disco emozionante. “Nel tempo e oltre, cantando” di Macina Gang è, oltre che un bellissimo titolo, un grande progetto. L’incrocio tra musica popolare e quel tanto di musica popolare che impregnava le canzoni dei Gang, ma anche il tentativo (riuscito) di innervare con forti venature rock i brani della tradizione, per arrivare a una nuova forma di canzone che possiede di ambedue le origini senza né appartenere né distaccarsi dalle sane piante del rock e del folk. Folk-rock? Sì, se il termine non suonasse un po’ troppo “molle” ed estenuato. Questo disco, invece è ricco di grinta ma in una miscela che riporta ai fasti di “Storie d’Italia”. Le voci di terra e vento di Gastone Pietrucci e di Marino Severini si intrecciano e si scambiano i ruoli mentre gli altri sette musici tessono una trama senza smagliature su cui posare le formelle con le storie di antica o recente provenienza, ma con radice comune.