di Leon Ravasi [user #4] - pubblicato il 17 giugno 2004 ore 07:46
"Devo dire che per me la chitarra ha sempre avuto una duplice funzione. Oltre al momento in cui tu scrivi i pezzi (e io, non suonando il pianoforte uso ancora oggi la chitarra), la chitarra mi rimane comunque come amore, nel senso che io, ritornando a casa la notte, non è che prendo in mano la chitarra solo perché devo scrivere una nuova canzone, la prendo anche perché me la godo, perché è uno strumento intimo, perché non potrei mettermi al pianoforte a quell'ora di notte ... E in conclusione questo fatto che ti trovi da solo, con la chitarra, a provare le tue cose, è una roba di grande amore con lo strumento ... Insomma, è un gusto autonomo, come se non c'entrasse la professione. Tutto sommato, in questo senso, la chitarra è uno strumento personale e, in definitiva, legato alla tua solitudine". Parere d'autore. E' Giorgio Gaber riportato da Giandomenico Curi in "Chiedo scusa se parlo di Gaber". Mi sembrava una frase adatta per un pubblico odi chitarristi. Sarebbe bello sapere se ognuno vive di noi vive questo rapporto di solitudine con lo strumento.