Mi imbatto ultimamente in ascolti che ribaltano la consuetudine che vede il bel suono associato alle parole boutique, custom shop, master build, marche, point to point, true by pass, ecc. ecc.
Prima scena , Milano al BluesHouse una sera di Giugno: Sul palco gli Hillside, un powertrio di fenomeni (sideman con Bennato, ecc.) alla chitarra Giuseppe Scarpato con un tiro micidiale ed un suono….bellissimo, dinamico, caldo ma perfettamente a fuoco ..un suono decisamente boutique ma prodotto da una Schecter asiatica simil tele nella forma e simil strato nel set up, una piccola testata monocanale di produzione italiana (prod. Industriale) collegata ad una 2x12 ed ai piedi ..tre o quattro pedali assolutamente commerciali…….mani , controllo e senso ritmico stellare che fanno la differenza!
Cambio scena , cantina umida di un interno milanese: una P.Floyd tribute band testa un paio di chitarristi, gilmoure 1 dotato di strato replica della red e della black strat di zio David (con emg dg20, short tremolo, ssl6, ecc.)due pedalboard e combo valvolare 2x12 , gilmoure 2 ha una strato standard, due/tre pedali boss ed un vecchio combo solid state , bei suoni per entrambi ma il 2 ha un suono molto più vivo e simile al suono di zio Dave ……….
Terza scena, una qualsiasi serata di Gigi Cifarelli: chitarre archtop e semiacustiche made in asia, un pedale volume ed una quaterna di pedali boss…..il primo ampli che trova sul posto…..un suono che fa piangere (di commozione!)..grande!
Budda diceva che “domande e risposte sono tutte dentro di noi” forse occorre ricordarlo al prossimo attacco di gas………forse oltre alle risposte anche il suono è dentro di noi se sappiamo cercarlo