Gli Extreme sono una band che tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 ridiede vigore a quell'hard rock di matrice virtuosistico chitarristica in fase di declino, contaminandolo con il funk. Il loro più grande successo arrivò però con una delicata ballad costruita solo su voce e chitarra acustica, "More Than Words". Oggi impariamo a suonarla.
"More Than Words" è il brano che ha portato al successo gli Extreme, band Americana che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei novanta ebbe la fortunata intuizione di mixare tra loro l’hard rock di matrice virtuosistico chitarristica con il funk. Il chitarrista Nuno Bettencourt ha composto l'arrangiamento di questa ballad utilizzando due voci e una sola chitarra acustica.
L'esecuzione non è così semplice come si potrebbe pensare e sarà importante aver acquisito alcune tecniche analizzate nelle lezioni precedenti come: l'indipendenza del pollice, l'uso di indice medio e anulare (simultaneo e separato) e la percussione sulle corde per simulare un colpo di rullante.
Il brano originale è in tonalità di Gb Maggiore. Come nel caso di molte altre band, per questioni di sonorità o di estensione vocale del cantante, non era insolito accordare la chitarra mezzo tono sotto.
Per questa lezione, per agevolarne lo studio e l’apprendimento, si è scelto invece di mantenere l'accordatura standard.
Sullo spartito sono indicati gli accordi da prendere. Ecco le griglie con la diteggiatura di ogni accordo da suonare.
Si parte con un G, suonando la prima battuta come indicato sullo spartito, rispettando la diteggiatura.
Il pollice svolge la funzione di un bassista e, su alcuni accordi, alterna alla nota fonadamentale, la modale (la terza) o la dominante (la quinta)
Le " XX " in tablatura indicano la percussione che si produrrà con il pollice lasciando cadere la mano sulle corde.
Sull'ultimo ottavo della prima battuta si dovrà suonare l'accordo Cadd9; questo produrrà un effetto anticipato che si ripresenterà nella maggior parte delle battute del brano.
Proprio per questo motivo, si troveranno molte note tra parentesi, per esempio (1) (2) (0): significherà semplicemente che quelle note non dovranno essere suonate, ma dovranno continuare a vibrare dall'accordo precedente.
Sul secondo quarto della seconda battuta si noterà un'altra scelta ritmica molto interessante dove giocherà un ruolo fondamentale la mano sinistra.
Il Cadd9 (e come si vedrà nella battuta successiva anche Am7) dovrà durare 1/16 anzichè 1/8; il suono dovrà quindi essere interrotto. La mano sinistra dovrà cessare di premere sulle corde per interromperne la vibrazione.
Per prendere confidenza con questa tecnica è consigliabile esercitarsi con Cadd9 suonandolo e stoppandolo più volte, finchè non si raggiungerà l'effetto cercato.
Durante l'esercizio sarà molto utile mantenere lo sguardo sulla mano per comprenderne meglio il movimento.
Si osservi come nella battuta successiva, su Am7 le dita della mano destra si sposteranno una corda più in basso.
Attenzione alla diteggiatura su D. Il pollice, dopo la nota fondamentale suonerà il basso sulla corda G andando a sostituire la posizione che solitamente è occupata dall'indice e portando la nostra mano leggermente fuori posizione rispetto a come si è abituati.
Le prime otto battute sono identiche alle otto successive, ad eccezione dell'accordo conclusivo che nel primo caso sarà un G e nel secondo Em.
Riprendiamo dall'accordo di Em appartenente all'ultima battuta dell ES 1.
Alla fine della quarta battuta inizieranno una serie di accordi suonati in levare: a ogni accordo seguirà una percussione.
Il brano prosegue con lo stesso schema visto precedentemente ma è sicuramente degno di nota, dal punto di vista armonico, il cambio su Cm che si trova alla decima battuta.
E' una scelta molto usata quella di passare da un accordo maggiore, in questo caso C, allo stesso accordo minore. E' un’ottima soluzione sgranarlo in modo da esaltarne la terza minore Eb.
Fin’ ora, per ogni accordo, sono state pizzicate più note assieme, per sgranare Cm si dovrà suonare in rapida successione ogni nota, come se ogni dito fosse in leggero ritardo.
Dalla dodicesima battuta il pollice diventa protagonista con un passaggio che porta un G ad un Em7 e, su quest'ultimo, suonerà al basso E, poi la quinta B, un ottava sopra E, infine di nuovo B.
Gli ultimi Accordi, concludono questa parte della canzone e dovranno essere suonati più dolcemente, sgranandoli con il solo pollice.
C'è spazio anche per una parte percussiva che simula la cassa o i tom della Batteria, nella canzone originale si può ascoltare al minuto 2'24.
Sarà divertente e utile cercare sulla chitarra il suono che si vuole ottenere, sperimentando le tante possibilità sonore ricavabili dal legno, percuotendo con: le nocche, il palmo, le unghie...
Tra le risorse troverete lo spartito completo del brano.