di paoloantoz [user #34874] - pubblicato il 02 luglio 2014 ore 08:00
Tommy Emmanuel dispensa spunti ed esercizi per migliorare il nostro playing. Ci concentriamo sul basso alternato; l'obiettivo sarà trovare la sonorità adeguata per questa tecnica rifacendoci alla tradizione ragtime. E infine un grande consiglio: "Posate la chitarra"...
Tommy Emmanuel dispensa spunti ed esercizi per migliorare il nostro playing. Ci concentriamo sul basso alternato; l'obiettivo sarà trovare la sonorità adeguata per questa tecnica rifacendoci alla tradizione ragtime. E infine un grande consiglio: "Posate la chitarra"...
Parlando di basso alternato o bass damping, Tommy Emmanuel esordisce dicendo che molte persone ne capiscono la funzionalità ma non altrettante riescono ad ottenere il sound adatto.
Il chitarrista insiste sull’importanza di trovare la giusta voce per questa tecnica.
In una fase iniziale bisognerebbe focalizzarsi solo sui bassi, lasciando in disparte l’ipotetica melodia da suonare sulle corde più acute.
Prendiamo in considerazione l'accordo di D9 al quinto tasto, accordo formato dalle note D, F#, A, C, E:
Va ricordato che solitamente il bass damping è suonato con l'ausilio di un thumbpick e con il palmo della mano destra appoggiato sulle corde gravi in una sorta di palm muting. Abbassato così il volume delle corde più basse, la voce dei cantini uscirà naturalmente, mettendo in risalto la melodia. Consideriamo solo le tre corde più basse dello strumento: D, A e E.
Su queste corde si svilupperebbe normalmente la linea di basso alternato. La maggior parte dei chitarristi fingerstyle di solito sviluppa l’accompagnamento di basso suonando i bassi una corda alla volta, come nell'esempio proposto.
Tommy Emmanuel insiste sul fatto che il basso non si deve limitare al semplice alternarsi di note singole: il range di note che pizzichiamo con il thumpick può interessare anche due note per volta. Il proposito è che il pollice emuli la mano sinistra di un pianista ragtime, incorporando quindi anche altre note dell'accordo.
Aggiungiamo pertanto un A al quinto tasto della sesta corda. Lo prenderemo con un piccolo barrè del dito medio se non addirittura con il pollice. A seguire, allarghiamo di poco la presa del palmo della mano destra di modo che venga smorzata anche la terza corda, il G.
Come si può notare nelle trascrizioni, le note sul secondo e sul quarto movimento di ogni battuta sono accentate. Questo espediente evidenzia l’effetto rimbalzo tipico del rag piano. Affrontiamo un esempio costruito sull'accordo di E7 in prima posizione:
Inseriamo un linea di basso rispettando quanto visto negli esempi precedenti: smorziamo le note basse con il palmo della mano destra e accentiamo leggermente il secondo e il quarto movimento nei bassi.
Ora aggiungiamo una linea melodica semplice. Il frammento in questione incorpora i primi secondi del brano “Nashtown Ville” di Chet Atkins. Gli accordi sui quali si sviluppa questo brano, illustrati nell'esempio, sono E7, A9 e G# 7. La sfida sarà fare risaltare la melodia sulle corde acute senza perdere l'incalzare e l'integrità dei bassi che scandiremo alle corde gravi. Cerchiamo sempre di smorzare con il palmo della mano destra le ultime quattro corde così che la melodia sui cantini spicchi.
Tommy raccomanda l'importanza di fare costantemente riferimento ai grandi del passato, consigliando, per esempio, l'ascolto dei dischi di Chet Atkins. Un brano come quello appena affrontato, “Nashtown Ville”, potrà fornire un riferimento sonoro di rilievo con cui confrontarsi. Capita la meccanica di questa tecnica, Tommy consiglia di registrare le proprie sessioni di studio e di dedicare buona parte del nostro tempo all'ascolto, senza paura di posare la chitarra e lasciarla dentro la la custodia. In questo modo, l’orecchio sarà più critico e diventerà più facile accorgersi di aspetti del nostro playing che possono essere migliorati. Aspetti che, con la chitarra in mano, non avremo magari la concentrazione per notare.