Beppe Gambetta torna per la quarta volta al SBJ, dopo gli straordinari concerti del giugno 2007, settembre 2010 e dicembre 2013. Questa occasione però sarà davvero speciale perché ricorrerà il decennale della nascita del club, e non è affatto casuale che sia lui a salire sul palco del Six per questo importante traguardo. Fu proprio il suo concerto del 2007 a rappresentare un vero è proprio battesimo per il neonato club del Six Bars Jail. Un motivo in più quindi per ascoltare ancora dal vivo questo grande chitarrista genovese che da anni oramai ha conquistato la vetta del panorama chitarristico internazionale, non solo di quello europeo, dove è senza dubbio leader indiscusso nel genere flatpicking (tecnica di origine americana caratterizzata dall’uso del plettro), ma anche negli USA, dove viene considerato al pari delle leggende della chitarra acustica (quali Doc Watson, Norman Blake, Clarence White, Dan Crary ecc.) come degno continuatore di una tradizione musicale sempre viva.
Virtuoso dello stile acustico, autore di quattordici dischi, libri e video didattici e un DVD “live”, Gambetta vive da molto tempo metà anno negli States, dove ha consolidato la sua fama grazie alle numerose tournées, alle partecipazioni ai più prestigiosi festival, ed alla condivisione del palcoscenico con artisti della scena folk internazionale, quali, per citarne alcuni, Doc Watson, Tony Trischka, Gene Parsons, Norman Blake, David Grisman. E, naturalmente, Dan Crary, Tony McManus e Don Ross, membri con Beppe dei “Men of Steel”, il fantastico quartetto chitarristico cosmopolita - Usa, Scozia, Canada, Italia – che ha mietuto unanimi consensi di pubblico e critica in tutto il mondo.
Gambetta, nei suoi concerti, propone la sua musica, intimamente sentita e vissuta, fatta di emozioni, immediatezza comunicativa, ricerca timbrica, sobrietà. Una musica ispirata, ma quasi pudica nello svelare sino in fondo i più riposti moti dell’animo, refrattaria a quelle ostentazioni virtuosistiche fine a se stesse che costituiscono una tentazione in costante agguato a tali livelli di eccellenza tecnica. L’America nel cuore, le radici tra il sole e gli ulivi del Mediterraneo, è con estrema naturalezza che Gambetta riesce a saldare le sponde dei due continenti, creando una “koiné” musicale in cui “Roots Music” e tradizione ligure, canti dell’emigrazione e ballate popolari, moderne chitarre acustiche e antiche chitarre-arpa non solo coesistono ma vanno ad interagire, intrecciando un fitto dialogo ignaro di ogni rigida classificazione.
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