Ieri ho realizzato che sono arrivato al punto di saturazione e di non ritorno. Credo che se per qualche motivo dovessi oltrepassare la soglia darei un taglio a una marea di posti/persone/eventi/impegni/fatiche da un giorno all'altro.
Suonare con il mio gruppo non mi fa divertire.
Suonare per il festival di cui ho parlato un po' di giorni fa mi da più grattacapi che altro (seconda chitarra che mi avvisa ieri che non può farlo) basso e batteria che, sempre ieri, mi dicono che per impegni di lavoro non ci sono alle prove. Cantanti che saltano e io come un cretino che salto da una parte all'altra cercando di allungare una coperta palesemente troppo corta.
Poi aggiungi il lavoro e i soliti problemi normali della vita che in questo periodo sembrano amplificati e ti rendi conto che qualcosa deve cambiare. O forse molto. O tutto.
Sono stanco, e non posso nemmeno dirlo a voce troppo alta.
Mi sono fatto tre giorni di relax a Dublino, giorni in cui la mia testa e il mio cuore erano sollevati. Appena tornato mi sono reso conto di quanto questa fosse un'illusione (anche se l'Irlanda è bellissima).
Meno male che oggi almeno è venerdì.