[premetto: so poco o nulla di calcio, le mie competenze in argomento rasentano lo zero]
La storia si ripete, inesorabile.
pare che in Italia riescano a cambiare mode, governi, politici e stilisti; trend e trendsetter (che purtroppo non sono una nuova razza canina...);
alcune cose però rimangono immutate: sono regole non scritte che nessuno si sognerebbe mai di cambiare e/o disattendere;
una di queste è che in Italia i processi si fanno in televisione.
regola ferrea, non si scappa.
la parte del processo che riguarda le indagini, l'accusa, il dibattimento, la (eventuale) condanna, e che si svolge in un'aula di tribunale, è un accessorio (burocratico e fastidiosamente inevitabile) del processo vero, quello che conta: quello di fronte alle telecamere.
il caso è di ieri, ma chiunque abbia più di quindici anni ha già visto sta farsa decine di volte (Merola, Sabani, la Franzoni, ecc...);
quindi, giudici, pm, poliziotti, rassegnatevi: il crimine si giudica (e più spesso si assolve) in televisione;
il copione è sempre quello: il potente screditato che fa il mite col cappello di pezza in mano, lo sguardo bovino, la rabbia frustrata, la "vita distrutta", le lacrime trattenute a stento, il labbro in fase sempre vibrante, l'accorata difesa.
E la puntuale (auto) assoluzione finale.
Che dire? Bene, bravi, bis!
E un caloroso benvenuto a Floris (mai nutrite molte speranze, in verità...) nel glorioso carrozzone dei Vespa, Costanzo, ecc.
commento #1: se avessero invitato anche Borrelli magari sarebbe stato più interessante, eh!
commento #2: "La Gea? Sono ragazzini che non hanno il pelo sul petto". Sullo stomaco, invece, come al solito non manca...