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Lo streaming funziona, se sai cosa vendi
Lo streaming funziona, se sai cosa vendi
di [user #17844] - pubblicato il

Per molti musicisti il palco è solo un lontano ricordo, così le prospettive di un pubblico virtuale si fanno golose. È importante, però, sapere a cosa si va incontro.
Il protrarsi dell’emergenza sanitaria da COVID-19 spinge molti artisti a rivolgersi al proprio pubblico in modi diversi. Il contatto di un vero palco è da escludersi, per il momento, così eventi in diretta e concerti in streaming si impongono come alternativa più prossima all’idea di un live alla vecchia maniera.
In alcuni casi, le iniziative in streaming rappresentano un vero e proprio business dagli sbocchi promettenti. Non tutte hanno però lo stesso ritorno in termini di immagine, comunicazione e strettamente monetaria, e bisogna conoscerne bene le dinamiche per evitare di sprecare tempo prezioso.

Pubblico: quantità contro qualità
Abbiamo già trattato il tema in ambito social, ma la qualità del pubblico è un argomento caldo in qualsiasi contesto. Quando si tratta di streaming, live virtuali e dirette, è importante interpretare i numeri in relazione alla natura del contenuto.

Chiunque abbia sperimentato una diretta sui comuni social sa quanto sia difficile accumulare un pubblico consistente. Nel periodo immediatamente successivo al primo lockdown del 2020, Instagram è stato letteralmente invaso da dirette, con il risultato che anche i profili più seguiti faticavano a raggiungere i 100 spettatori simultanei. Parliamo di artisti internazionali, brand mastodontici, il cui seguito si è disperso in una costellazione di dirette in cui ognuno desiderava essere davanti alla telecamera, più che seguire gli show altrui. Dopo la prima ondata in pochi hanno tenuto duro, ma non tutti tra questi hanno riscontrato numeri migliori anche quando la “massa” ha smesso di saturare i canali.
Di certo la costanza nella pubblicazione e la qualità dei contenuti sono indispensabili per fidelizzare il pubblico, alimentare aspettativa nei confronti degli appuntamenti futuri e rafforzare un legame anche emotivo tra il creatore di contenuti e il suo seguito. A volte, però, ciò non è bastato.
Molti si sono aperti a piattaforme specializzate e meglio attrezzate per valorizzare gli streaming, una su tutte Twitch. A un certo punto, i numeri sembravano aver fatto il salto di qualità.

Siete tantissimi!
Per sua natura, Twitch (ma non solo lui) premia o addirittura richiede contenuti di una certa durata. Così si sono diffuse dirette sempre più lunghe, fino a quasi tre ore. Gestire o anche solo partecipare come ospite a una diretta simile è faticoso, ma c’è chi ha ritenuto lo sforzo valido forte di numeri confortanti, soprattutto quando la trasmissione è spalmata su più piattaforme in contemporanea, sfruttando software che consentono la pubblicazione simultanea sui vari social.
Quei numeri, però, ancora una volta vanno contestualizzati.

Lo streaming funziona, se sai cosa vendi

Come in una strada del centro
Come già illustrato, ogni piattaforma desidera mostrare ai propri utenti i risultati nel modo più appetitoso possibile. Così, anche per le dirette che segnano poche decine di spettatori simultanei, il contatore generale gira fino a raggiungere diverse migliaia di visualizzazioni in totale.
Sono visualizzazioni anche della durata di un solo secondo, quelle comparse per un attimo sulla timeline Facebook di un utente o aperte distrattamente a seguito di una notifica. Più tempo la diretta resta in funzione, più il contatore gira, ma quel numero può lasciare il tempo che trova.
Esattamente come in una strada affollata del centro, sono le occhiate che i passanti hanno gettato a un artista di strada. Più tempo il musicista resterà al suo posto, più persone gli passeranno davanti. Non per questo, però, gli hanno prestato attenzione e non per questo l’artista si è arricchito di guadagni o esposizione. Gli unici numeri che contano davvero sono quelli che hanno fruttato una conversione, cioè quanti CD l’artista ha venduto, quanti spiccioli ci sono nella sua custodia e quante persone hanno preso il suo biglietto da visita.
A qualunque musicista piace l’idea di essersi esibito davanti a migliaia di persone, ma l’aver trascorso una giornata intera con la chitarra al collo nell’incrocio principale del centro non equivale ad aver fatto il tutto esaurito in un palazzetto davanti a un pubblico pagante. Neanche lontanamente.

La somma non fa il totale
La possibilità di trasmettere una diretta su più social simultaneamente ha innescato un altro meccanismo fallace. Al fine di sfoggiare numeri consistenti, molti organizzatori di eventi web sono soliti compilare resoconti in cui sommano le cifre ottenute da ognuna delle piattaforme.
Com’è facile intuire, ogni sito conteggia il pubblico in modo diverso e i numeri non sono sempre paragonabili. Sommare le visualizzazioni ottenute da YouTube e da Facebook è come mettere su un tavolo 100 euro e 1000 lire per dire di possedere 1100 euro.
Inoltre, le visualizzazioni non equivalgono agli utenti unici, cioè alle persone fisiche che hanno realmente goduto di quel contenuto. Se apro due volte un video su YouTube, il sito conterà due visualizzazioni. Se apro la notifica di una diretta Instagram, Facebook e Twitch, ognuno dei siti conterà un +1. Sommare algebricamente le cifre di una diretta multipiattaforma senza tenere conto di tutti questi parametri equivarrebbe a tenere dieci TV accesi nella vetrina di un negozio e, per ogni passante, annunciare che dieci persone hanno visto quella trasmissione.

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Ragionare in prospettiva
La vita di uno streaming non si esaurisce al termine della diretta, perché un contenuto interessante e ben realizzato ha più possibilità di macinare numeri importanti sul lungo periodo che durante la prima messa in onda, quando parte del pubblico potenziale non ha avuto modo di prendere parte all’evento. Per questo quanto detto finora non deve scoraggiare, ma aiutare a concentrare gli sforzi nella giusta direzione.

Sto perdendo il mio tempo?
No. Sì. Dipende. Tutte le parti coinvolte in un progetto di streaming dovrebbero chiedersi: quanto vale il tempo che dedico a questa cosa?
Il ritorno non deve essere necessariamente economico, non in maniera diretta, almeno. Gli strumenti di streaming offrono un enorme potenziale in fatto di visibilità e pubblicità, e l’artista ha il compito di farsi trovare pronto quando il pubblico rivolgerà lo sguardo verso di lui.
Oggi gli streaming sono un manifesto più o meno grande a seconda della potenza del profilo che lo promuove, posizionato in una strada di campagna o in una via del centro a seconda di quanto il suo pubblico è (o meno) di qualità, ma sta all’artista riempire quel manifesto con un prodotto appetibile.
Il tema è sconfinato, ma si può riassumere in due nodi cruciali:
- hai un disco da vendere? Cerchi più allievi? Hai scritto un libro e vuoi pubblicizzarlo? Se la risposta è sì, le ore trascorse in una diretta streaming hanno un gran valore, altrimenti ci spiace, ma hai sprecato il tuo tempo
- la tua presenza nella diretta web ti è valsa l’acquisto di almeno un disco? Ti ha fatto conquistare allievi? Se sì, hai investito quel valore nel modo giusto, in caso contrario lo hai gettato al vento e conviene rivalutare il tuo prodotto o la qualità del mezzo con cui ti rivolgi al pubblico, perché probabilmente non corrisponde al tuo target.

Lo streaming funziona, se sai cosa vendi

Perseverare
Ciò detto, abbiamo molteplici esempi di dirette streaming di successo, anche se, per trovare un prodotto capace di smuovere un interesse e delle cifre degne di nota, bisogna alzare di molto l’asticella e guardare all’internazionale.

Il caso Dua Lipa
Una produzione di qualità chiama pubblico, anche pagante. È il caso della cantante britannica Dua Lipa che, nel novembre 2020, ha mandato online lo show dal titolo “Studio 2054”.
La partecipazione allo streaming era a pagamento e, con oltre 5 milioni di persone, l’artista ha infranto ogni record di partecipazione a un evento virtuale. Occorre però sottolineare che, per realizzare un lavoro simile, si è reso necessario un investimento di circa 1 milione di dollari.



Come lei, artisti quali Billie Eilish e i Gorillaz hanno colto al volo le opportunità dello streaming, smuovendo cifre consistenti a seguito di investimenti non da meno.
In tutti i casi, si è trattato di eventi ben orchestrati, paragonabili a film, grossi concerti o esibizioni teatrali, prodotti con un effettivo appeal per il pubblico pagante e promossi al pari di un vero tour.

È ovvio, non si può chiedere a un artista locale uno sforzo paragonabile a quello di una major internazionale. Resta però importante essere coscienti che, per far sì che la resa superi la spesa, serve progettare un format accattivante, interessante, diverso.
Accendere una webcam sul proprio studio casalingo e autointervistarsi è un piacevole faro sull’ego ma, se lo scopo è fare dello streaming un elemento chiave nella propria attività lavorativa, sarà un gioco destinato ad accartocciarsi su se stesso.
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