Sono tornato da poco da New Orleans, citta' natale del jazz e blues, dove anche l'aereoporto si chiamo Louis Armstrong International Airport. Li, dove si respira l'aria a 35 C e 90% umidita', dove ancora il disastro di Katrina di meno di due anni fa e' ancora fresco, la musica e' ovunque. Pranzo con un collega (che - fatalita' - e' pure chitarrista) al Hard Rock Cafe dov'e' in mostra il pianoforte di Fats Domino, la tromba di Armstrong, i primi contratti dei Led Zeppelin.
Poi andiamo al Guitar Center qualche chilometro fuori dal centro della citta' dove ovunque si vede una striscia nera su tutte le case: e' il livello dell' acqua permanente segnato, alta tra un metro e un metro e mezzo. Mio collega si compra una Breedlove, io mi prendo una Shure SM57 LC e una Digitech Whammy.
Torniamo in centro e andiamo su Bourbon Street - il famoso centro della festa Mardi Gras di New Orleans. Ovunque ci vada c'e' il forte odore di birra vecchia e vomito nella strada assieme ad una quantita' di posti lap dance e negozi "hard". Non e' un posto "chic" per niente. Ma ogni dieci metri - letteralmente - ogni dieci metri, c'e' musica dal vivo.
Una sera riesco ad infilarmi sul palco e suonare con un vero blues band di New Olreans davanti a 1200 persone - quei quattro minuti erano il colmo del viaggio. Il bello e' che mi sentivo come se io fossi tramite voi ad uno dei migliaia di jam sessions, Grappa Guitar Camps o altro. E mi sono reso conto: cazzarola, in Italia abbiamo musicisti assolutamente fedeli a questa tradizione musicale. E' solo che e' ancora un segreto.
Giriamo ancora. Speravo di vedere e sentire piu' big band, jazz, swing, ragtime, zydeco o altra musica del genere nata sul posto. Vergognosamente c'era troppo poco. Era maggiormente Bon Jovi e Guns and Roses, volumi a palla e le ragazze che urlavano LIVING ON A PRAYER mentre mostravano le tette. I locali erano talmente vicini (a volta uno su un lato della strada e l'altro direttamente di fronte sull'altro lato della strada) sicche' mentre camminavano per strada non si poteva ben distinguere da dove veniva la musica.
Io che sono rockettaro sfegatato ero molto deluso. Soltanto in un locale si sentiva un combo jazz di pianoforte, clarinetto, tromba, contrabbasso e batteria. Unplugged ed assolutamente splendido. E poi tornando verso l'albergo, in un angolo di Bourbon Street vicino a Canal Street incontriamo un gruppo di ragazzi di colore con tutti i tipi di fiati immaginabili ad improvvisare delle melodie ed armonie venuti dal cielo e da un altro tempo. Una musica divina - per strada e gratis, porca miseria! Piena di energia, emozione, allegria - era cosi' la famosissima jazz di New Orleans di una volta? Perche' tramite cento gruppi esibiti ogni sera dal vivo questo gruppetto di ragazzacci erano gli unici di avermi trasmesso cos'era - e cosa puo' ancora essere - la musica?