A volte è strano guardare la chitarra e nel contempo sentire i grandi nomi, le cui note escono costantemente dalle 5 casse sulla scrivania. Ci si sente impreparati, goffi, impacciati. Quel maledetto pezzo di tronco (o truciolato se economica) sembra il peggior nemico che potresti avere.
A volte ti guardi le mani dopo una strimpellata liberatoria e pensi "Ma che cazz... mi han fatto le dita senza giunture!". E magari senti il "plinplonplintururututuuru" fluido e veloce di Steve Vai, o il calore texano di Stevie Ray Vaughan o ancora le lacrimucce di Clapton di Tears in Heaven.
A volte invece imbracci quel dolce pezzo di legno, ne accarezzi le curve e ti lasci trascinare dalle emozioni che riesce a trasmetterti tramite le sue vibrazioni, tramite la ruvidità che percepisci sulla punta delle dita e dal suono che esce dall'amplificatore. E ti senti più vicino a quella musica che ascolti estasiato "ci sono anche io!". Devo ringraziare accordo.it se ho ripreso in mano il mio "tronchetto" rosa (si ho una chitarra rosa), e molte delle persone che hanno percorso queste pagine e che ogni giorno mi hanno ridato la carica per giocare con la chitarra.
Perchè in fondo non è la pretesa di diventare qualcuno che fa suonare, ma spesso è il bello del suono, quel desiderio di cercare di esprimere con un linguaggio diverso quello che ci piace...