Dopo aver letto questo articolo (http://www.accordo.it/articles/2008/10/18747/la-musica-come-resistenza-civile.html) sono affiorati in me una mole di ricordi e di emozioni tale che forse nn riuscirò a dire chiaramente tutto ciò che mi passa per la testa ,ma ci provo...
Ho 22 anni,suono la chitarra da 10, non ho mai intrapreso uno studio serio della sei corde (ahimè!)... ma è sempre stato il mio hobby, o meglio,
la mia passione, quella cosa che ti assorbe, ti incanta, ti consola nei momenti peggiori, ti esalta in quelli più belli, ti fa sentire un dio quando
padroneggi un assolo -per quanto possa essere semplicemente "pentatonico"-...e quando sei in un gruppo, anche il più sfigato, e sei lì a rimaneggiare melodie, coverizzare al meglio i brani che ti fanno sognare, inventare nuovi riff, improvvisare, a fine serata nonostante i timpani a pezzi esci dal garage del tuo batterista e pensi "oggi ci siamo DIVERTITI,abbiamo creato qualcosa, non importa come, ma domani sicuramente faremo di meglio"... insomma, piccole grandi soddisfazioni, non so se mi spiego...
Di quel periodo ricordo una sera di fine agosto del 2003, c'era una rassegna di gruppi giovanili in un paesino di provincia... allora suonavo il basso
(nel gruppo c'era un chitarrista mooolto più bravo di me!),repertorio blues e rock anni'70.
Qualche sera prima avevamo suonato ad un concerto organizzato dal comune: un disastro totale! non funzionò nulla: pubblico over 60, cantante impietrito, chitarristi fuori di senno, volume del basso percepibile solo dai cani e qualche quarantenne che ci urlò "lasciate riposare i Creedence in pace!!"
... insomma tutte le prove mandate allegramente a puttane in una sola sera.
Quando ci proposero di suonare un paio di brani "in trasferta" l'entusiasmo era sotto terra, ma alla fine accettammo dicendo "tanto non abbiamo nulla da perdere".
Avevamo preparato pride and joy e un medley di Jimi Hendrix, e poco prima di salire sul palco avevamo incontrato un giovane sassofonista che,udite udite, era appassionato di blues e che quasi ci implorò di fare un pezzo con noi... ci guardammo sorpresi e dicemmo "accomodati!"
Era circa mezzanotte quando cominciammo a suonare, piazza gremita di ragazzi, volume ottimale...one two three, vai! purple haze liscia come l'olio,
voodoo chile con giro d'assolo di tutti gli strumenti (basso compreso ehehehehe ;) ) little wing e finale spumeggiante. Folla incuriosita, per nulla annoiata e vai con SRV! a quel punto accade l'inimmaginabile, un gruppo di ragazzi dello staff cominciano a raccogliere gente e salgono sul palco.... IN TRENINO!! il groove aumenta e noi, gasati più che mai, concludiamo e chiamiamo il sassofonista in fretta perchè avevamo esaurito
il tempo a disposizione: blues in DO, il tempo di suonare 20 battute e gli organizzatori ci tagliano il volume per dar spazio agli altri gruppi...
Al termine fioccavano applausi e complimenti da tutti, ma proprio tutti, anche perchè un repertorio del genere non lo aveva mai sentito nessuno da quelle parti.
Quella sera fu semplicemente memorabile...io ripresi in mano la sei corde dopo aver fatto tesoro dell'esperienza bassistica e continuammo a suonare per qualche tempo dopodichè ognuno prese la sua strada...
Purtroppo, allo studio della musica ho preferito lo studio accademico e 3 anni fa mi sono iscritto ad un corso di laurea in biotecnologie a Bologna per
una serie di motivi.un pò perchè mi piace la scienza.
un pò perchè,tutto sommato,la pazienza per lo studio non mi è mai mancata. un pò perchè mi son detto "c...o! vivere a Bologna,lontano da casa,in una città
piena di stimoli!!"(certamente più del mio paesino del meridione)... ma, si sa, tra un impegno e l'altro il tempo per la musica scarseggia,
specie quando l'università si fa complicata e NON puoi (e spesso NON VUOI) permetterti esami arretrati... e così la musica diventa la tua valvola di sfogo, un ricovero dove rintanarti per un pò, giusto il tempo di prender fiato, perchè là fuori l'ossigeno scarseggia...
E così sorgono i dilemmi: libro di microbiologia,o POD XTLive? "approfondisco lo studio della chitarra" o "no dai, lo tengo come hobby, sennò l'università va a farsi benedire"? e potrei continuare fino a domattina...
Eppure, mentre ascolti il tuo lettore MP3 in autobus,o mentre guardi un gruppo dal vivo in un locale sorseggiando una birra, c'è sempre qualcosa che ti spinge a muovere la testa su e giù, a tamburellare le dita sul primo supporto solido che hai a portata di mano... è come una specie di conflitto, è qualcosa che ti martella in testa da tanto, come se fosse qualcosa di reale, ma che là fuori non trova spazio per materializzarsi...
E io spesso mi chiedo: è possibile realizzare almeno in parte quello che hai in mente? non parlo di grandi progetti o di successo... ma solo di rivivere
quelle sensazioni che ora sembrano tanto lontane...e, perchè no, metter su un gruppetto con cui girare per qualche locale... integrare la musica
così come la vorrei nella realtà di ogni giorno... è fattibile?