Quella di ieri sera, al fantastico Ramblas di Taranto, è stata probabilmente l'ultima serata degli ABandOn, almeno in questa formazione, o almeno per lungo tempo.
I miei, ormai cronici, problemi di tempo e di sovraccarico di impegni mi hanno indotto a chiedere al gruppo di non prendere più serate (già avevo chiesto di rallentare) e quindi, salvo mezzi accordi già presi, e che eventualmente bisognerà onorare, ieri è stata l'ultima.
Il gruppo si ferma mentre va al massimo, come testimonia l'ennesimo riscontro del pubblico che, ieri, non si è schiodato fino all'ultimo brano, ha partecipato, cantato, urlato, ci ha fatto un mucchio di complimenti.
Non che noi, perennemente autocritici, siamo mai contentissimi delle nostre esecuzioni, ma i livelli di affiatamento e sintonia (musicali ed umani) raggiunti con Antonio, Enzo e Giammarco non ricordo di averli mai toccati con nessun altro gruppo nella mia ormai pluricedennale "carriera". Nemmeno, forse, nei mitici The Overflow, di cui ieri una spettatrice carina mi ha ricordato le gesta, facendomi un complimento che sarebbe l'orgoglio di qualsiasi cantante-chitarrista. E sono proprio l'affiatamento e la sintonia che permettono al gruppo di pulsare come un cuore unico, di trasmettere emozioni, di cambiare i brani all'impronta ed in una frazione di secondo, che consentono fulminei recuperi nelle sporadiche, ma immancabili, defaillance di esecuzione.
Una curiosità: una delle domande più ricorrenti, durante la litania di complimenti a fine serate, è: "ma siete di Taranto?", anche nella versione "ma siete del sud?", senza escludere quella "ma siete di Milano?" Non so se incazzarmi o essere contento.
Torneremo? Non so, forse; dipenderà anche da mie scelte di vita, legate allla famiglia ed al lavoro. Sicuramente mi rimane un bagaglio di esperienze, emozioni e gioie che difficilmente il tempo potrà sbiadire.
E l'amicizia con tre splendide persone ... anzi quattro! Di più: cinque!