di Roberto Caielli [user #24] - pubblicato il 30 novembre 2001 ore 16:49
Probabilmente, il girone dantesco dove bestemmia il chitarrista che
ha peccato di manìa somiglierebbe all’Alcatraz, in una mattina di fine
ottobre: con la differenza che, per contrappasso, la sua pena sarebbe di
girare per saecula mani legate dietro la schiena e benda sugli occhi. E
sentire, solo sentire, ululare diavoli di chitarre da destra , da manca, e
la distorsione dentro la spina dorsale: io stesso, entrato nella bolgia,
quella vera, non l’aldilà, mi sentivo un ampli saturato di blues, di
strazio o di gioia, perché le chitarre penzolavano come corvi o come stelle
perfino dal soffitto. Questa è la vera cattedrale del nostro tempo, mi son
detto... questa è la dominante Chartes dei rumori afrodisiaci, l’Alcatraz,
l’isola-mostro trasformato in una benedizione. Al second hand ci ho portato
anche la morosa... non so perché è una costante del mio rapporto coi negozi
di strumenti... e in questa grande tomba riesumata dove il rock vien giù
dalle pareti perché migliaia di corde sono bruciate all’inverosimile,
all’unisono, fregate l’una sull’altra... questa era la sensazione neanche
tanto esagerata... second hand era un concerto live di un gruppo d’anonimi
senza band, senza fiati, solo un complesso di dita... ci ho portato la
morosa... per non perdermi... non so... per amore o per non spendere soldi.